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Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 2)

Ad oggi venerdì 18 maggio noi in Recce'd abbiamo la sensazione che ci sia un aspetto della vicenda in corso che è sfuggito a tutti: ai quotidiani, alle tv, ai mercati finanziari.

Ed è invece l'aspetto di maggiore importanza per noi investitori.

Pochi giorni fa, il Financial Times pubblicava l'immagine che segue.

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L'immagine qui sopra racconta il calo del differenziale tra Italia e Germania e lo spiega con un "miglioramento delle prospettive". Cosa che era allora, e rimane oggi, del tutto falsa. Questo andamento era, più semplicemente, la reazione alle insistite dichiarazioni di Draghi sulla necessità di "prolungare lo stimolo monetario". Insomma, la molla che spinge alla "caccia ai rendimenti sui mercati finanziari".

In Italia è in formazione un Governo che, se varato dal voto delle camere, metterà in discussione proprio questo. Il Governo in formazione dispone di un ampio mandato popolare per mettere in discussione ciò che dice la BCE. Notate che, a differenza del caso Grecia, in Italia per il momento non si teme il fallimento delle finanze pubbliche, e l'economia non è sull'orlo del collasso.

Quindi: il nuovo Governo ha spazio di manovra. Può, almeno nel breve termine, agire. E può affermare che la "dottrina BCE" non funziona. Per molti anni si è ripetuto che con le politiche monetarie ultra espansive (e quindi tenendo sotto zero i tassi di interesse) si sarebbe favorito prima il riordino delle finanze pubbliche e poi la ripresa economica (come conseguenza): questo Governo ha il mandato per dire che non è vero, che non funziona così. Può dire che con i tassi più alti, lo spread più ampio, e un deficit di bilancio più ampio si ... tira avanti lo stesso, magari facendo altre cose nel frattempo.

Una scelta che ci porterà al disastro? Oppure le ca faranno? Dipende. Noi non sapiamo dire oggi come si evolveranno le relazioni tra l'Italia e la Russia, oppure tra Merkel e Putin (e Trump), oppure tra Macron e Merkel, tra gli Stati Uniti e la Unione Europea. Su questo, la visibilità è zero, e lasciamo l'ingrato compito ai politologi. La  sola cosa di cui siamo certi, invece, è che potrebbe innescarsi un processo a catena, perché in Eurozona l'area dello scetticismo sulle scelte fatte negli ultimi anni è molto ampia e si estende ben oltre i confini italiani. Se passa anche solo il 30% di ciò che dicono Di Maio e Salvini, cosa succederà in Francia? In Spagna? in Belgio? Nei Paesi dell'Est Europa?

Questo, per noi di Recce'd, è il punto per noi investitori: guardare, con grande attenzione, a ciò che succede in Europa, piuttosto che alle scelte del Governo in Italia. Una reazione a catena, giunti a questo punto, a noi sembra molto probabile, e paradossalmente l'Italia potrebbe trovarsi in una posizione relativa migliore rispetto ad altri Paesi.

Non siamo, come sanno bene i lettori, a favore di politiche di bilancio dissennate che aumentano i pesi sulle spalle delle generazioni future.

Ma allo stesso tempo, a differenza della gran parte degli organi di informazione italiani (fino ad oggi) abbiamo mantenuto la capacità di vedere i punti deboli e la sostanziale irrazionalità delle politiche economiche adottate negli ultimi anni.

Il grafico che chiuse il Post racconta questa irrazionalità. Il costo del debito, in Italia, si trova ai minimi di ogni tempo. Mentre il debito italiano sta ai massimi di ogni tempo rispetto al PIL. 

Un assurdo, senza spiegazione, senza motivazione. A chi conviene? A chi serve? A chi fa comodo? Che interessi soddisfa?

Siamo certo che neppure Draghi, ormai, riesce a comprendere che senso abbia una situazione come quella del grafico. Situazione assurda, dalla quale prima si esce, e meglio sarà per tutti. Quella corda è stata tirata fin troppo.

