Ma chi è che paga quei cameramen?

 
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La sproporzione è clamorosa, abbacinante, anche angosciante: nel corso dei nostri TG, oppure nel corso degli Speciali, abbiamo visto, così come voi avete visto, decine di giornalisti e cameramen passare noti e giorni esposti alla furia degli elementi (e per fortuna che siamo d’estate) ad aspettare che da una porta esca Di Maio, oppure Salvini, oppure Zingaretti (in rigoroso ordine di peso al Parlamento).

Noi, che seguiamo in modo distratto le maratone televisive (per ragioni che abbiamo già dettagliato anche nel Blog) siamo davvero stupiti. Ma chi paga, per questa folla urlante di professionisti che non distinguono più la notte dal giorno?

Voi lettori di questo Blog sicuramente avete notato che la reazione dei mercati finanziari alla crisi di Governo in Italia è stata pari a ZERO. L’esatto opposto dell’affanno con i quali i cameramen inseguono il sorriso di Di Maio, di Salvini, di Zingaretti.

Abbiamo come sapete centinaia di contatti settimanali con operatori ed analisti di tutto il Mondo: nel corso dell’ultima settimana, neppure uno di loro ha trattato l’Italia come un fattore, nell’analisi dei movimenti dei mercati finanziari.

Per noi, questa non è una sorpresa. Da mesi e mesi e mesi noi abbiamo offerto questa nostra lettura dei fatti: se l’Europa tiene, l’Italia non è un problema, e può fare … il cavolo che vuole, tanto conta poco o nulla.

Dall’altra parte, che cosa c’è? C’è il burrone: questo Paese non è in condizione di dire “vado per la mia strada”, oppure “cammino con le mie gambe”. Se per ragioni le più diverse (IRAN, Corea, Cina, Russia) la solidità delle Istituzioni Europee soffrisse nei prossimi mesi, l’Italia pagherebbe il prezzo più alto possibile.

Anche se al capo del Governo ci fosse in quel momento Mario Draghi, o magari l’imperatore Traiano.

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Mercati oggiValter Buffo