Detox. Perché si chiama Detox?
Le ultime due settimane hanno visto i mercati mettersi “in pausa”, dopo le turbolenze anche violente di novembre.
La verità, però, è un’altra: è sufficiente alzare un po’ lo sguardo.
I numeri non mentono mai.
Sulla Borsa di New York, da due mesi, non entra e non esce un centesimo: la Borsa di New York si è fermata a fine settembre scorso.
Come certamente tutti sapete, sulle Borse europee non si muove nulla da ben nove mesi: non esce un centesimo, ma non entra un centesimo.
E le obbligazioni? A voi raccontano che “i tassi di interesse scendono”, ma chi ve lo dice sta mentendo: e lo conferma il fatto che NESSUNO ha comperato obbligazioni, nel 2025.
Per quale ragione? Nonostante i tagli dei tassi ufficiali di interesse?
Anzi: nel 2025, come vedete bene qui, sul Bund tedesco (la famosa … “ancora di salvezza” per tanti investitori, poco aggiornati e poco informati) nel 2025 sono state più le vendite che gli acquisti.
Non ve lo avevano detto?
La fase di autentica paralisi su tutti i mercati è presto spiegata: nessuno (professionisti, fai-da-te, commentatori) sa che cosa pensare. Vince la paura. E si aspetta (finalmente!) il Detox. Tutti sono in attesa di Detox: perché non sanno da dove arriverà.
I venditori a domicilio (financial advisors, private bankers, e “consulenti pagati a retrocessioni sui prodotti) loro invece sanno che cosa dire: ma non perché capiscono la situazione, bensì perché ripetono gli slogan di vendita. Un disco rotto. Sempre le medesime storie zuccherose. Sempre tenendo occhi chiusi, orecchie tappate, e cervello spento.
Da questo punto di vista, l’importanza di queste ultime due settimane, però, è stata grande: due settimane utilissime, sia per noi gestori sia per tutti gli investitori, perché siamo tutti ritornati a leggere i dati economici per l’economia degli Stati Uniti, l’economia che influenza tutte le altre economie cosiddette Sviluppate.
La nostra analisi di questi dati è stata dettagliata ed accurata: ogni mattina, ne abbiamo scritto ai Clienti di Recce’d, allo scopo di mettere a punto lo scenario per il 2026, e le mosse di portafoglio per cogliere tutte le nuove opportunità.
In questo Post NON leggerete nulla di questo ampio lavoro di analisi. Se interessati, potete andare alla pagina CONTATTI. Contattarci è molto semplice, ed utilissimo in fasi di mercato come è questa.
In questo Post, però, prenderemo spunto dal lavoro che noi abbiamo fatto sui dati più recenti, per confrontarci con i lettori sul tema del momento, ovvero lo “scenario 2026”, che molti chiamano “outlook 2026”.
Lo faremo in un modo ovviamente sintetico, e naturalmente molto semplice, facile da comprendere.
Anche perché il messaggio che vogliamo darvi è molto semplice: nel 2025, il solo tema di mercato è stato Detox: vi sarà sufficiente vedere come hanno chiuso ieri i BTp, ed i Bund, ed i Treasuries degli Stati Uniti.
Tutto il resto? E’ solo contorno, luci abbagliati, cortina fumogena. Il contorno (incluso AI) per tutti voi investitori conta nulla. Ha contato nulla già per tutto il 2025.
Il nuovo messaggio, che vi porta questo nuovo Post, è:
sarà così anche per tutto il 2026. Almeno per tutto il 2026. Poi vedremo, per il 2027. Solo Detox conta, per investire: ed è tutto qui lo “outlook 2026”.
E ve lo dimostriamo subito.
Partiamo da una ricapitolazione della settimana che si è appena conclusa.
L'indice di riferimento S&P 500 (SP500) si sta nuovamente avvicinando al territorio record, dopo un lento ma costante rialzo nelle ultime due settimane. Tra gli sviluppi positivi figurano la probabilità di un altro taglio dei tassi da parte della banca centrale a dicembre e una nuova guida della Federal Reserve. Dopo diverse tornate di colloqui, è probabile che il Direttore Economico Nazionale Kevin Hassett sostituisca Jerome Powell il prossimo anno, spingendo la banca verso tagli aggressivi dei tassi di interesse.
