Maurizio Crozza, vieni ad aiutarci

 

Non troviamo più le parole per descrivere le nostre giornate sui mercati finanziari: stiamo assistendo ad una farsa, ma una farsa che non fa ridere.

Ci servirebbero le capacità umoristiche proprie dei grandi comici, che trasformano una tragedia in una commedia, ma noi non le abbiamo. E quindi, rimaniamo ai fatti.

Dunque, il signore della fotografia qui sotto si chiama John Williams, ed è potentissimo. Si trova oggi a capo di una sede regionale della Federal Reserve, ma è una sede specialissima: è quella di New York. Un uomo molto potente, specie per i mercati finanziari.

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E quando, giovedì 18 luglio, le agenzie di stampa pubblicano una sua frase, l’eco sui mercati è molto ampia: dice Williams che “quando il livello dei tassi è molto basso, allora occorre procedere a tagli più ampi se si vuole avere un effetto”.

I mercati, immediatamente, ci vedono un annuncio: ovvero che nella riunione del 30-31 luglio la Federal Reserve procederà ad un “taglio più ampio”.

Notate che l’indice S&P 500 era appena sceso sotto i 3000 punti, ed ha poi chiuso la seduta sopra i 3000 punti.

Va aggiunto che nelle medesime ore anche da Richard Clarida, numero 2 alla Federal Reserve, erano arrivati altri segnali “accomodanti”.

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Ed ecco che, poche ore dopo, parte il caos: Williams dice che la sua intenzione non era quella di anticipare l’esito della prossima riunione. Spiega che si trattava, semplicemente, di uno studio accademico, di un elaborato statistico, e non di un annuncio di politica monetaria.

(Come se Williams non sapesse di essere seguito, e citato, quotidianamente da decine di media).

Come leggete sopra nella prima immagine, questa retromarcia risulta molto pasticciata, e sui media si parla, in modo aperto, della “debacle di Williams”. Sui mercati è il caos: in 24 ore, la probabilità di un taglio dello 0,50% alla riunione di fine luglio sale dal 25% al 75% e poi scende al 22%. Stiamo parlando di soldi veri, guadagnati da qualcuno e persi da qualcuno.

Trump, a quel punto, non crede ai propri occhi, si esalta e scorge subito l’opportunità: e spara fuori altri tre dei suoi ormai quotidiani Tweet contro la Federal Reserve, nei quali spiega (lui economista sopraffino) come dovrebbe funzionare la politica monetaria. Torna ovviamente a chiedere i tagli dei tassi, cosa che stupisce sempre di più visto che lo stesso Trump continua a ripetere che l’economia degli Stati Uniti è in forma eccellente.

Tutti questi individui esercitano alte responsabilità, eppure ogni giorno che passa a noi investitori tocca di assistere ad uno spettacolo che li vede in scena come attori comici, in una farsa che però non fa ridere.

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