I fatti che determinano i rendimenti (parte 1)

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MAN è una delle Società più grandi al mondo per la gestione di Fondi Hedge. Tra le più grandi, è la sola quotata in Borsa.

Il suo valore di Borsa, negli ultimi giorni, si è ridotto di un terzo: e la ragione di questo calo vi interessa da vicino.

Dobbiamo però tonare indietro di 11 anni. 11 anni fa, il 9 agosto 2007, la Banca Paribas annunciava di avere bloccato i riscatti su un Fondo Comune Monetario di 2 miliardi di dollari, presentando il blocco dei riscatti come "temporaneo" e motivandolo con "le difficoltà dei titoli subprime".

Iniziò così la più grande Crisi Finanziaria globale della Storia. Ma nelle settimane successive, e fino ad ottobre, la Borsa di New York continuò a salire, e come oggi sui quotidiani si scriveva dei "nuovi record assoluti di Borsa", e lo vedete sotto nel grafico.

Quello che seguì fu un calo del 56%, da 1550 a 666 punti di S&P 500 a New York: un po' come se oggi si tornasse a 1250 punti.

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Oggi, siamo di fronte ad un fatto del tutto simile. MAN ha annunciato di avere bloccato i riscatti su un loro Fondo Comune obbligazionario dalle dimensioni superiori ai 5 miliardi di dollari USA.

Quello che ci importa mettere in evidenza, qui, non sono però le analogie: la storia, si dice, non si ripete mai allo stesso modo.

Quello che a noi interessa, in questo Post, è chiarire le ragioni del blocco dei riscatti da parte di MAN. Questo vi riguarda, tutti, da molto vicino.

Fate bene attenzione: il Fondo Comune in questione è si un Fondo Hedge, ma allo stesso tempo è un fondo che al pubblico viene presentato come obbligazionario. Non investe in "stranezze" tipo i derivati, ma solo in obbligazioni, come moltissimi Fondi Comuni in Italia.

Ora: MAN blocca i riscatti perché "a causa dell'ampiezza degli ordini di riscatto, c'è il rischio per gli investitori rimanenti di essere penalizzati".

Vediamo di capirlo bene: se un Fondo (Comune, Hedge e tutti gli altri: non fa differenza in questo caso) riceve una serie di ordini di riscatto, che pesa per una percentuale importante del patrimonio complessivo del Fondo, procede prima vendendo sul mercato i titoli più liquidi, ovvero i titoli per i quali si riesce a ottenere un prezzo molto vicino a quello corrente di mercato.

Poi si procede vendendo titoli meno liquidi: e qui succede che le stesse vendite del Fondo spostano il prezzo di mercato di quei titoli. Ieri valeva 100, oggi 98, oppure 96 oppure 90. Dipende

E poi, nascono i veri problemi. I problemi sono quelli dei titoli illiquidi. Le vendite che il Fondo si trova costretto a fare possono spostare in misura importante il prezzo, sempre ammesso che si riesca a vendere la quantità che il Fondo intende vendere.

Quindi: ai titoli oggi nel portafoglio del Fondo oggi viene applicato un prezzo. Ma se il Fondo poi si trova costretto a venderli, non potrà ottenere quei medesimi prezzi. In buona sostanza, i prezzi ai quali il Fondo valuta oggi quei titoli NON ESISTONO. 

Ed è per questo che anche la quota del Fondo, così come viene comunicata ad oggi, NON ESISTE. E' di fantasia.

La situazione non è limitata, questo è certo, ai titoli nel portafoglio del Fondo MAN: la situazione è globale, ed è stata creata dai vari Bernanke, Draghi, Kuroda. E tutti quelli che hanno per anni spinto i Clienti finali ad andare "alla caccia del rendimento", visto che "il rischio di mercato non esiste più". Una grossa ... fesseria, come Recce'd da anni segnala.

Questi sono fatti che interessano ognuno di voi, lettori e risparmiatori. Voi che vi illudete di avere "guadagnato" sui Fondi Comuni, e che siete più che certi che quei guadagni sulla carta si trasformeranno immediatamente in soldi contanti al momento del disinvestimento.

Non funziona sempre così. Ed è la storia recente che ce lo ricorda.

Mercati oggiValter Buffo