Un trimestre stellare per le Borse: ma adesso non aspettatevi una "correzione" (parte 4)
Non diteci che non li vedete.
Sono migliaia, ed anzi decine di migliaia. In Italia, e non solo in Italia
Sono lì, con le mani giunte, a pregare: "speriamo che tenga sù".
Si tratta dei tanti, nel settore del risparmio, che interpretano il loro ruolo come quello di un imbonitore, che non deve fare altro che rassicurare. "NON c'è motivo di preoccuparsi", "Tutto andrà come sempre", "Alla fine le Borse salgono sempre". Quante volte lo avete sentito?
Per loro, è la sola zattera di salvataggio: per salvare il loro ruolo ed il loro reddito, semplicemente vendendo la favola che un portafoglio con un terzo di azioni e due terzi di obbligazioni deve per forza guadagnare.
Naturalmente, è del tutto falso: ma "finché dura la musica, continueremo a ballare,", no?
Da anni Recce'd ha fatto una scelta opposta: che è quella di rendere l'investitore consapevole, di informarlo nei dettagli, di accompagnarlo a RAGIONARE IN MODO DIVERSO sui propri investimenti.
La scelta non è fatta per ... beneficienza: Recce'd non è una ONLUS. La scelta la abbiamo fatta perché questo è un metodo vincente. E' il solo criterio di investimento che può garantirvi risultati positivi nei prossimi anni (e decenni). Perché chi vi racconta che "va tutto bene, è tutto normale" dopo anni ed anni di tassi di interesse a zero vi sta imbrogliando (oppure, proprio non ha le basi per dare consigli).
Ci fa piacere riscontrare che persino le banche di investimento, quelle che più di ogni altro hanno beneficiato di una lunga fase di distorsione dei prezzi, oggi siano COSTRETTE, loro malgrado, ad adottare toni molti diversi da quelli enfatici degli "ottimisti a pagamento".
Per questo, oggi vi riportiamo qui alcune frasi tratte da una ricerca, pubblicata la settimana scorsa, di Credit Suisse. Sono cose che Recce'd afferma da anni, ed è un piacere ritrovarle tali e quali anche in altri documenti: il piacere deriva dal fatto che, leggendo queste frasi, si capisce che ci saranno grandi opportunità di guadagno e per questo anche ottime performances, nei prossimi mesi ed anni per tutti quelli che sono in grado di interpretare in modo corretto questi momenti di mercato.
Citi then shows how a wide spectrum of asset classes has been exceptionally correlated since the end of the GFC (Great Financial Crisis) when viewed on a normalised basis. "The common factor in all of these (approximated by a simple average) in turn correlates remarkably well with the rate of expansion in central bank holdings of securities
What is the reason for this dramatic pick up in cross-correlations? A familiar one, of course (see the top chart): "Much of the correlation not just between these two, but also with many other asset classes seems closely associated with the ongoing central bank balance sheet expansion." However, now that global central banks are entering the tightening phase, and as the balance sheet slows, "or even begins to reverse over the coming quarters, we expect the negative impact on credit will be more than proportionate."
Companies wishing to maintain the momentum in their share prices increasingly resort to releveraging, be it through investment, M&A or share buybacks to make up for fading organic growth. However, this capital structure arbitrage obviously has a very different (i.e. negative) impact on credit.
"It’s no accident that this rise in return correlations between equity and credit occurred almost exactly at the time when the central banks effectively ‘took over’ markets." While that worked as long as central banks were bidding everything up starting in 2009 now that said period is ending, the "unwind is underway".