Disperazione: una incredibile opportunità

 

Anticipiamo, per una volta, la conclusione del nostro lavoro nel Post di oggi: fino a che quello che raccontiamo qui non sarà risolto, i mercati rimarranno nell’instabilità, nell’incertezza e nella fragilità che vediamo oggi. Siamo, tutti, LONTANISSIMI dalla soluzione (molto, molto lontani) e qui Recce’d spiega il perché.

Da sempre, l’arte dell’investimento consiste nel bilanciare, giorno per giorno, e con estrema accuratezza, il rischio ed il rendimento. L’avidità e la paura.

Dove non c’è rischio, non esiste il rendimento. Si paga un rendimento, a chi detiene un asset, soltanto se accetta di correre un rischio. la pura è un elemento essenziale: non può mancare, perché controbilancia la avidità e soltanto così il gioco ha successo.

Questo lo sanno tutti.

In pochi, al contrario, hanno colto un decisivo cambiamento intervenuto negli anni Duemila.

Il cambiamento è il seguente: le Banche Centrali, dichiarando pubblicamente lo scopo di “salvare il sistema” (in realtà: salvare solo una parte del sistema) sono intervenute ed hanno distorto il funzionamento dei mercati finanziari, allo scopo di fare uno strumento della politica monetaria.

Il loro intervento ha avuto come effetto immediato quello di “eliminare il rischio” nella percezione degli investitori. Il rischio NON si può eliminare perché NON sta nei mercati finanziari bensì nella relatà dove i soldi vengono impiegati.

Ma si può manipolare la mente della massa degli investitori. Per un certo periodo di tempo.

Questo “grande disegno” ha funzionato per una decina di anni, ma è saltato per aria nel corso degli ultimi tre anni.

Oggi quel “grande disegno” non c’è più. E il nuovo “grande disegno” non c’è ancora.

Il pubblico degli investitori, nel frattempo:

ha sostituito l’elemento che si chiama “paura” o “rischio” con un nuovo elemento che si chiama “disperazione”.

Ognuno di noi se ne rende facilmente conto: ogni mattina, sul Web, consultando le Home Pages dei maggiori quotidiani, vediamo che la prima notizia (che viene prima dell’Ucraina, del Papa di Roma, della Champions League, del Governo italiano) è:

una nuova soluzione per investire il risparmio.

Qui sotto vedete la Home del sito del Corriere della Sera, il giorno venerdì 12 maggio, alle ore 9,30.

Come vedete, “come scegliere i BTP” è la notizia di maggiore rilevanza e di maggiore richiamo, secondo il maggiore quotidiano italiano il venerdì mattina 12 maggio 2023.

Noi giudichiamo questo fatto importante: un segnale forte. Molti altri esempi li abbiamo già pubblicati, alla pagina TWIT - TWOO del nostro sito. Voi lettori ricordate situazioni simili a questa, in periodi di “non-crisi”?

Per questo a noi la cosa risulta (per più di una ragione) impressionante. Oggi, c’è un vasto pubblico che cerca un consiglio dai quotidiani, per capire che cosa fare dei propri risparmi. Impressionante.

Impressionante, ma decisamente comprensibile. Come Recce’d ha descritto nel dettaglio da mesi, mancando un “grande disegno” da vendere al pubblico, le Banche centrali e le banche di investimento hanno rinunciato del tutto al loro ruolo di “pastori del gregge” degli investitori. Non c’è più lo “scenario condiviso”, ovvero il “quello che pensano tutti” (che è stato, negli anni, prima il “tutto tornerà come prima”, poi “è in arrivo il boom economico più grande di sempre” e poi la “inflazione transitoria” ed infine anche il “soft landing dove nessuno avrà da soffrire”). Come i biscottini della consolazione che tutti diamo al nostro cane.

Oggi nel 2023 invece tutti dicono, e scrivono, che “andremo dato per dato”, mese per mese, settimana per settimana. Fatto che implica che “non si può più escludere nulla”. Abituati da una dozzina di anni a sentirsi ripetere che “i mercati finanziari possono solo salire” adesso gli investitori si sentono dire che “i mercati finanziari potrebbero anche scendere”. Dei valori degli immobili poi … meglio proprio non parlare.

E non sanno più che cosa fare. da qui deriva la disperazione: un senso di impotenza, e di sconfitta inevitabile: come la mattina, risvegliandosi dal sogno.

Quello che leggete di seguito è, a nostro parere, l’articolo più utile, perché più significativo, pubblicato in questa prima parte del 2023. In pochi paragrafi, l’articolo vi spiega:

  1. perché tutti gli indici dei mercati finanziari sono fermi da gennaio a metà maggio 2023: il diffuso senso di precarietà che porta alla disperazione di massa

  2. quali sono le cause di questa anomala situazione: l’atteggiamento di almeno una parte della massa degli investitori, che gradualmente si diffonde poi a tutta la massa (“rendimento spettacolare … spostare le opportunità di una vita”) che compera Tesla a 400 dollari USA ma la rivende a 165 dollari USA “prima che scenda ancora”.

