Treni che arrivano con grande ritardo (parte 1)
apr_2018_wk2_005.png

Leggete con attenzione qui sopra.

Con enorme ritardo sui fatti, le banche globali di investimento arrivano a scrivere a proposito delle politiche monetarie non convenzionali, ovvero del QE, le medesime cose che i nostri lettori hanno letto da Recce'd già cinque anni a fa (2013, Bernanke) e poi quasi ogni giorno.

Non è l'orgoglio, che ci fa mettere questo dato di fatto in evidenza: è, invece, la necessità di capire perché. perché. per così tanti anni, l'industria della Finanza e del risparmio ha fatto finta di non capire.

Cari amici lettori: se non comprendere questo punti, anche in futuro non potrete che finire trascinati (a valle) dal gregge dei soliti che si lasciano incantare dai venditori di spazzole.

Mercati oggiValter Buffo
La stagione delle trimestrali per il Q1 2018 (parte 1)
apr_2018_wk2_011.png

Non sapremmo come trovare parole più azzeccate, per introdurre i nostri lettori alla stagione delle trimestrali USA che è in corso, di quelle che leggete nella immagine qui sopra, a commento di quanto è successo venerdì 13 aprile dopo che JP Morgan ha comunicato i suoi risultati (record).

Di questo, ogni mattina, da lunedì 16 a venerdì 20 aprile, discuteremo con i nostri Clienti, attraverso il nostro quotidiano The Morning Brief.

Il problema è abbastanza chiaro: gli utili USA sono attesi in forte crescita, ma il fatturato ed il volume di affari NON sono in forte crescita, come vedete nel grafico qui sotto.

apr_2018_wk2_010.png

Sarà della massima utilità, per i nostri lettori, ricordare che l'errore medio delle stime degli utili, dopo il 2009, è stato di MENO 9%, come racconta il grafico di Goldman Sachs che segue. Attenti quindi ... alle curve.

apr_2018_wk2_003.png
Mercati oggiValter Buffo
La guerra "hot"

Non è più guerra fredda. Adesso, è guerra "calda".

Più e più volte, avevamo anticipato ai nostri Clienti che a nostro giudizio si sarebbe arrivati proprio a questo punto. E ora, dove ci si fermerà?

L'azione missilistica degli Stati Uniti in Siria non è una novità (ne ricordiamo altre anche nel recente passato), ma questa volta si inserisce in un contesto che, appunto, è caldissimo da molti punti di vista, e precisamente:

  • le relazioni diplomatiche (ad esempio, tra Regno Unito e Russia)
  • le relazioni commerciali (ad esempio, tra USA e Cina)
  • la instabilità delle guide politiche nazionali (in particolare negli Stati Uniti, e con riferimento alla Commissione di Indagine Mueller

A giudizio di Recce'd, è questo ultimo punto a dominare tutti gli altri, che possono essere letti anche come iniziative prese con una doppia finalità (una esplicita, una seconda non esplicita).

Alla luce di fatti come questi, ci sentiamo di ripetere, con forza ancora maggiore che le nostre scelte di liquidità elevata e bassa movimentazione sono le più appropriate in una fase (non solo di mercato, ma più in generale una fase storica) dove il tasso di incertezza è oggettivamente senza alcun precedente.

Come suggerito da Recce'd nel corso degli ultimi 12 mesi in molte occasioni, di fronte a dati di fatto come questi un gestore professionale dovrà mettere il "ritorno DEL capitale" davanti al "ritorno SUL capitale".

Mercati oggiValter Buffo
Un lunedì nero? (parte 4)
apr_2018_wk1_007.png

Dopo due settimane, nulla è cambiato e siamo ancora lì, a passare il fine settimana facendoci questa domanda.

Abbiamo spiegato, nel primo Post della serie, perché la cosa NON è per noi in Recce'd una grande preoccupazione: ma ne scriviamo perché lo è per molti, moltissimi altri. Oggi ci limitiamo a segnalarlo alla vostra attenzione: i commenti li lasciamo, in questo caso, ai lettori.

apr_2018_wk1_015.png
Una storia importante (parte 3)

Recce'd circa un mese fa segnalò un problema che poi fu ripreso anche dai media nazionali. Vi rimandiamo a quel primo Post della nostra serie nel Blog per una descrizione.

apr_2018_wk1_013.png

Oggi torniamo a scriverne perché ci pare che, almeno se stiamo ai commenti che circolano, si sia (di molto) sottovalutata l'importanza di questo fatto. 

Ed anche per una seconda ragione. Il grafico sopra, di JP Morgan, racconta che oggi per ciò che riguarda proprio il tasso OIS (vedi al primo Post) a termine (ovvero il tasso forward) risulta più basso a 3 anni che a 2 anni, generando quindi il fenomeno che si chiama "curva invertita".

I parole più semplici: oggi il mercato interbancario in dollari USA opera, e fa prezzo, e quindi scambia posizioni, e quindi si espone, sulla base dell'ipotesi che nel futuro il costo di prendere per un mese dollari a prestito, espresso dal tasso OIS, che è un tasso regolato dalla Fed, debba prima salire, ma poi scendere.

E come voi lettori immaginate, esiste una sola ragione per la quale potrebbe scendere, ovvero un netto rallentamento della crescita dell'economia.

apr_2018_wk1_014.png

Pochi commentatori hanno messo in evidenza all'impatto di questa situazione anomala (lo spread che si allarga, e contemporaneamente la curva OIS che si inverte), situazione che ha pochissimi precedenti, sui mercati, come sottolinea JP Morgan.

Lo ha fatto, per esempio, Goldman Sachs, che con il grafico qui sopra ci racconta di quanto siano scesi in Borsa i titoli delle Società che hanno un debito il cui costo è definito in prevalenza da tassi variabili.