Perché le Banche Centrali non contano più
Recce'd scriveva già 15 mesi fa che si è determinata una nuova situazione, nella quale le Banche centrali sono fuori gioco. Le loro iniziative, e le loro dichiarazioni, non muovono più i mercati finanziari (come dimostrano il dollaro ed i rendimenti delle obbligazioni USA nel 2017), e tanto meno le economie reali (non lo hanno mai fatto, per la verità, negli ultimi 10 anni).
Per questo, a differenza della larghissima maggioranza dei commentatori, analisti, e (veri e presunti) consulenti, Recce'd non scrive più di Banche Centrali: le mosse dei Banchieri Centrali ormai arrivano sempre dopo, sono solo re-attive, si adattano all'evoluzione della realtà circostante, e sono nella gran parte mosse obbligate.
Ad una settimana dalla riunione annuale di Jackson Hole, dove si incontrano ogni anni i vertici delle Banche Centrali, sui mercati non c'è alcun dibattito su "quello che verrà detto". Tutte le Banche Centrali sono ormai costrette ad uscire dal QE (perché quella politica ha raggiunto nelle sue dimensioni i limiti massimi sopportabili, senza peraltro produrre alcun effetto degno di nota) e sono costrette ad abbandonare le politiche dei "tassi di interesse a zero" (la Fed lo ha già fatto). Da almeno due anni, il loro immenso potere è svanito, la loro credibilità è compromessa, ed anche i mercati finanziari non li seguono più: anche in questo 2017, tutto sui mercati è "Trump" e nulla di nulla è "Fed, BoJ, BCE".
Detto tutto questo, resta importante comprendere cosa passa nelle menti di questi signori, ed anticiparne le mosse: anche se hanno perso il potere di indirizzare i mercati finanziari, le mosse delle Banche Centrali restano parte del contesto, creano "un clima", influenzano la psicologia degli operatori.
Per questa ragione, oggi vi segnaliamo fatti a nostro parere di grande importanza, che si ricavano dalla lettura dei Verbali di Fed e BCE, pubblicati rispettivamente ieri ed il giorno prima di ieri.
Partiamo dalla Fed: come abbiamo scritto già questa mattina in The Morning Brief, dai verbali della più recente riunione (luglio) pubblicati mercoledì 16 agosto è emerso che:
“The Fed staff pushed up its assessment of financial stability risks to “elevated” from “notable,” the minutes said. Fed officials discussed stock valuations with “a couple” saying they were supported by “favorable macroeconomic factors.”.
Si tratta di temi simili a quelli trattati dai Banchieri Centrali alla riunione di Sintra dello scorso 27 giugno ampiamente commentate da Recce'd: si tratta della conferma che le mosse della Fed sono condizionate, in particolare in questa fase, dalle financial conditions e quindi dalla situazione di Borse, obbligazioni e cambi.
Il giorno seguente, ieri 17 agosto, abbiamo letto i Verbali della BCE, e in particolare abbiamo letto che:
The eurozone’s top central bankers are concerned about the strength of the euro, minutes of the European Central Bank’s July policy vote reveal. The single currency has hit a two-and-a-half year high against the dollar in recent months and has risen by almost 5 per cent against a basket of currencies since the middle of May. The communication problem facing the ECB over the currency is especially acute at a time when it is looking to make a decision on tapering its €2trn quantitative easing programme. A strong euro complicates the ECB’s efforts to hit its inflation goal of just under 2 per cent by making imports cheaper and weighing on export growth. The minutes of the ECB’s July policy vote showed that policymakers believed there was a risk that the currency could rise in value again. While most of the recent gyrations in prices of financial assets were down to the region’s economic recovery, “concerns were expressed about a possible overshooting in the repricing by … markets, notably the foreign exchange markets, in the future.”
Qui vedete che anche la BCE è molto attenta ai financial assets in questo momento, ed arriva persino a commentare in modo esplicito il cambio dell'euro (che NON sta nel mandato della stessa Banca Centrale, tanto per cambiare).
Che cosa c'è di rilevante, per i nostri portafogli, in questi due accenni? Noi investitori dovremo tenere costo, nel prossimo futuro, che non sono più le Banche Centrali a "dirigere" gli assets finanziari, ma che al contrario l'andamento dei financial assets può determinare cambiamenti di rotta nelle politiche delle Banche Centrali.