Cosa fare nel 2019 (9): la parte obbligazionaria del portafoglio

Nella nostra Lettera al Cliente di oggi, abbiamo fatto il punto sulla strategia di portafoglio, che oggi vede i nostri Clienti nella posizione ottimale per affrontare la fase di mercato che è in corso, ed anche ciò che vedremo nel 2019.

Al contrario, chi si fa costruire il portafoglio da una Rete di Private Banking di derivazione bancaria, oppure da una Rete di vendita dei Fondi Comuni, come a puro titolo di esempio si possono citare Mediolanum, oppure Fideuram, oppure Azimut, oppure Banca Generali, oggi si ritrova con le solite percentuali di portafoglio più o meno bloccate, e sempre suddivise tra azioni (LONG) ed obbligazioni (LONG). Il CASH ovviamente non esiste: perché non genera commissioni di gestione per chi vi vende i Fondi (o peggio le polizze assicurative, o peggio i prodotti strutturati).

Per questi investitori, quella attuale è una fase molto complicata: e potrebbe diventare ancora più difficile nel 2019.

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Nel grafico qui sopra vedete quattro indici obbligazionari: e potete constatare che sono tutti e quattro in negativo, nel 2018.

Che cosa potrebbe succedere nel 2019? Ne abbiamo accennato anche in un Post precedente, che fa parte di questa medesima serie di Post: per completare il nostro ragionamento, vi suggeriamo di esaminare con attenzione il grafico che segue, nel quale potete vedere quali sono ad oggi le previsioni sul comportamento della Federal Reserve in materia di tassi ufficiali di interesse, ovvero di costo del denaro.

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Recce’d insiste nel segnalarvi che anche la parte obbligazionaria dei vostri portafogli contiene un rischio, ed aggiunge che non è vero che “posso aspettare fino alla scadenza” quando si tratta di obbligazioni. Tutti gli investitori, anche i più pazienti, fanno sempre il mark-to-market a fine anno.

Mercati oggiValter Buffo