A migliorare la situazione: i dati economici emersi dopo il blackout dovuto allo shutdown governativo non sono stati particolarmente significativi. L'aumento della disoccupazione è stato osservato in concomitanza con dati preoccupanti provenienti dal settore privato, mentre il settore manifatturiero ha subito una contrazione per il nono mese e la fiducia dei consumatori è calata a causa delle preoccupazioni relative all'inflazione, all'occupazione e all'economia. Oggi gli investitori riceveranno anche nuovi dati sull'inflazione, in concomitanza con la pubblicazione dell'indice dei prezzi alla spesa per consumi personali, con il tasso core che dovrebbe rimanere stabile, anche se ancora elevato.
Ciò ha rafforzato la necessità di ulteriori tagli dei tassi, portando a un'ampia crescita e a un rally con solidità. Il rialzo ha coinvolto la maggior parte dei titoli dell'S&P 500, così come i titoli a piccola capitalizzazione, come il recente record di chiusura dell'indice Russell 2000 (RTY). È interessante notare che il settore tecnologico è rimasto in gran parte escluso dal recente rimbalzo, a causa di una rotazione settoriale e delle preoccupazioni sulla concentrazione del mercato e sulle valutazioni.
"Nonostante tutto il recente clamore sull'economia negli Stati Uniti e le inquietudini geopolitiche che si sentono in tutto il mondo, sono ottimista riguardo al mercato azionario", scrive Damon Judd, leader di SA Investing Group, nel suo Market Outlook For 2026. "Dopotutto, siamo solo a circa 3 anni dall'inizio dell'ultimo mercato rialzista e i venti favorevoli della Quarta Rivoluzione Industriale, o 4IR (chiamata anche Industria 4.0), stanno appena iniziando a spingere l'S&P 500 verso nuovi massimi nel 2025, che credo continueranno per almeno un altro anno o due."
In questo Post che state per leggere, vi chiariremo:
perché ciò che viene detto nel brano precedente ci vede in disaccordo totale
perché questa serie di Post, che Recce’d ha avviato nel mese di marzo 2025, si chiama e si chiamerà ancora Detox
Partiamo dal brano precedente, là dove ci viene spiegato che “una nuova Rivoluzione Industriale è appena iniziata. Il tono, è enfatico. Le promesse si concentrano tutte su un futuro che ancora non ha una data: nel presente, invece, c’è nulla di tangibile. Ancora una volta, a voi dicono che bisogna investire su una speranza.
Ancora una volta, Recce’d invece insiste su una diversa indicazione, ovvero:
Hope is not a strategy. La speranza non è una strategia.
Investire il proprio denaro … sulla speranza è un enorme errore, per qualsiasi investitore (individuale, professionale, Istituzionale).
Chiedete ai vostri amici che fanno gli imprenditori, se ne avete: ha senso scommettere su una “speranza”?
Ora, nel Post, Recce’d vi spiegherà perché dovete difendere i vostri risparmi da questa deriva, da questa forma di isteria di massa.
Lo faremo prendendo a riferimento iniziale l’elenco dell’immagine che segue. L’autore di questo elenco ha l’intenzione di riassumere in pochi punti tutte le ragioni per cui è obbligatorio essere ottimisti ed investire i vostri rispami su una speranza.
Si tratta di argomenti molto diffusi: si tratta di argomenti utilizzati ogni giorno, allo scopo di gonfiare e rigonfiare la “bolla di tutto”. Che, come abbiamo già spiegato in dettaglio nella serie Detox, non è “la bolla di AI”, e non è la bolla del 2007-2009, e non è la bolla del 2009-2003. E’ invece una cosa più grande e più complessa, le cui ricadute saranno decisamente più ampie, rispetto a ciò che noi tutti abbiamo visto nei due episodi appena citati.
Ma torniamo adesso alla tabella, che si conclude con la domanda “che cosa potrebbe andare male?”, ovvero con la domanda “come si fa a non essere euforici?” Ovvero con la domanda “per quale ragione adesso si dovrebbe essere SHORT?” ovvero con la domanda “non avete paura di rimanerne fuori”?
