Smetto quando voglio (parte 2)
Perché non seguire il gregge? Perché non andare dietro alla ubriacatura collettiva? Perché non essere semplicemente felici insieme a tutti quanti?
Andando verso i festeggiamenti di Capodanno, è forte la tentazione di una ubriacatura che faccia dimenticare, oppure almeno allontanare, le ansie di ogni giorno.
E così anche molti investitori si domandano perché non partecipare alla baldoria. In fondo “potrei vendere tutto domattina”.
Rispondiamo subito, e in modo semplice: perché vendere tutto domattina?
Molti risponderanno “Perché mi accorgo che le cose si mettono male”.
E noi replichiamo che si tratta di un problema vecchio come il Mondo. Tutti, ma proprio tutti tutti tutti, sono lì a chiedersi quando le cose si metteranno per il peggio. E tutti, ma proprio tutti tutti tutti, sono convinti di essere capaci di essere “il primo della fila” a vendere.
Non succede mai. Ma proprio mai. Dopo il primo 5% di calo, si penserà che “non è nulla”, e che “il trend è intatto”. Dopo il primo 10% di calo, invece, si resterà bloccati dal panico, e dalla tentazione di “comperare ancora perché tanto recupera”. E dopo il 20% di calo, non si venderà più perché la perdita “adesso è troppo grande, aspettiamo”.
Chiedere per informazioni ai promotori finanziari: loro sono i maestri di questa tecnica di vendita. Tecnica, come già detto, suicida per un investitore.
Recce’d vi dice che è assurdo credere di essere capaci di “stare un passo davanti agli altri”. Non funziona mai.
Ciò che dovete fare, al contrario, è avere una vostra forte opinione: una vostra visione dei fatti e della realtà. E sulla base di quella, fare le vostre scelte di portafoglio.
Sui quotidiani, ed ancora di più sulle televisioni di propaganda del tipo CNBC, negli ultimi mesi è circolata con grande frequenza la parola “ottimismo”: se credete a questo “ottimismo”, allora mettetevi LONG e rimanete LONG, però, anche se i mercati avessero una “piccola flessione”, del tipo 10% oppure 20%. Rimanete LONG, perché siete “ottimisti”, e andate con il vostro destino fino in fondo, insieme con chi vi ha consigliato di credere a questo “ottimismo” oggi, ed alla “crescita globale sincronizzata” 18 mesi fa, nel 2018.
Meglio fare così, che cambiare idea ogni 12 mesi e sbagliare la prima volta, e pioi la second avolta, e poi la terza volta.
Noi, in quanto investitori professionali e gestori professionali, giudichiamo l’espressione “ottimismo” un pessimo criterio per le scelte di investimento, un termine vuoto di significato concreto, uno slogan da televendite che forse (ma forse) può essere valido per la vendita dei materassi ortopedici.