  3. quello che, inevitabilmente capiterà nel momento in cui questo fragilissimo equilibrio salterà per aria (alla produttività degli investimenti, ai Fondi Pensione, al Private Equity, fino al recente diffondersi delle opzioni “a giorno zero” negli Stati Uniti)

Ripetiamo che in questi pochi paragrafi c’è davvero tutto quello che a voi lettori serve, per interpretare il presente e operare con successo nel prossimo futuro. Due cose che invece NON troverete leggendo gli articoli dei quotidiani e i siti web di chat.

Ovviamente, nei pochi paragrafi che seguono NON potete trovare il dettagli e le indicazioni operative: per quelle occorre lavoro, dettaglio, specifiche. Questo è il quotidiano lavoro di Recce’d.

Noi siamo qui, disponibili, per confrontarci con voi.


Paura contro disperazione

La paura è importante nei mercati. Infatti, è tradizione vedere i prezzi come determinati dall'equilibrio tra paura e avidità. I due istinti spingono gli investitori a sostenere opportunità di crescita entusiasmanti, ma ad evitare rischi insensati. Uno dei tanti modi per spiegare gli strani mercati degli ultimi anni è quello di fare una sostituzione.

Le persone sono ancora avide, perché sono umane, ma a guidare le decisioni di investimento non è tanto l'avidità quanto la disperazione. E la disperazione può superare le paure.

Se siete molto al di sotto dell'acqua, il vostro interesse per l'investimento paziente in indici, o per la selezione di titoli in stile Buffett, sarà limitato. State annegando e dovete raggiungere la superficie per sopravvivere. Se vi capita di avere del denaro e siete disperati, lo impiegherete per darvi le migliori possibilità di ottenere un rendimento spettacolare, anche se c'è la concreta possibilità che si azzeri.

Nella vita reale, le persone che non hanno nulla da perdere sono pericolose. Pensate agli attentatori suicidi che sono felici di morire, o ai quarterback che lanciano un passaggio "Ave Maria" negli ultimi secondi. Oppure, in termini finanziari, ai trader disonesti che, a causa delle perdite, rischiano di essere licenziati e quindi raddoppiano i rischi che potrebbero salvarli. Normalmente si tratta di azioni estremamente stupide e irresponsabili, ma quando si è disperati hanno senso. Ma creano anche pericolo per gli altri.

Dove si vedono investimenti disperati? Due anni fa, il fenomeno dei meme stock era alimentato dalla rabbia e dalla disperazione, piuttosto che dall'avidità. Ecco cosa scriveva Points of Return all'epoca. L'entusiasmo intorno a GameStop e ad altre società rifletteva in parte il desiderio di danneggiare i venditori allo scoperto, che erano ampiamente visti come cattivi. Ma ha anche mostrato gli incentivi che i piccoli investitori con assegni di stimolo devono affrontare per investire.

Le giovani generazioni si trovano già ad affrontare un futuro difficile, senza le generose garanzie pensionistiche dei loro genitori, appesantite dai prestiti agli studenti e con poche prospettive di poter acquistare una casa. In questa situazione, potrebbe essere più sensato impiegare una vincita in un modo rischioso, che potrebbe anche fare il botto. Un approccio più sicuro basato su un fondo indicizzato non sposterà l'ago della bilancia delle opportunità di vita di una persona di questo tipo; una grossa vincita che schiaccia gli short potrebbe invece farlo.

Per un altro esempio, provate con i fondi pensione. La mia collega Allison Schrager ha scritto di questo articolo di Vrinda Mittal della Columbia Business School. Il documento proclama che il "capitale disperato" porta a una peggiore produttività e si concentra sui fondi pensione aziendali statunitensi. I bassi tassi di interesse hanno lasciato molti di loro con profondi deficit, perché rendono più costoso finanziare le promesse ai pensionati (o le passività). In una situazione del genere, i gestori dei fondi pensione si trovano ad affrontare gli stessi incentivi di un quarterback quando il tempo sta per scadere: non c'è nulla da perdere da un'Ave Maria. Inoltre, è ampiamente dimostrato che il private equity può funzionare molto bene per gli investitori in grado di sopportare una certa illiquidità, in un approccio notoriamente pionieristico da parte del fondo di Yale.