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Perché sarà facile (parte 2)

Nel Post che precede questo, vi abbiamo riferito di Goldman Sachs, oggi riportiamo le parole di Morgan Stanley di ieri: sul medesimo argomento toccato ieri, ovvero sul perché i nostri portafogli da qui in avanti sono posizionati in modo da performare molto meglio della media.

The outlook for market returns has precipitously worsened in recent months, with analysts and investors growing increasingly confident that the lengthy bull market that began in the wake of the financial crisis could be, if not coming to a close, petering out. More market participants view the economy as being in the late stage of its cycle, and a recession is widely expected in the next few years. All of that could result in an equity-market environment that’s a mirror image of recent years, where gains were pretty much uninterrupted, and volatility was subdued.

“2018 is seeing multiple tailwinds of the last nine years abate,” Morgan Stanley analysts wrote in a report to clients that was entitled “The End of Easy,” in reference to the investing environment. “Decelerating growth, rising inflation and tightening policy leave us with below-consensus 12-month return forecasts for most risk assets. After nine years of markets outperforming the real economy, we think the opposite now applies as policy tightens.”

As part of its call, Morgan Stanley reduced its view on global equities to equal weight, saying they were “in a range-trading regime with limited 12-month upside.” It raised its exposure to cash, following Goldman Sachs, which last week upgraded its view on the asset class on a short-term basis.

U.S. gross domestic product grew at an annualized 2.3% in the first quarter, below the 3% average of the previous three quarters, as consumer spending hit its weakest level in five years. While slowing growth isn’t the same as a contraction, the data added to concerns that a period of synchronized global growth was coming to a close. According to a BofA Merrill Lynch Global survey of fund managers in April, just 5% of respondents expect faster global growth over the coming 12 months, compared with the roughly 40% that did at the start of the year.

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One of the primary reasons for Morgan Stanley’s tepid view revolves around central bank policy, which investors have increasingly cited as a primary risk factor. The Federal Reserve in particular is moving away from an accommodative monetary environment. The U.S. central bank has been gradually shifting its monetary policy in two significant ways: raising interest rates and reducing the size of its balance sheet. Low rates and the Fed’s bond-buying program are seen as major contributors to the equity market’s massive rally over the past decade, and losing them could lower or remove a floor that has limited equity losses for years.

“These cyclical and structural headwinds are quite the one-two punch,” Morgan Stanley wrote, adding that rising interest rates and a possible change in the economic cycle raised “the risk of a turn that would suggest strategically depressed returns.” Earlier this year, the investment bank said that expectations for future returns were at an 11-year low, or at their weakest level since before the financial crisis.

E se Morgan Stanley non vi avesse convinti, eccovi un secondo commento.

Howard Wang, the co-founder of Convoy Investments, called the Fed’s ballooning balance sheet “the fundamental driver of asset prices over the last decade. I believe the trend of shrinking money supply in the system will continue for some time to come. This adjustment is a painful but necessary process for healthier markets and economies.”

Ed ecco la chiave dei vostri futuri successi.

Perché sarà facile (parte 1)
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Molti lettori ci hanno chiesto perché Recce'd ha scritto in più occasioni che sarà facile generare risultati soddisfacenti nel corso del 2018.

Nel weekend, lo ha spiegato (pensate!) Goldman Sachs. Come? Spiegando in modo chiaro la grande preoccupazione che domina, oggi, tra i gestori dei Fondi Comuni tradizionali. Ovvero: quelli che, nel 2017, grazie alla "marea che alza tutte le barche", hanno performato, ma oggi temono di vedere svanire tutto.

Vi ... costringiamo a leggerlo in inglese, perché così nessuno potrà dire che si è voluto "ritoccare" il messaggio.