In pochi minuti, ora Recce’d vi darà la risposta a tutte queste domande. Che certamente non è la risposta che l’autore di questo elenco vorrebbe sentire.
Ma è la verità, i fatti, la realtà nella quale viviamo ed operiamo.
Seguiteci: è tutto molto facile, rapido, efficace..
L’autore di questo elenco, con un raffinato lavoro di sintesi, ci vuole dimostrare che essere euforici oggi è obbligatorio, per tutti i gestori è tutti gli investitori. Forse questo è il momento migliore di tutti, per mettere i soldi in Borsa. Ottimismo, entusiasmo, euforia.
Come abbiamo detto, si tratta di un’ottima sintesi: si sintetizza, in 10 soli punti, l’argomento che viene utilizzato per “pompare” nella mente degli investitori quell’euforia che è necessaria per sostenere questa gigantesca “bolla di tutto”. Usato dai media, dalle banche internazionali, dai promotori finanziari che vengono pagati che le retrocessioni delle commissioni che voi, investitori, pagate ogni giorno sui Fondi Comuni, sulle GPM, e sulle polizze assicurative che questi signori vi vendono.
Vi raccontano che tutto sale, e tutto continuerà a salire, perché tutto va bene, anzi benissimo. Non potrebbe, letteralmente,, andare meglio: e questo per la semplice ragione che nulla può andare male. Nulla può mettersi di traverso, e nulla può frenare questa Nuova Rivoluzione Industriale.
E quindi … buttatevi dentro, amici investitori, con tutto ciò che avete. E magari, fate anche debiti, per acquistare azioni, obbligazioni, private credit, finanziamenti diretti, private equity, venture capita. Insomma, tutto. Investiti al 100%, oppure al 120%, e perché no al 140%?
Questo tipo di euforia pervade oggi la maggior parte dei mercati finanziari, ed anche a prima vista dovrebbe preoccuparvi moltissimo, amici lettori.
In questo Post, vi spieghiamo le ragioni per le quali tutto questo … semplicemente non sta in piedi. E lo facciamo in pochi passaggi.
Cominciamo da questo.
Il tasso di crescita degli utili delle Società quotate a New York, alla luce dei dati pubblicati nelle trimestrali più recenti, è stato del 13% anno-su-anno. Un dato fantastico, non c’è dubbio. Così tanto “fantastico” da risultare … fantasioso, ed allora siamo obbligati a farci qualche domanda.
Eccone alcune.
Voi avete fatto caso che negli ultimi tre anni, gli utili sono cresciuti ad un ritmo a due cifre, mentre nel suo insieme, l’economia degli Stati Uniti è cresciuta ad un ritmo del 2% l’anno?
No?
Fate adesso un calcolo veloce: se l’economia cresce del 2%, mentre gli utili crescono del 13% … da dove escono questi grandi utili aziendali?
Aggiungete poi, nella vostra mente, un secondo dato: se escludiamo dal calcolo quelle sette Aziende che chiamano Magnifici Sette, la crescita degli utili sarebbe … quanto? Non lo sapete? Ve lo dice Recce’d: sarebbe zero.
Certamente, qui c’è qualche cosa che non torna. Che insospettisce. che inquieta qualsiasi investitore.
Ma che razza di modello di sviluppo sarebbe questo? Che razza di Rivoluzione industriale?
Per rispondere, dobbiamo esaminare gli altri punti del nostro elenco.
Ve ne abbiamo già parlato. Ne hanno parlato tutti, come vi abbiamo mostrato proprio nel Blog e soltanto quindici giorni fa. La storia degli “renormi investimenti in AI” da tempo domina sui media e sui social. Voi, amici lettori, ne avete capito qualche cosa? Se lo avete fatto, certamente non è leggendo sui social e sui media, sui quotidiani e sul web, oppure ascoltando TG e GR. Forse, se avete capito qualche cosa, è grazie a ciò che Recce’d ha scritto qui nel nostro Blog.
La domanda è molto semplice: davvero molto semplice: 700 miliardi di dollari investiti in “AI” sono per noi investitori finali una buona notizia? Un’ottima notizia” Oppure no?
