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Il punto di svolta (2): le Banche Centrali
 

Vi avevamo preannunciato un punto di svolta per i mercati.

E il punto di svolta è arrivato: puntuale, nell’ultima settimana del 2018, come abbiamo spiegato anche nell’ultima settimana in The Morning Brief.

Per questo, abbiamo immediatamente messo mano, e rivisto in profondità, i portafogli dei nostri Clienti.

Pochi hanno compreso, per ora, la portata di ciò che è successo mercoledì 19 dicembre 2018.

La Federal Reserve, nella riunione di quel 19 dicembre, ha certificato e reso ufficiale che “il sogno è finito”.

Quale sogno?

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Il sogno di una crescita economica al 4% negli Stati Uniti, di sicuro. Ma non solo quello.

Anche il sogno di una Banca Centrale che interviene a sostenere i mercati ogni volta che i mercati scendono.

Ma soprattutto: il sogno di una Banca Centrale che guida, comanda, fornisce la direzione a tutti.

Lo abbiamo scritto in settimana, in modo molto chiaro, nel The Morning Brief.

Come scrive qui sopra El Erian, dopo essere state “the only game in town”, ovvero la sola cosa che conta per i mercati finanziari, oggi le banche centrali sono in una situazione passiva, e subiscono.

Come detto in The Morning Brief: se alzano i tassi sbagliano, ma le li abbassano sbagliano lo stesso. Si tratta di una “no-win situation”. Che in italiano si dice “come fai, sbagli”.

E per un po’ di tempo la situazione resterà questa.

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Mercati oggiValter Buffo
Il punto di svolta (1): il pessimismo
 

Vi avevamo prennunciato un punto di svolta per i mercati.

E il punto di svolta è arrivato: puntuale, nell’ultima settimana del 2018, come abbiamo spiegato anche nell’ultima settimana in The Morning Brief.

Per questo, abbiamo immediatamente messo mano, e rivisto in profondità, i portafogli dei nostri Clienti.

Tra le cose che un gestore di portafoglio non può fare a meno di notare e analizzare, una è esemplificata dalla immagine che segue.

Apri lo schermo del tuo telefono cellulare, in un giorno qualsiasi, e noti subito una cosa: tutti i titoli, tranne uno, hanno un tono negativo.

Sembra di essere in un telefilm, come “The Twilight Zone” degli anni Cinquanta. Tre mesi fa, tutti questi titoli erano ancora ultra-ottimistici. Si scriveva solo di S&P 500 oltre i 3000 punti, di crescita economica al 4% e di utili che crescono del 20% annuo.

Oggi, neppure una riga su questi argomenti.

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Non si tratta soltanto dei commenti al mercato: anche se si guarda ai prezzi di mercato, non ci sono aree o zone in controtendenza. Semplicemente, scende tutto. In modo indiscriminato. I titoli degli articoli a commento, come ad esempio quelli dell’immagine qui sotto, non possono che riflettere la nuova realtà.

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Durante la giornata, il flusso di notizie che appare sugli schermi di chi opera sui mercati è tutto negativo, come vedete qui in basso. Alle notizie su Nasdaq e Deustche Bank (DB) si alternano le dichiarazioni, allarmate e quindi in affanno, del Ministro del Tesoro USA, e quelle imbarazzate di chi, come JP Morgan, non capisce che cosa sta succedendo.

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E naturalmente, come potete vedere nell’ultima immagine che trovate più in basso, tornano di gran moda termini che erano del tutto scomparsi.

Ora, ma solo DOPO che i mercati sono già scesi, è facile parlare e scrivere del rischio recessione.

Tra quelli che parlano e scrivono, neppure uno però è capace di spiegare perché oggi, in dicembre, esiste un rischio-recessione che a settembre nessuno prendeva in considerazione.

Recce’d che cosa ne pensa? Molto semplice. Guarderemo, nelle prossime settimane e mesi, ai dati. Come sempre. fremo le nostre simulazioni, analisi e stime, come sempre.

Non ci lasceremo trascinare da questa ondata di pessimismo, proprio come un anno fa abbiamo resistito (nell’interesse del nostro Cliente) alla imperante ondata di ottimismo.

Le trappole, per chi investe, sono proprio queste: l’industria dei Fondi Comuni, con l’aiuto di quella delle banche globali di investimento, deve sempre inventarsi delle storie da raccontare allo scopo di vendere i prodotti. Che non è detto che poi trovino riscontro nei fatti (anzi, accade di rado).

Il lavoro di un gestore di portafoglio professionista è proprio quello di sapere distinguere le storie inventate per vendere Fondi Comuni, GPM e altri “prodotti finanziari” dai fatti della realtà che sa là, fuori dalla finestra dell’ufficio.

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Mercati oggiValter Buffo
Dalla nostra più recente Lettera al Cliente (estratto di una parte)

Offriamo a tutti i lettori del sito uno stralcio dalla nostra più recente Lettera al Cliente, spedita il giorno 15 dicembre 2018 (la numero 37 della nuova serie)

(……..)

In queste ultime settimane, la realtà dei fatti ci offre una lunga serie di spunti, e proprio nelle ultime 48-72 ore le parole di Draghi prima, e i dati per l’Eurozona di venerdì 14 dicembre poi (indici PMI) ci aiutano molto.

In questa Lettera, partiremo da uno spunto che ci viene offerto da uno dei più ascoltati ed autorevoli commentatori al Mondo. Si tratta di John Authers, per trent’anni la firma di punta del Financial Times, oggi a Bloomberg. Uno di quelli che “bisogna leggere”, che tutti leggono e commentano.

