Il punto sull'Italia a fine giugno (parte 2)
Vi a abbiamo proposto nel Post precedente un commento alla situazione italiana di metà 2017. Ora ci concentriamo sulle banche, e vi proponiamo una parte del commento di Giavazzi per il Corriere, pubblicato due giorni fa (26 giugno): secondo questo commento, l'operazione Veneto/Vicenza/Intesa è manna dal cielo, un successo su tutta la linea, forse ci guadagniamo pure! E se ci sono problem (sì, dice Giavazzi: ce ne sono ... molto generoso da parte sua), quelli riguardano solo la Magistratura. Il sistema bancario, in Italia, va benissimo così com'è, Banca d'Italia in testa: certo, costerà un pochino a tutti, mantenere in piedi questo "bel mondo", ma sono "cifre irrisorie" secondo Giavazzi.
Recce'd vi ripete che, fino a che circolano idee come queste, il nostro povero Paese NON ne uscirà mai fuori, e la nostra Borsa resterà quello che è oggi, un cimitero per Società-zombie. Più in basso, le nostre domande a Giavazzi.
Finalmente, dopo cinque anni di mezze soluzioni che non hanno mai funzionato, oggi si può ragionevolmente sperare che il capitolo delle banche sia chiuso. Merito del presidente del Consiglio che con l’aiuto della Banca d’Italia e del ministero dell’Economia, in soli sei mesi di governo è riuscito a sciogliere una nube che incombeva sull’Italia da anni. Con esagerazioni («Le banche italiane sono tutte fallite») che hanno fatto del male al Paese. Le regole europee non hanno aiutato, e questa esperienza suggerisce che dovranno essere in parte corrette, ma alla fine la Commissione europea ha favorito una soluzione ragionevole. Con buona pace di chi teorizza che a Bruxelles regni un pregiudizio anti italiano.
La liquidazione delle due banche venete — e il trasferimento dei loro rapporti creditizi in bonis a Banca Intesa — è un’ottima notizia per il Nord-Est, in un momento in cui, dopo anni di crisi profonda, la regione ha ricominciato a crescere. Gli imprenditori veneti possono solo ringraziare. Per anni hanno fatto finta di non vedere. Finalmente sono stati liberati dal giogo di banchette locali corrotte, che ti facevano credito solo se acquistavi le loro azioni a prezzi irrealistici. Da oggi lavoreranno con una banca europea, erede della mitica Comit e una delle più solide nell’area dell’euro.
E il conto per noi contribuenti? Alla fine potremmo anche guadagnarci. Lo Stato versa circa 5 miliardi a Banca Intesa per evitare che i 30 miliardi di attivi che passano sul suo bilancio la indeboliscano. Ma a fronte di questa somma, lo Stato acquisisce dalla liquidazione 5 miliardi di crediti deteriorati già svalutati (a circa un terzo del loro valore): ci vorrà del tempo, ma, soprattutto se il Veneto ricomincia a funzionare, alla fine i contribuenti potrebbero anche guadagnarci. È già accaduto con la liquidazione del Banco di Napoli, anche se il recupero crediti è durato vent’anni. Intesa, che aveva perso circa un miliardo e mezzo nel Fondo Atlante, ha fatto gli interessi dei suoi azionisti e ha chiesto, oltre ai 5 miliardi, ampie garanzie. Ma le svalutazioni effettuate dalle banche venete nei mesi scorsi per convincere la Bce ad accettare il progetto di una loro fusione, poi saltata, suggeriscono che il rischio per i contribuenti sia limitato.
Se all’intervento di ieri sommiamo i 5 miliardi spesi per salvare il Monte dei Paschi — a fronte dei quali lo Stato possiede azioni della banca, quindi denaro recuperabile nel momento in cui le venderà — si tratta di cifre irrisorie rispetto ai 140 miliardi di euro che Berlino ha speso per stabilizzare le sue banche. (Ma più intelligentemente di noi intervenne quando le regole europee ancora lo consentivano e quindi nessuno se ne accorse).
Domande di Recce'd a Giavazzi:
- si può sapere che c'entra la Germania, e la crisi bancaria del 2009-2011, con le vicende di Veneto, Vicenza, Etruria, Marche, Monte dei Paschi, eccetera? Il parallelo è infondato, improponibile.
- Intesa ha recuperato il miliardo e mezzo buttato in Fondo Atlante: Giavazzi ci spiega che fine faranno i soldi degli altri?
- e il Fondo Atlante? ci spiega per cortesia CHE SENSO aveva, e che senso c'era nel versarci denaro del pubblico? oppure è più elegante ... non parlarne del tutto?
- a proposito delle "esagerazioni": Giavazzi ritiene che le valutazioni dei crediti inesigibili che la stampa italiane pubblica siano valutazioni "di mercato"? Esiste, oggi, qualcuno sul mercato disposto a pagare quei soldi? E se la risposta è positiva, perché allora NON vengono venduti subito, così da liberare il sistema dal peso di 200-400 miliardi di euro di non esigibili?
- il capitolo delle banche si è chiuso davvero? Nel senso che (ci direbbe Giavazzi) il problema del sistema bancario in Italia erano Veneto e Vicenza? O magari Monte dei Paschi di Siena? Quindi i problemi che abbiamo visto, nel corso di decenni (fin dal Banco di Napoli citato da Giavazzi) sono semplicemente problemi di "banchette locali corrotte"? Ci vuole, davvero, un bel coraggio per mettere la propria credibilità in gioco con affermazioni così tanto azzardate.