Noi investitori ed i media (parte 1)

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La fretta e la concitazione portano spesso i mezzi di informazione a rifugiarsi in quelle che si chiamano "semplificazioni giornalistiche". Quando però ci cono di mezzo i soldi degli investitori, le implicazioni possono diventare gravi.

Il titolo qui sopra, della Repubblica di venerdì 1 giugno, afferma che il Governo Conte "rassicura il mercato", ma chi prendesse alla lettera questo titolo farebbe un errore enorme.

Il recupero a 22 mila punti di venerdì 1 giugno, della Borsa di Milano, è soltanto il riflesso della chiusura delle posizioni dei "trader di giornata", ovvero i "day trader", perché hanno capito che quel giorno lì, venerdì 1 giugno, non ci sarebbero state altre notizie capaci di attivare flussi in vendita.

Punto. Nessuna rassicurazione. Tutto potrebbe iniziare daccapo già lunedì 4 giugno.

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Un secondo esempio : la stampa USA, raccogliendo in modo disciplinato le imbeccate del Presidente Trump, ha esaltato la chiusura di venerdì 1 giugno (rialzo dello 1% a 2735 punti) come un effetto del "dato eccezionale per gli occupati".

Il dato, lo vedete nel grafico qui sopra.

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Anche un lettore distratto può verificare, senza la minima difficoltà, tre cose:

  1. il dato per gli occupati (+223 mila unità) ha NULLA di eccezionale
  2. la chiusura a 2735 punti dello S&P 500 ha NULLA di significativo: l'indice della Borsa di New York è fermo da quattro mesi "nel mezzo del nulla"
  3. i fattori in gioco venerdì 1 giugno erano l'Italia, la Nord Corea e la guerra dei dazi

Anche in questo caso, l'investitore finale che si facesse ingannare dai media cadrebbe in una trappola molto pericolosa.

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