Uno sguardo al secondo semestre (parte 10)

I mercati finanziari, tutti, sono arrivati alla fine del primo semestre 2018 in uno stato di isteria che ne mette in evidenza la grande fragilità. Un esempio tra i tanti che vi possiamo sottoporre è quello del grafico qui sotto, che fa letteralmente a pugni con il grafico della Borsa di New York. Le ragioni, le abbiamo analizzate per i Clienti la settimana scorsa in The Morning Brief.

wk3_jul_2018_003.png

Il tema dell'inflazione, ad oggi, è stato del tutto ignorato dal comparto delle obbligazioni, ed è un errore molto grave, se ci mettiamo a guardare alle cose con l'occhio di chi investe. Il pubblico degli investitori, distratto dai titoli di CNBC e dei quotidiani, non ha ancora realizzato che oggi investendo sui Titoli di Stato USA a 10 anni si perde, in termini di potere di acquisto. Ma questa pericolosa distrazione non durerà a lungo.

wk3_jul_2018_008.png

Aggiungiamo a questa distorsione una seconda distorsione: la Borsa USA continua a scontare una crescita economica molto sostenuta, o meglio esuberante, ma ... non ci crede nessuno. Nessuno, oggi, stima per il 2018 una crescita per gli Stati Uniti superiore al 3%. E per il 2019, si scende. Anche questa pericolosa distrazione del mercato non durerà a lungo.

Uno sguardo al secondo semestre (parte 9)

Può continuare a lungo, la divaricazione sempre più ampia tra la Borsa di New York e tutto il resto delle Borse Mondiali?

Oggi, questa divaricazione ha toccato livelli così ampi e significativi che ci mette in imbarazzo: mai visto prima nulla di simile.

Detto che i mercati hanno sempre ragione, e quindi detto che NON possiamo escludere che la cosa vada avanti ... per sempre, passiamo ad un atteggiamento più concreto ed analitico ed andiamo a cercare episodi quanto meno simili del passato.

Nel grafico sotto, mettiamo a confronto i primi sette mesi dell'indice S&P 500 nel 2000 (in alto) e quelli del 2018 (in basso).

wk3_jul_2018_006.png

Come vedete, almeno nel grafico la somiglianza è impressionante.

Vale allora la pena di chiedersi (per chi NON ricordasse: noi lo ricordiamo) quello che accadde allo S&P 500 nei mesi successivi. Lo vedete qui sotto.

wk3_jul_2018_007.png
Uno sguardo al secondo semestre (parte 8)

Come vedete benissimo nel grafico che segue, il prezzo del petrolio WTI, trattato sul Nymex (e su cui si investe sui mercati) ha recuperato dai minimi del 2016 raddoppiando di prezzo alla fine del 2017. Poi, si è registrata una nuova fase di aumento nel 2018, fase sulla quale noi di Recce'd siamo molto dubbiosi, per ragioni che ai Clienti abbiamo già dettagliato.

wk2_jul_2018_013.png

Le contraddizioni, in questa fase, sono evidenti, e trovano una sintesi nella parte bassa del grafico che segue: dove vedete l'andamento del Commodity Index di Bloomberg.

Prima di fare qualsiasi mossa sulle materie prime, cercate almeno di capire bene cosa sta succedendo in queste settimane.

wk2_jul_2018_023.png
Uno sguardo al secondo semestre 2018 (parte 7)

Perché, a differenza del mese di agosto 2015, e poi del gennaio 2016, la Borsa di New York NON reagisce al calo della Borsa di Shanghai?

Ed è un bene? Oppure un segnale che "c'è qualche cosa che non va"?

Recce'd ha una forte opinione al proposito, che ci aiuta a prevedere quello che ci aspetta nei prossimi mesi.

wk2_jul_2018_005.png

Qui ci limiteremo, però, a segnalare ai lettori che c'è chi si aspetta un rapido peggioramento di questa situazione. Un esempio ve lo offriamo con il grafico che segue.

wk2_jul_2018_006.png

Le nostre previsioni si basano su uno spettro molto ampio di elementi sull'economia e la finanza in Cina, che possono trovare una sintesi, ad esempio nell'indice di Goldman Sachs che vedete nel grafico che segue.

Anche se i giornali per ora non ve ne parlano (per ora), è nel vostro interesse comprendere meglio questa situazione.

wk2_jul_2018_014.png
Uno sguardo al secondo semestre 2018 (parte 6)

Questo Post riprende Post il precedente (la parte 5 della Serie), aggiungendo un approfondimento.

Il punto debole delle affermazioni di chi oggi vuole a tutti i costi spingere le Borse lo vedete bene nel grafico che segue.

wk2_jul_2018_003.png

Come abbiamo già messo all'attenzione di chi ci legge, anche in questo grafico manca del tutto il 2019. Tutta l'enfasi viene messa sui dati 2018, e sul forte incremento degli utili reso possibile dal fatto che Trump ha tagliato le tasse sugli stessi utili.

Ci sono molte domande, che nessuno si fa ma che noi invece vi suggeriamo di farvi, ed una in particolare: cosa succederà, una volta che nel gennaio 2019 sarà finito l'effetto dei tagli alle tasse? Gli utili cresceranno ancora?

Senza l'effetto "push-up" di Trump, tutto tornerà a dipendere da un fattore solo, ovvero la crescita del business, dei ricavi, dell'economia. E qui, si apre un mondo.

Le nostre analisi di dettaglio, su questo tema, sono ovviamente nella disponibilità dei nostri Clienti. Qui, ci limitiamo a segnalarvi che nel Mondo le stime per gli utili nel 2018 sono in DISCESA, come vedete ad esempio nel grafico sotto che riguarda le Borse Emergenti.

wk2_jul_2018_008.png

Siamo già intervenuti sulla quota Emergenti dei nostri portafogli modello, proprio nelle ultime settimane. Dove però avremo più da lavorare sarà sulle Borse europee, a cui The Morning Brief la settimana prossima dedicherà un dettagliato approfondimento.

La domanda è questa: il calo del 2018 le rende più convenienti, e quindi più attraenti, come dice il grafico che segue? Oppure, al contrario, il calo del rapporto P/E (che si legge sulla scala di sinistra) dell'indice Stoxx 600 non è un vero calo, visto che stanno per essere tagliate anche le stime degli utili (che sono poi la E in P/E)?

In pratica, il mercato in Europa ha già fatto lui il taglio delle stime?

wk2_jul_2018_009.png

Un discorso del tutto analogo si può fare (e faremo per i nostri Clienti) sulle Borse Emergenti.

wk2_jul_2018_010.png

La sintesi di questa analisi la si legge nel grafico che chiude il Post: e la domanda che noi ne ricaviamo riguarda la linea gialla di questo grafico, che è una specie di "ultima linea di resistenza" per quelli che 12 mesi fa scrivevano del "boom economico" e della "crescita globale sincronizzata". Ma la linea gialla è sostenibile, alla luce di ciò che sappiamo oggi? Voi ci credete? Chi vi consiglia, ci crede?

Rispondendo a questa domanda potete evitare di perdere molti soldi da qui a fine 2018.

wk2_jul_2018_015.png