La asset allocation, il private banker, ed il robot (parte 2)
Il vostro wealth manager, il vostro private banker, il vostro consulente addetto alla vendita di polizze e Fondi Comuni e robot, insomma il vostro venditore vi avrà più e più volte intrattenuto sul tema della asset allocation: chiamatela costruzione del portafoglio, o come vi pare, ma resta che il vostro venditore vi deve vendere un portafoglio diviso tra azioni ed obbligazioni, meglio ancora se in Unit Linked e Fondi Comuni, così lui mette in tasca le retrocessioni delle commissioni, oppure attraverso la sua Società si mette in tasca comunque dei soldi sotto forma di commissioni che anziché essere retrocesse generato “regali” alla Società di cui voi siete (purtroppo per i vostri denari) Clienti.
Ne abbiamo già scritto sette giorni fa, nel primo Post con questo stesso titolo: oggi ne riscriviamo per portavi un esempio concreto.
Moltissimi tra di voi avranno subito la “lezioncina” che poi trovate anche in tutti i manualetti da 5 euro su come “investire è facile”.
Questa lezioncina dice che per avere successo con il vostro portafoglio di investimenti siete assolutamente obbligati ad attenervi a tre criteri come la diversificazione, l’orizzonte temporale e la tolleranza al rischio.
Successivamente dovete procedere alla scelta del cosiddetto profilo di portafoglio: a basso rischio, bilanciato oppure ad alto rischio.
Amici lettori: a voi non sembra che qui manca qualche cosa? Anzi: manca proprio l’elemento di maggiore importanza.
Come è possibile, vi domandiamo, anche soltanto iniziare a costruire un portafoglio, se manca l’elemento più importante, o meglio l’elemento decisivo?
Si tratta di un quiz per la vostra estate, e vi diamo il tempo per rifletterci. Ne scriveremo poi tra sette giorni. Magari potete aiutarvi coi grafici di questa settimana e con quelli di settimana scorsa. E’ ciò che vi attende, ma soltanto nel caso di massima fortuna.
Anticipiamo però in estrema sintesi la conclusione: se manca proprio quell’elemento, non ha senso neppure accennare alla diversificazione, al profilo di rischio e all’orizzonte temporale.
La settimana prossima vi spiegheremo perché il wealth manager ed il private banker fanno finta di essersi “dimenticati” di questo “dettaglio”, e poi perché non esistono né il “portafoglio a basso rischio”, né il portafoglio bilanciato”, né il “portafoglio ad alto rischio” del quale vi parlano e vi scrivono i vostri venditori con l’etichetta sulla giacca in americano.