Il punto di svolta (1): il pessimismo
Vi avevamo prennunciato un punto di svolta per i mercati.
E il punto di svolta è arrivato: puntuale, nell’ultima settimana del 2018, come abbiamo spiegato anche nell’ultima settimana in The Morning Brief.
Per questo, abbiamo immediatamente messo mano, e rivisto in profondità, i portafogli dei nostri Clienti.
Tra le cose che un gestore di portafoglio non può fare a meno di notare e analizzare, una è esemplificata dalla immagine che segue.
Apri lo schermo del tuo telefono cellulare, in un giorno qualsiasi, e noti subito una cosa: tutti i titoli, tranne uno, hanno un tono negativo.
Sembra di essere in un telefilm, come “The Twilight Zone” degli anni Cinquanta. Tre mesi fa, tutti questi titoli erano ancora ultra-ottimistici. Si scriveva solo di S&P 500 oltre i 3000 punti, di crescita economica al 4% e di utili che crescono del 20% annuo.
Oggi, neppure una riga su questi argomenti.
Non si tratta soltanto dei commenti al mercato: anche se si guarda ai prezzi di mercato, non ci sono aree o zone in controtendenza. Semplicemente, scende tutto. In modo indiscriminato. I titoli degli articoli a commento, come ad esempio quelli dell’immagine qui sotto, non possono che riflettere la nuova realtà.
Durante la giornata, il flusso di notizie che appare sugli schermi di chi opera sui mercati è tutto negativo, come vedete qui in basso. Alle notizie su Nasdaq e Deustche Bank (DB) si alternano le dichiarazioni, allarmate e quindi in affanno, del Ministro del Tesoro USA, e quelle imbarazzate di chi, come JP Morgan, non capisce che cosa sta succedendo.
E naturalmente, come potete vedere nell’ultima immagine che trovate più in basso, tornano di gran moda termini che erano del tutto scomparsi.
Ora, ma solo DOPO che i mercati sono già scesi, è facile parlare e scrivere del rischio recessione.
Tra quelli che parlano e scrivono, neppure uno però è capace di spiegare perché oggi, in dicembre, esiste un rischio-recessione che a settembre nessuno prendeva in considerazione.
Recce’d che cosa ne pensa? Molto semplice. Guarderemo, nelle prossime settimane e mesi, ai dati. Come sempre. fremo le nostre simulazioni, analisi e stime, come sempre.
Non ci lasceremo trascinare da questa ondata di pessimismo, proprio come un anno fa abbiamo resistito (nell’interesse del nostro Cliente) alla imperante ondata di ottimismo.
Le trappole, per chi investe, sono proprio queste: l’industria dei Fondi Comuni, con l’aiuto di quella delle banche globali di investimento, deve sempre inventarsi delle storie da raccontare allo scopo di vendere i prodotti. Che non è detto che poi trovino riscontro nei fatti (anzi, accade di rado).
Il lavoro di un gestore di portafoglio professionista è proprio quello di sapere distinguere le storie inventate per vendere Fondi Comuni, GPM e altri “prodotti finanziari” dai fatti della realtà che sa là, fuori dalla finestra dell’ufficio.