La statistica chiave del documento di Mittal è la seguente:

Le aziende finanziate prevalentemente dalle pensioni pubbliche più carenti registrano una variazione annua della produttività del lavoro del -5,2%, rispetto alle aziende finanziate da altri investitori che registrano una variazione annua del +5,2%. Le imprese sostenute da fondi di private equity di bassa qualità registrano una diminuzione della produttività. Il meccanismo chiave è la nozione di capitale disperato, in cui le pensioni pubbliche più sottofinanziate allocano il capitale a General Partner di bassa qualità, realizzando rendimenti PE inferiori.

Chi non ha nulla da perdere è pericoloso. Questo è vero anche nell'apparentemente umile mondo della gestione delle pensioni. I tassi bassi hanno portato la disperazione, che ha portato con sé alcune decisioni davvero sbagliate su dove allocare il capitale. Se c'è un filo conduttore nel mondo degli investimenti in questo momento, è la ricerca dell'impatto di questa disperazione. Si sta manifestando in luoghi inaspettati e potrebbe non essere finita. Fate attenzione a chi è in preda alla disperazione.

Anche se non ce ne sarebbe la necessità (perché il precedente articolo dice già tutto) noi vogliamo comunque calare le riflessioni di cui sopra nell’attuale contesto di mercato, allo scopo di fornire, del tutto gratuitamente, a chi legge il nostro Blog un contributo pratico, come facciamo sempre, che li aiuti a andare al di là delle parole che ascoltano ogni giorno dal financial advisor, dal private banker e dal wealth manager, da CNBC oppure dal Sole 24 Ore oppure da una delle varie JP Morgan di questo Mondo.

In un secondo articolo vi raccontiamo il punto di vista di un famoso gestore di portafoglio, le cui competenze si collocano ben al di sopra di quelle medie, e che sicuramente non parla allo scopo di farvi comperare quote di Fondi Comuni oppure di Polizze Vita oppure certificati.

Lui non vi vende nulla. proprio come noi di Recce’d.

Più in basso, alla fine dell’articolo, potete leggere un nostro commento estremamente sintetico.

Stan Druckenmiller ritiene che l'economia statunitense stia barcollando sull'orlo di una recessione, prevedendo un "atterraggio duro" e avvertendo che "ci sono molti altri corpi in arrivo" per quanto riguarda le banche regionali e i fallimenti aziendali.

Il miliardario fondatore del Duquesne Family Office ha dichiarato martedì, durante la 2023 Sohn Investment Conference, che è davvero difficile formulare previsioni economiche accurate, rimproverando alla "Fed di Jerome Powell" di avere "il piede sull'acceleratore" nonostante il rischio di inflazione fosse evidente in mezzo alla ripresa della COVID.

Druckenmiller è stato un grande critico di quella che definisce la politica monetaria troppo facile della Fed e ha continuato a farlo oggi. Ha osservato che dal 1950 ci sono stati solo pochi atterraggi morbidi (“soft landing”) e che le probabilità che ciò accada non sono molto alte, sottolineando il fallimento di Bed Bath & Beyond e avvertendo che potrebbero essercene altri (menzionando in particolare le difficoltà nel settore CRE e il fatto che le banche regionali sono un grande finanziatore di questo settore.

"... Quando si hanno soldi gratis, la gente fa cose stupide. Quando si hanno soldi gratis per 11 anni, la gente fa cose davvero stupide. Quindi c'è qualcosa sotto il cofano, che sta iniziando a emergere. Ovviamente le banche regionali di recente, abbiamo avuto Bed Bath and Beyond.

Ma suppongo che ci siano molti altri organismi in arrivo".

Ha anche criticato la politica fiscale degli Stati Uniti.

"Abbiamo sprecato tutti i nostri proiettili" in un'espansione economica, ha detto, preoccupandosi della situazione fiscale.

"È un cocktail spaventoso quello che ci viene presentato".

Ha aggiunto che non sarebbe sorpreso se i "contabili" tra un anno scoprissero che la recessione è iniziata nel secondo trimestre.

"Non lo so, ma io faccio questo per mestiere e devo avere una previsione", ha detto.

Druckenmiller si è scagliato contro le testate giornalistiche che ripetono all'infinito che questo non è niente di simile al 2008, sottolineando che non ricorda di aver previsto il crollo nemmeno allora.

"È ingenuo non essere aperti alla possibilità che accada qualcosa di veramente brutto", afferma Druckenmiller.

"Questo continuo ripetere che non sembra niente di simile al 2008 o al 2007. Prima di tutto, coloro che lo dicono, non ricordo che nel 2007 avessero previsto ciò che li aspettava e non ricordo che avessero detto che il sistema bancario era così debole...".

Fa parte della sua "matrice", ma non della sua previsione, aggiungendo che non vuole che i titoli dei giornali dicano che sta prevedendo un crollo in stile 2008.

Che cosa sta facendo a questo proposito?

Tanto per cominciare, Druckenmiller dice di non vedere "tiri grassi" ora, notando che i Treasury sono fuori dal tavolo e che è corto sul dollaro, anche se non si tratta di una posizione "massiccia".

