Fake news, fake markets (parte 1)

La professione ci costringe a leggere molto, di ciò che viene scritto sui mercati finanziari: la gran parte di quello che ci tocca di leggere è, purtroppo, materiale scritto a supporto dell'azione commerciale di vendita.

Adesso le Reti devono vendere l'Eurozona, e la sua storia di "crescita". la ragione? Non è la "crescita", ma molto più semplicemente è il fatto che non c'è nulla di altro da vendere. Le obbligazioni non si può, per ovvie ragioni, le azioni USA ... già fatto, le azioni Emergenti ... già fatto anche quello.

Ed eccoci costretti a rileggere, come due anni fa, che "gli indici PMI anticipano una accelerazione della crescita in Europa". Come due anni fa, gli indici PMI anticipano un bel nulla, semplicemente sono sondaggi di opinione che riflettono le opinioni di alcuni dirigenti di azieda, che a loro volta ripetono quello che leggono sui quotidiani, in un circolo vizioso.

Ognuno dei nostri lettori, esaminando il grafico qui sopra, è in grado di comprendere che gli indici PMI significano poco. Per la Borsa, poi, significano zero, o sotto zero: mettete a confronto il grafico qui sopra con il grafico dello Euro Stoxx a cinque anni, e vedrete che non c'è la minima correlazione.

Le domande sono due:

  1. nel circoletto bianco c'è il rialzo degli indici PMI nel 2015, quando era di moda il "bazooka"; chiediamoci oggi: che cosa anticipava, quel rialzo? Nulla, evidentemente.
  2. il punto interrogativo azzurro invece vi domanda: che cosa ha provocato il rialzo più recente? l'economia, o i titoli dei giornali su Trump e lo S&P 500?