Voi amici lettori che opinione avete in proposito? Il vostro “consulente pagato con le retrocessioni sulle polizze e le GPM ed i Fondi Comuni”, lui che cosa ne pensa? Ed il vostro social, la vostra chat, che cosa vi dicono?
Se volete sapere che cosa ne pensiamo noi di Recce’d, la cosa più semplice è contattarci. In alternativa, rileggete i Post di ottobre e novembre 2025.
Una cosa è certa: non c’è certezza, che 700 miliardi di dollari investiti in “AI” generino un flusso adeguato di utili: è già successo in passato, in molti momenti dell’economia e dei mercati, che una “corsa all’investimento” si sia poi rivelata per ciò che era sin d’all’inizio, ovvero la ricorsa di un miraggio.
L’argomento dei “grandi investimenti” non può tenere in piedi questo “tema di investimento” che chiameremo “ottimismo euforico”. Andiamo quindi a leggere anche gli altri punti.
Al punto numero 1 del nostro elenco, si dice che siamo di fronte al “più grande boom della tecnologia dai tempi di Internet”.
Qui non servono troppe parole: erano esattamente questi gli “slogan di vendita” negli episodi precedenti:
nel 2000, ci dicevano che “dot.com” era "“la inarrestabile rivoluzione della tecnologia”; poi ci vollero ben 16 anni, per ritornare a quei livelli di mercato. Ben 16 anni: una intera generazione di investitori
nel 2007, ci raccontavano che “i prezzi del mercato immobiliare non scenderanno mai perché non sono mai scesi”; ve lo ricordate, non è vero?
Il punto numero 1 dell’elenco che stiamo esaminando è quindi, semplicemente, una delle solite sciocchezze che periodicamente vengono vendute alle masse.
Andiamo ad esaminare cose più serie.
La politica monetaria è chiaramente orientata in modo espansivo, ci dicono i punti numero 2 e 5 dell’elenco.
Per noi investitori, questa deve essere considerata una buona notizia? Il “supporto della poilitica monetaria” significa che “abbiamo le Banche Centrali alle nostre spalle”?
Proprio come nel 2021?
Ieri, 5 dicembre 2025, i dati (finalmente!) pubblicati per il mese di settembre 2025 ci hanno detto che il tasso di inflazione sta al 2,8%. In cinque anni, il 15%.
Lo avete letto ieri? Ve lo hanno detto? Che cosa ne pensate?
E’ quello che a noi investitori serve, una politica monetaria espansiva? Fa bene, al nostro risparmio? Ne siete certi?
Tanto quanto ne eravate certi solo quattro anni fa, ovvero nel dicembre del 2021? Poi invece nel 2022 dove eravate, voi con i vostri risparmi? Che cosa avete fatto, nel 2022? Che cosa pensavate voi, tre anni fa nel 2022, dei vostri risparmi?
Il suggerimento di Recce’d è di ripensarci, a tutta questa faccenda. Di rivalutare bene tutta la questione.
Magari chiedendo aiuto, a chi di queste cose ne capisce. Noi di Recce’d, ad esempio.
Informatevi: il taglio dei tassi USA, la settimana prossima, sarà una buona notizia per i mercati finanziari?
L’autore dell’elenco, invece, sembra capirne proprio poco, di come funzionano le cose quando ci si occupa di politica monetaria, tassi ufficiali di interesse, inflazione e crescita economica. E sembra anche essere di memoria corta
Insomma, fino a qui proprio non ci siamo: l’elenco non raggiunge i suoi obbiettivi, la storia dello “ottimismo euforico” proprio non sta in piedi. Ma proseguiamo nell’esame dell’elenco.
Al punto numero 3, leggiamo che Trump sta per annunciare il nuovo candidato a sostituire Powell alla Federal Reserve (che si chiama Hassett, e di cui Recce’d poi scriverà, ma in una altro nuovo Post)..
Anche in questo caso, noi che abbiamo a cuore il nostro risparmio, ed il risparmio dei Clienti di Recce’d, siamo costretti a domandarci: ma questa, è una buona notizia?
Noi in Recce’d non abbiamo certo dimenticato il Liberation Day dello scorso aprile (le tariffe), la reazione dei mercati finanziari del Mondo intero, e la totale marcia indietro di sette giorni dopo.
