Sarà vero, che non è mai troppo tardi? (parte 2)
Oggi giorno della Pasqua 2021 Recce’d pubblica cinque nuovi Post. Come sapete siamo preparando un nuovo Longform’d dedicato al tema dei tassi di interesse, dei rendimenti delle obbligazioni, e della Federal Reserve: vsarà questo il tema centrale del secondo semestre 2021 Non sentiamo l’urgenza di scriverne oggi per ila ragione che ne scrivemmo già quattrodici giorni fa, e che ne abbiamo scritto anticipando i fatti di queste settimane fino dallo scorso mese di agosto 2020.. Per questo siamo tranquilli: i nostri lettori hanno già oggi le idee chiarissime su ciò che sta per accedere. Ai nostri lettori, insieme con i nostri Clienti, rivolgiamo un Augurio per le Festività della Pasqua e per tutto il resto del 2021.
Abbiamo commentato in un altro Post della giornata odierna, i 4000 punti raggiunti giovedì 1 aprile (e non si tratta di un pesce d’aprile) dall’indice di Borsa che è il più importante ed il più seguito del Pianeta, e più in generale abbiamo commentato la “passione per i numeri tondi” che coinvolge una fetta degli operatori finanziari ed una fetta degli investitori.
Passione che non condividiamo con questi operatori né con questi investitori..
In questo Post, che riprende un tema già trattato, noi portiamo all’attenzione di chi ci legge il fatto che la soglia dei 4000 punti viene raggiunta a cinque mesi di distanza dall’annuncio de “il vaccino”. Era il 9 novembre 2020.
Da allora, sono trascorsi cinque mesi, ovvero 150 giorni di calendario, più 100 giorni di mercati aperti.
Da allora, sono stati annunciati dalla Amministrazione Biden un piano di nuova spesa pubblica in deficit per 1900 miliardi di dollari ed un piano per spese per infrastrutture pubbliche da 2700 miliardi di dollari.
Da allora, ci sono state nuove, ulteriori, più forti rassicurazioni sia della Fed sia della BCE, che hanno riguardato sia l’acquisto di obbligazioni sui mercati (il famigerato QE) sia a i tassi ufficiali di interesse (che resteranno a zero fino … al giorno dell’Apocalisse).
Insomma: non si può non porre attenzione al fatto che è stato annunciato di tutto, e di più. E poi di nuovo di tutto, e di nuovo di più. E poi ancora, e poi ancora.
Una cosa mai vista nella storia economica del Mondo. mai è successo prima, uno sforzo simile. Mai neppure durante le Guerre Mondiali. Mai neppure per le più gravi carestie oppure le più gravi epidemie.
Tutto questo ha prodotto un rialzo del maggiore indice di Borsa di 350 punti. Circa lo 8%.
L’indice della principale Borsa del mondo, come vedete qui sotto nel grafico, può perdere 350 punti in soli tre giorni consecutivi.
Il movimento che abbiamo visto tra novembre ed oggi, pertanto, deve essere giudicato insignificante, nell’ambito di una gestione di portafoglio anche per quella asset allocation semplificata e schematica che utilizzano i robot-advisors.
Eppure, una grandissima parte del pubblico dei piccoli e medi risparmiatori ha spostato i propri soldi in Borsa, in questi cinque mesi: ce lo dicono i dati.
Una massa di investitori retail, convinta dal proprio private bankers o promotore finanziario oppure wealth manager che si tratta di “un momento storico” ovvero di un “momento ideale”, ha investito il proprio risparmio sulla Borsa di New York a 3800 punti circa (segnatevi questo numero) e poi anche sulle altre Borse del Mondo, come ci dicono i dati.
Loro, gli investitori retail, hanno comperato azioni.
Chi ha venduto a loro queste azioni? E’ necessario farsi questa domanda, perché con investimenti di queste dimensioni, il rialzo delle Borse avrebbe dovuto essere tre, quattro, cinque, dieci volte più grande di ciò che è stato (immagine più in basso).
Chi ha venduto ai piccoli e medi investitori negli ultimi cinque mesi? E perché?
Abbiamo selezionato dal Financial Times un recente articolo, che più in basso riproponiamo. Contiene una serie di spunti proprio su questo tema, che potranno risultarvi utili per decidere.
Ma, nel vostro interesse, fatelo in fretta.
Tanto più che questo contributo vi arriva del tutto gratuitamente: proprio come una sorpresa nell’uovo di Pasqua.
Investors inject almost $170bn into global stocks in 4 weeks Surge comes as world economic outlook improves and US launches vast stimulus effort
Investors have poured almost $170bn into equity funds over the past month in the latest sign of how the brightening economic outlook and relentless stimulus measures have provided a sustained boost for stocks.
Funds that buy shares recorded $68.3bn in net inflows in the week to last Wednesday, the largest amount on record, according to data compiled by research group EPFR. This brought the total over the past four weeks to $168bn, Goldman Sachs said. The surge last week, which was the most pronounced in US stocks, came as the US government began distributing the stimulus payments that were part of Joe Biden’s $1.9tn relief package. “These payments may be making their way in to mutual funds and [exchange traded funds] as well as other assets,” Goldman Sachs analysts said.
International investors have also bought US stocks, with UK brokerage Hargreaves Lansdown noting last week that it had seen “elevated volumes of share dealing since the end of January with an increased proportion of these directed towards international equities, driven by interest in US stocks from existing clients”. Recommended FT News Briefing podcast10 min listen Global equities surge, Broadway woes, India tries to tackle job shortage with new hiring rules Last week’s rush of inflows also came after the Federal Reserve lifted its outlook for the world’s biggest economy and said it expected to hold interest rates at historically-low levels until at least 2024.
“We are in [the] midst of [the] strongest macro data of our lives,” analysts at BofA wrote, referring to economic indicators that showed the US and China were recovering rapidly from the pandemic. The brightening outlook lifted the blue-chip S&P 500 to a record high on Wednesday, the day of the rate decision. However, US stocks wobbled later in the week in response to a tumble in the bond market triggered by rising angst that rapid growth will fuel a boom in inflation that potentially calls time early on monetary stimulus measures.