Si è girato il Mondo (in 80 giorni) (parte 2)

 
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Ci è sembrata efficace la titolazione di La Repubblica questa mattina e per questo la riportiamo qui sopra.

Ci piace leggere il termine “tracollo” e ci piace leggere delle “nuove vette”. Ci piace perché sono due segni del tempo, del mercato nel quale investiamo oggi: il “tracollo” è un calo dello 1,5%, e le nuove vette sono distanti dalle vette precedenti (come sempre) solo dello 0,1%.

Ma, come vogliono le grandi banche di investimento, e naturalmente anche le nostre Reti di promotori e private banker e wealth managers, la stampa oggi ha il compito di “creare l’evento” e di suscitare emozioni forti anche se non succede nulla. ha il compito di tenere alto l’interesse, anche quando non succede nulla. ha il compito di fare vedere al pubblico quello che non c’è.

In aggiunta, della titolazione di Repubblica a noi piace molto anche la scelta del termine “piccoli trader”: notate la scelta del termine trader al posto del termine investitore.

Anche in questa espressione, ritroviamo un segno dei nostri tempi, ed una caratteristica del mercato nel quale operiamo, che è l’influenza del pubblico retail e delle piattaforme di trading sui maggiori indici.

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Una influenza che è stata amplificata nel 2021 dalla diffusione dell’uso dei contratti di opzione da parte di un pubblico al dettaglio che, nel 95% dei casi, non sa che cosa sia un contratto di opzione.

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Una influenza che è stata creata, ed alimentata, da scelte di politica monetaria e di politica fiscale che 15 mesi fa furono presentati come “misure di stimolo all’economia per contrastare la pandemia” ma che invece oggi, come Lagarde ha ben spiegato solo due giorni fa, sono presentate come “misure di stimolo non legate alla pandemia, e che potrebbero rimanere per sempre”.

Perché l’economia reale non funziona più, ed è attaccata al respiratore artificiale.

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Come i nostri Clienti sanno bene, per una serie di informazioni e dati a loro forniti da noi di Recce’d nell’ultimo anno e mezzo, l’effetto di questi “piccoli trader” si vede solo se e quando quelli che Repubblica nel suo titolo definisce “grandi gestori” stanno senza muove nulla. Ed oggi, da tre mesi, sono proprio tutti fermi.

E questo è il dato più importante, dell’ultima settimana ma pure del periodo dalla metà aprile ad oggi.

La storia della “crescita boom senza inflazione”, oggi, non la compera più nessuno: ci sono rimasti soltanto i “piccoli trader” a comperare i ribassi. ma poi, dopo tre giorni, chi subentra? Nessuno, e quindi i piccoli trader vendono e quindi arriva “il tracollo” che dice Repubblica (dello 1,5%).

La titolazione qui sopra, in poche righe, dice molte cose utili a voi lettori, che nella gran parte non siete piccoli trader ma investitori (piccoli, medi e grandi, non ha importanza). Dei titoli di questi giorni, portate a casa soprattutto il dato che nessuno si muove, che nessuno compera più la favoletta del “boom economico senza inflazione”, e chiedetevi che cosa verrà dopo, da lunedì in poi.

Se restringiamo lo sguardo alla settimana che si apre lunedì 26 luglio, troviamo la riunione della Federal Reserve e poi il dato USA per l’inflazione PCE. Della riunione (come promesso la settimana scorsa) non scriveremo nulla: non conta nulla, ormai, perché Powell potrà soltanto ripetere “l’inflazione non c’è”, e poi pregare. Non ha carte in mano, non ha carte da mettere sul tavolo, deve solo sperare. Del dato invece c’è da dire moltissimo, e molto scriveremo sia durante la settimana nel nostro The Morning Brief, sia tra sette giorni, nella nuova Lettera al Cliente di fine luglio.

La settimana dopo, poi leggeremo i dati USA per la disoccupazione e i dati USA per i salari: come dice La Repubblica qui sopra, “saranno giorni volatili”, e come noi abbiamo scritto sette giorni fa, nel Post che aveva il medesimo titolo, il 80 giorni si è ribaltato tutto, e la volatilità degli ultimi 5 ne è la conseguenza.

E ne sta arrivando altra.

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