Anche questo argomento, come i precedenti che abbiamo appena esaminato, non sostiene la visione euforica ed entusiasta del futuro dei mercati finanziari, come era nelle intenzioni di chi ha redatto questo elenco.
Cerchiamo quindi negli altri punti: vediamo se nel suo insieme questo “ottimismo euforico” regge alla prova dei fatti.
Come leggete nell’immagine sopra, dei 10 punti di questo elenco ben 3 fanno esplicito riferimento all’attività del Presidente Trump: definito il Presidente più “pro-mercato” di sempre.
Forse chi ha redatto questo elenco è influenzato dalle sue personali simpatie politiche. A noi di Recce’d interessano unicamente i fatti: nel nostro mestiere non esistono “simpatie politiche”, abbiamo simpatia unicamente per i risultati.
Il Presidente Trump, nel primo anno della sua seconda Presidenza, si è contraddistinto per una attiva e profonda interferenza nella vita delle Aziende americane, e non soltanto imponendo pesanti tariffe: per decisione del Presidente Trump lo Stato americano ha investito denaro pubblico in Aziende di alcuni settori, ma non in altri settori; IL Presidente Trump è intervenuto direttamente sulla dislocazione degli impianti industriali, sul prezzo di beni e servizi (dall’energia ai farmaceutici), persino sulle pubblicità di alcune aziende. Per non parlare poi del settore delle crypto valute. Decisamente, i fatti ci dicono che Trump è un Presidente anti-mercato, portatore di atteggiamenti di dirigismo economico ben più vicini alla tradizione dei Paesi a economia centralizzata che ai Paesi fedeli alla dottrina del libero mercato.
Come vedete, fino a qui proprio non ci siamo: questo elenco di dieci punti non regge in piedi l’edificio che voleva costruire.
Ma andiamo avanti: e vediamo il punto decisivo.
Fate massima attenzione. perché tutto, ma proprio tutto, ruota intorno agli ultimi due punti.
Se avete seguito la serie Detox di Recce’d, ci siete già arrivati da soli.
Ai punti 8 e 10, si scrive di un deficit dello Stato americano di 2000 miliardi di dollari l’anno, e poi del ritorno degli stimoli all’economia anche in altri Paesi attraverso la spesa in deficit degli Stati. Tutto questo, ovviamente, va ad aumentare il debito.
Lasciamo questa volta al lettore di fare i ragionamenti conclusivi: proponendo per chiudere alcune domande che riguardano proprio i punti dell’elenco:
se davvero siamo in un boom tecnologico come dice il punto 1, che necessità c’è di stimoli economici con nuovo debito (punti 8 e 10)?
se davvero siamo in un boom economico come ci dice il punto 1, per quale ragione si taglia il costo del denaro come ci dice il punto 2?
se davvero siamo in un boom economico come ci dice il punto 1, per quale ragione Trump è così tanto infuriato con l’attuale Chairman della Banca Centrale? di che cosa ha paura Trump? (al punto 3)
se davvero gli “enormi investimenti” in strutture per “AI” sono necessari ed urgenti come ci viene spiegato, per quale ragione non ci viene spiegato come verranno generati quegli utili che sono necessari per rimborsare un “enorme debito” come questo?
per quale ragione questi “enormi investimenti” sono effettuati da un numero ristretto di Aziende (i Magnifici Sette), e sono diretti verso questo stesso ristretto numero di Aziende? Si tratta di un “giro dei soldi” che … somiglia ad un “giro del fumo”?
per quale ragione la Banca Centrale americana oggi interrompe la politiche di riduzione del suo attivo (QT), dopo che solo pochi anni fa a noi investitori era stato spiegato che gli acquisti di titoli (QE) erano misure “temporanee e transitorie” a cui sarebbe “certamente” seguito un ritorno rapido alla situazione precedente?
ed infine: da dove viene quel 13% di utili che crescono in un’economia che cresce molto lentamente? Quanto resterebbe di quel 13% se lo Stato azzerasse il deficit annuale, rispetto ai 2000 miliardi di dollari di oggi? E che cosa resterebbe della crescita dell’intera economia?
Provate voi, amici lettori, a dare una risposta a queste domande. E subito dopo, andate a rivedere in che modo avete investito, oggi, il vostro risparmio.