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Ciò che leggete, nell’immagine qui sopra datata 11 dicembre, è per la verità molto semplice: John Authers scrive che (la traduzione è LETTERALE) “Il 2018 è stato un anno normale (e non molto buono) per i mercati finanziari. Il 2017, quando tutto saliva nel medesimo momento ed in modo calmo come seguendo una linea retta, era la grande stranezza”.

I fatti ce lo dicono, oggi. Si vede, lo vedono tutti e lo scrivono tutti.

Per una gestione efficiente del vostro portafoglio e dei vostri investimenti, scriverlo e dirlo oggi NON serve.

Quello che serve, è dirlo nel gennaio del 2018. Ricordate? S&P 500 a 2900 punti, DAX a 13500 punti. Lo ricordate? E il Bitcoin a 20.000 dollari? Sembrava di stare … sotto un bombardamento. Sono trascorsi appena 11 mesi.

 Al comprensibile  e giustificato allarme di alcuni tra i nostri Clienti, allora, Recce’d rispose sempre con le medesime parole che Authers scrive oggi 11 dicembre 2018. Che erano anche le sole parole che allora avessero un senso ed una utilità.

Si tratta di un episodio fortunato? Noi siamo stati solo fortunati, semplicemente, a renderci conto di ciò che stava accadendo sui mercati 12 mesi fa? Possibile, ma NON è la nostra convinzione, e per due fondate ragioni:

1.      Le analisi sottostanti, dettagliate e quotidiane, che motivavano la nostra valutazione di 12 mesi le avete lette tutti voi Clienti, ed in tempo reale

2.      Abbiamo una storia, che è fatta anche di precedenti episodi (ricordate tutti il “bazooka di Draghi”) episodi nei quali Recce’d combatté in modo pubblico la sua battaglia. E vinse, come sta vincendo in queste settimane

A questo punto facciamo a voi Clienti due domande importantissime:

·        Credete anche voi, come noi, che se non si hanno le idee chiare su punti come questo, tutta intera l’attività di gestione di portafoglio diventa, semplicemente, un gioco d’azzardo, una scommessa alla cieca? A che servono tante parole, frasi, studi e ricerche, se poi non si ha la capacità di distinguere momenti di follia collettiva da momenti nei quali il funzionamento dei mercati è “normale” come scrive Authers?

·        Credete anche voi, come noi, che se il 2017 è stato, effettivamente come scrive oggi Authers, un “weird outlier”, allora aveva senso sia avere paura (come abbiamo ricordato nella Lettera al Cliente precedente) sia adottare politiche di gestione dei vostri portafogli inusuali, sbilanciate sul cash, e caratterizzate da poca movimentazione?

Sono domande, come abbiamo appena detto, importantissime. Se la vostra risposta è negativa, allora attenzione, forse noi di Recce’d NON siamo per voi l’interlocutore giusto.

Perché anche in futuro, Recce’d lavorerà nel medesimo modo, seguendo le medesime regole e la medesima disciplina.

(………)

Mercati oggiValter Buffo
Gennaio 2019: l’incubo “leveraged loans”

Recce’d e i suoi Clienti guardano al 2019 senza particolari preoccupazioni, diciamo un livello normale di preoccupazione, sicuramente di molto inferiore a quello che oggi colpisce sia gli investitori finali sia le Reti di vendita e le banche globali di investimento.

Per questa ragione, oggi abbiamo scelto di dedicare una serie di Post agli incubi. Degli altri.

In questo Post, noi vi raccontiamo di un incubo che potrebbe diventare un rischio concreto nel 2019 per tutti i mercati.

Vi hanno mai parlato dei “leveraged loans”? Vi hanno spiegato cosa sono, a che cosa servono, a chi servono?

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Il nostro suggerimento è di informarvi, rapidamente. Recce’d dedicherà a questo argomento la sua Sezione Operatività la settimana prossima in The Morning Brief.

In breve ricordiamo qui alcuni punti:

  • si tratta di finanziamenti a leva finanziaria

  • questi strumenti hanno avuto una rapida diffusione proprio negli ultimi anni

  • per alcuni aspetti ricordano i “mortgage bonds” degli anni 2005-2006

  • il loro prezzo è crollato negli ultimi mesi

  • nonostante il fatto che si tratta di strumenti a tasso variabile

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Mercati oggiValter Buffo
Gennaio 2019: l’incubo Italia (o Francia?)
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Recce’d e i suoi Clienti guardano al 2019 senza particolari preoccupazioni, diciamo un livello normale di preoccupazione, sicuramente di molto inferiore a quello che oggi colpisce sia gli investitori finali sia le Reti di vendita e le banche globali di investimento.

Per questa ragione, oggi abbiamo scelto di dedicare una serie di Post agli incubi. Degli altri.

Come avete letto sulla stampa quotidiana, nonostante il rimbalzo dei prezzi dei BTp ci sono grandi incognite che pesano sul futuro anche di breve termine dell’Italia.

Che cosa significa per l’Italia la fine del Quantitative Easing? L’uscita di scena di Draghi nel 2019?

Che effetto avranno i risultati delle Elezioni Europee?

La linea di Recce’d anche qui è molto chiara. L’Italia è solo un pedone su una scacchiera sulla quale sono in movimento regine e re, alfieri e torri. Il Governo in carica può avere, nel merito della manovra 2019, le sue ragioni ed i suoi torti, ma resta l’impressione che non abbia idea della complessità dei problemi internazionali che incidono, in misura spesso determinante, sul destino economico (e politico) dell’Italia.

Il taglio della previsione sul deficit 2019 in questo senso è un fatto irrilevante, mentre non è irrilevante il fatto che la Francia sale al 3%.

In questo senso, gli ultimi mesi di Draghi alla BCE potrebbero esser un vero inferno come dice l’immagine che segue.

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Mercati oggiValter Buffo