"The environment for investors is less pleasant than last year. Although growth is strong, corporate earnings have been on a tear, and both inflation and interest rates remain historically low, all of these tailwinds are abating at the margin. Perhaps more fundamentally, if financial conditions need to tighten to limit the overshoot of full employment, this is likely to mean a downward price adjustment for a weighted average of government bonds, corporate credit, and equities. Effectively, the overall size of the pie is set to shrink, and in that environment it will get harder to generate good risk-adjusted returns for all but the savviest investors."

Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 1)
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Nel fine settimana, nel Mondo intero, non si parla d'altro. E noi stessi riceviamo telefonate ed e-mail dai nostri corrispondenti all'estero, curiosi di sapere ... che cosa sono i minibot (noi non lo sappiamo).

Ne scriveremo anche domani, sia in The Morning Brief, sia su SoldiOnline.it.

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Oggi, prima di conoscere i dettagli del programma e le decisioni del Presidente della Repubblica, ci limiteremo a ripetere ciò che più volte abbiamo detto e scritto: per i vostri investimenti (eventuali) in Italia, non guardate alle voci, non guardate ai sondaggi, non state a sentire ciò che dichiarano i politici, e non fidatevi neppure delle promesse di Draghi.

Guardate, con attenzione, ai dati, i dati reali. Debito, crescita economica, inflazione, tassi di interesse nazionali ed internazionali, e così via.

Lì troverete già tutto: anche le implicazioni di questa nuova esperienza per noi investitori. Nel caso dell'Italia, non è particolarmente difficile.

Che ce ne facciamo, di un rimbalzo così?

Il coro delle televisioni (CNBC in testa), dei settimanali specializzati e ovviamente dei consulenti più "ultras" ha acceso tutti i riflettori sul rimbalzo delle Borse che ha riportato l'indice USA al di sopra della media mobile a 200 giorni, che era stata rotta solo sette giorni di mercato fa.

A favore dei nostri Clienti abbiamo commentato ogni giorno questo rimbalzo, spiegando che significa poco o nulla: la ragione, forte ed anzi fortissima, è che questo rimbalzo NON è la reazione ad un miglioramento delle previsioni e delle prospettive delle Aziende.

A distanza di anni, siamo purtroppo ancora qui a commentare, con allarme sempre maggiore, che si riesce a fare salire le Borse sulla base del fatto che "le cose peggiorano": come vedete qui sotto, anche nelle ultime sedute la curva dei rendimenti USA si è avvicinata ancora di più allo zero (recessione).

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In questo mercato finanziario, intossicato e a volte tossico per gli investitori, le cattive notizie sono buone notizie: e per un solo fatto, ovvero che le Banche Centrali saranno costrette a rallentare o negare la fase di uscita dalle politiche monetarie non convenzionali ed ultra espansive. C'è purtroppo ancora chi investe sulla Borsa (con logiche NON di investimento bensì puramente speculative) perché ... mancano le alternative.

Come tutti sapete, queste cose si riflettono poi negli indici di "condizione finanziaria", ovvero le financial conditions citate spesso anche dagli uomini e donne della Federal Reserve, e che vedete sotto nel grafico.

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Nelle ultime sedute si investe sul fatto che le cose peggiorano: ed in Europa, la cosa è ancora più evidente. Scende l'euro, e salgono gli indici di Borsa. Sapete che Recce'd NON lo fa né lo farà in futuro, e sapere anche che Recce'd lo giudica un pericoloso errore.

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Ma attenzione: anche negli USA la crescita economica è più lenta del previsto, e soprattutto se guardiamo agli utili aziendali la stagione delle trimestrali USA che in questi giorni si chiuderà NON ha generato un rialzo dei mercati ma soprattutto NON ha indotto una revisione al rialzo delle stime per il trimestre successivo.

Lo vedete sotto, nel grafico di Zacks: e Zacks, come già commentato in questo Blog, è uno dei più accesi "ultras" dei rialzi di Borsa. Come vedete qui sotto, nel primo trimestre molte aziende hanno "battuto le stime degli analisti" ma poi i medesimi analisti NON hanno corretto al rialzo le stime per il trimestre in corso.

Vedrete che presto si tornerà a scrivere di "peak earnings".

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