Druckenmiller afferma che il rame si trova nella "posizione più stretta" rispetto a qualsiasi altro ambiente che abbia mai studiato.

Druckenmiller dice che teme di avere una posizione sul rame durante un atterraggio duro. Ma se si esce da uno scenario di atterraggio duro, secondo lui il rame sarà un grande beneficiario del boom dei veicoli elettrici. Ancora una volta, afferma che un atterraggio duro non è una conclusione scontata.

"In questo momento sono in oro e argento. Storicamente non hanno fatto bene nelle fasi di atterraggio duro …

...per il momento scommetto contro la storia dell'argento e dell'oro in caso di sbarchi difficili. Potrei sbagliarmi...

...potrei cambiare idea tra una o due settimane".

Druckenmiller afferma che la "cosa dell'IA" è reale e ha il potenziale per essere trasformativa quanto Internet.

"Penso che ci sia una possibilità molto concreta e che potrebbe avere un impatto pari a quello di Internet, letteralmente, andando avanti.

E potrebbe essere una bella opportunità in caso di atterraggio duro, proprio come nel 2001, quando è scoppiata la bolla tecnologica, per le aziende che hanno beneficiato di Internet, Al potrebbe essere una bella opportunità...

La mia azienda ha potuto partecipare ad Al solo possedendo Nvidia e Microsoft...".

Secondo Druckenmiller, l'IA potrebbe avere un impatto sulla produttività pari a quello del PC.

Druckenmiller afferma di non essere positivo sul mercato azionario.

"Se mi piacesse il mercato azionario, sarei esposto ad esso, ma non lo sono".

"Quando guardo il mercato a 20 volte gli utili. Quando guardo ai margini così alti. Se considero le sfide fiscali... è difficile per me immaginare che i titoli siano più alti tra 10 anni".

Ma ritiene che un atterraggio duro creerà incredibili opportunità per i gestori long/short.

"Assicuratevi solo di preservare il vostro capitale fino a quando non si presenteranno", dice.

Druckenmiller afferma che il dibattito sul tetto del debito è "deprimente" e ritiene che un default tecnico sarebbe "stupido" e un evento di mercato. In particolare, l'asset manager miliardario avverte che il dibattito sul limite del debito non tiene conto della questione più importante della spesa pubblica statunitense.

"In questo Paese stiamo assolutamente per tagliare i diritti. È una bugia e una fantasia dire che non dobbiamo tagliare i diritti. Il problema è che o li tagliamo ora o li tagliamo dopo", e dopo sarebbe molto più costoso.

Forse la sua intuizione più chiara è stata il commento sul fatto che se ci sarà un atterraggio duro, permetteremo finalmente al capitalismo di fare il suo dovere e di distruggere le aziende.

"Anche la generazione Z penserà che forse dovrebbero lavorare", afferma.

In particolare, sottolinea l'idea che la banca centrale statunitense potrebbe aver bisogno di infliggere dolore economico nel breve termine per far scendere l'inflazione.

Druckenmiller ricorda come nel 1982 il presidente della Federal Reserve Paul Volcker abbia alzato i tassi di interesse a tal punto da mandare "intenzionalmente" l'economia statunitense in recessione, ma poi sono seguiti "20-30 anni di prosperità" negli Stati Uniti.

Infine, per quanto riguarda la geopolitica, Druckenmiller afferma che l'amministrazione Biden ha commesso un terribile errore nell'isolare il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed Bin Salman. Ha 37 anni, è molto popolare in Medio Oriente e sembra stia costruendo un blocco autocratico all'interno della regione. Nello stesso flusso di coscienza, Druck ha sottolineato che essere la valuta di riserva è un "incredibile privilegio", ma può portare a politiche miopi.

Conclude dicendo che spera che il prossimo presidente non sia Donald Trump o Joe Biden.


La nostra attuale gestione dei portafogli modello è in parte ispirata a queste considerazioni: ovviamente, insieme ad altre, che qui nel Post NON riportiamo.

A chi ci legge, mettiamo in evidenza la frase “potrei cambiare idea tra una o due settimane”: proprio a questo servono le competenze del gestore professionale, in questo specifico contesto dei mercati (che come avete appena letto è unico nella storia dei mercati finanziari), ed è per questa ragione che i nostri Clienti ci riconoscono le commissioni di servizio.

Tutto questo, non lo troverete leggendo il giornale e rimanendo comodamente seduti in poltrona, e non lo troverete neppure sdraiati sul divano con in mano lo smartphone oppure guardando CNBC. Perchè … investire bene non è comodo, per nulla, e non è gratis, per nulla.

"Anche la generazione Z penserà che forse dovrebbero lavorare", dice Stan.

Valter Buffo