Inflazione? NO! Normalizzazione
Tutti quelli che hanno vissuto in un sogno. Tutti quelli che hanno pensato: ci vorrà moltissimo tempo, per tornare indietro". Tutti quelli a cui piace "vivere una favola". Tutti questi investitori sono destinati ad un brusco risveglio.
Un messaggio per i sognatori ad occhi aperti: non "sarà durissimo" tornare indietro, riavvolgere il nastro, azzerare un 2017 che è stato solo un momento di isteria collettiva. Lo dicono, in modo chiaro, i primi due mesi dell'anno.
Non lasciatevi illudere dal grafico dell'indice di Borsa di New York, che è ancora vicino ai "record di ogni tempo".
Quello, è un dato che non conta più: quelli, sono solo poveri investitori in trappola, che non hanno trovato ancora una "nuova storia da raccontare", e pregano con le mani giunte che si torni a sognare.
Invece il grafico qui sopra, unito a molti altri dati, ci dice che le cose non stanno così, e che indietro non si torna: non si torna a quel "VIX ai minimi di ogni tempo", e non si torna a quella condizione psicologica per la quale "il rischio sui mercati non esiste più". Ora, tutti hanno riaperto gli occhi: quella storia lì, non si può più raccontare.
Ci ha provato ancora il Segretario al Tesoro Mnuchin, proprio questa settimana, con una intervista dove spiegava che "ci può essere un aumento dei salari senza aumento dell'inflazione". Ma questa sua dichiarazione ha ottenuto, come risposta, solo sberleffi.
Noi oggi scriviamo però allo scopo di sottolineare un fatto. Il problema, per i mercati finanziari, NON è, e NON sarà, l'inflazione. Ci aspettiamo un aumento dell'inflazione significativo, ma NON sufficiente a cambiare la storia dei mercati finanziari.
Ciò che nelle prossime settimane e mesi peserà sui mercati in modo decisivo è una cosa del tutto diversa. Si chiama normalizzazione. Ricordate questa parola: normalizzazione, se ne parlerà sempre di più.
Torniamo un istante al famigerato 2017: per qualche magico effetto ancora oggi da chiarire, nel 2017 si è realizzata una situazione "ideale" (in realtà molto dannosa, come vedrete tutti a breve: e qualcuno pagherà un prezzo molto alto).
Una situazione nella quale da un lato si "pompava" la crescita economica globale sincronizzata, quasi ogni giorno sui quotidiani, e dall'altro però le Banche Centrali "pompavano" ancora il tema della deflazione, ovvero la "necessità di tenere tassi bassi più a lungo".
Ovvio che l'industria Fondi Comuni, dei brokers, e delle catene di vendita (promotori finanziari) si sono buttati a pesce: era la loro sola, e grande, occasione per salvarsi, dopo ANNI in cui non sapevano più come venirne fuori. La soluzione: fare comperare ai Clienti ancora più Borsa, sempre più cara, e con più commissioni, e più rischio per il Cliente (che poi, i soldi sono i suoi). E vai con il "trend" e l'analisi dei grafici.
E nessuno che, nel 2017, si facesse neppure la più banale delle domande: ma come fa un'economia in così forte crescita ad accompagnarsi con i tassi che scendono? Che cosa c'è, che NON funziona?
Questo adesso è finito, ed è finito per sempre. La retorica della "politica monetaria per sempre accomodante" si è scontrata con la crescita globale sincronizzata, e poi con il deficit pubblico che cresce, e poi anche con i salari che salgono.
Ed ha perso: adesso, non è più possibile continuare a spingere sull'acceleratore della moneta per gonfiare i prezzi sui mercati finanziari. E' finita: non ci voleva "tantissimo tempo": bastano due-tre settimane, e siamo nella storia, questa volta per la ragione giusta (grafico qui sopra).
La domanda adesso diventa: ma ci sarà poi davvero, tutta quella crescita? Ha scritto proprio questa settimana Larry Summers, ex-sottosegretario al Tesoro USA, quella che a nostro parere resta la domanda centrale: la domanda dalla quale dovete partire, per costruire il vostro portafoglio di investimenti.