Le Borse e quei "noiosi" fondamentali
Ci sono, sia tra i nostri lettori, sia tra i nostri Clienti, quelli che pensano che la nostra strategia di gestione e i nostri metodi di valutazione sono troppo ancorati ai soliti “fondamentali”.
Sia chiaro, da subito: si tratta nella maggior parte dei casi di osservazioni critiche che sono utili, e giustificate.
Non abbiamo certo la pretesa di essere infallibili, né superiori ad ogni critica. Sappiamo di essere fallibili, di dovere migliorare. di dovere adattare le nostre metodologie ai cambiamenti che si vedono ogni giorno nella realtà.
Tutto ciò detto, almeno per il momento restiamo ancora legati alle nostre strategie ed alle nostre valutazioni.
Ha ragione chi dice che i mercati sono cambiati, ed ha ragione chi sostiene che oggi l’emotività è ancora più efficace che nel passato, quando si tratta di influenzare la direzione dei prezzi.
Ovvio che ha ragione anche chi sostiene che oggi le influenze esterne sui mercati finanziari sono molto più evidenti, ed intense, rispetto al passato.
Recce’d a tutte queste giuste osservazioni risponde però con l’immagine del “cane ad un lunghissimo guinzaglio”, già commentata qui nel Blog qualche settimana fa. Il guinzaglio è la realtà, e la realtà ci viene raccontata dai dati “fondamentali”, che saranno pure più noiosi dei titoli strillati dai quotidiani, e anche dei Tweet di Trump. Ma ai quali i prezzi sui mercati devono, necessariamente, ritornare.
Noi riusciamo a spiegare solo con i fondamentali il fatto che per le Borse in Europa è stato il mese peggiore degli ultimi tre anni (nel grafico sopra) nonostante una partenza dell’anno dominata dai titoli sulla BCE accomodante.
E ci sembra una vittoria decisa dei fondamentali il dato che vedete sotto nel grafico: a fronte di migliaia di Tweet di Trump, sugli “utili che crescono del 20%” e poi su una “economia USA che oggi è la migliore di sempre”, da ormai 15 mesi la Borsa di New York non va da nessuna parte.
Per questi, e molti altri dati che presentiamo ogni mattina ai Clienti in The Morning Brief, noi ci sentiamo di ripetere ai Clienti che, nel gioco che conta davvero, ovvero quello delle performances, la nostra strategia di investimento risulta sempre vincente.
Chi volesse giocarsela, invece, sulle emozioni e l’emotività di breve termine, dovrà rivolgersi altrove.
Tenendo però a mente, come ben racconta il grafico qui sotto, che specialmente in Borsa i cambiamenti arrivano rapidi ed inattesi: negli ultimi mesi, come vedete nel grafico, le variazioni mensili sono state particolarmente grandi nelle dimensioni.
Una tendenza che, secondo noi, si rafforzerà nella seconda parte del 2019.