Italia: in accelerazione (parte2)

Due mesi fa circa, agli inizi del mese di Marzo, segnalammo un articolo di Massimo Folli per il quotidiano La Repubblica, che in modo efficace illustrava la fragilità del quadro politico italiano ed i rischi che ne derivavano. Questa fragilità, nel frattempo, è cresciuta, e non deve ingannare la Borsa che sale: perché sono saliti pure i rendimenti dei BTp, nel frattempo (e quindi scesi i prezzi) a fronte di un calo dei rendimenti dei Treasury negli Stati Uniti e della celebratissima vittoria di Macron in Francia al primo turno.

Oggi, però, vogliamo segnalarvi una seconda accelerazione, molto significativa, che riguarda l'Italia: ed oggi ci concentriamo, proprio, sul settore del risparmio.

La settimana scorsa abbiamo letto sui maggiori quotidiani si uno studio recentissimo della Università Bocconi, che ha concluso che in Italia i Fondi Comuni di investimento sono troppo cari per chi ci investe. Bella scoperta, dirà il nostro lettore! Ed invece a noi il fatto sembra significativo, e spieghiamo qui il perché.

Che i Fondi Comuni di Investimento in Italia siano carissimi, e poco efficienti, lo sanno tutti, e non c'era di sicuro bisogno di scomodare la Università Bocconi per arrivare a scoprirlo. Ma attenzione: in Italia l'informazione è altrettanto inefficiente, è un lento pachiderma, non è certo un esempio di "giornalismo investigativo", e questo fa sì che alcune cose proprio non si possono né dire né scrivere, e che molte cose si fa finta di non vederle. Ecco allora che segnali come "la ricerca della Bocconi" sono segnali che ... qualche cosa sta cambiando, che certe cose forse da oggi si potranno dire e scrivere, perché "le ha dette la Bocconi".

E a proposito di giornalismo investigativo: la trasmissione Report di RAI 3 dedicherà la puntata del prossimo 8 maggio alle banche italiane. Sembra che ci sia un problema con il "capitalismo di relazione" e che le banche in italia facciano prestiti solo per consolidare la cerchia degli amici più stretti. Bella scoperta, diranno i nostri lettori!

Anche qui, Recce'd torna a dirvi che questi sono segnali importanti. Non tanto per quello che viene detto, ma per il fatto stesso che qualcuno, adesso, lo dice.

In Recce'd, pensiamo che la valanga ormai si sia messa in moto, e che un cambiamento radicale di uomini, pratiche e strutture sia ormai nei fatti. Dei Fondi ormai si è detto, e i cambiamenti sono iniziati ormai da tempo (anche perché i Clienti se ne vanno). Delle banche pure si è detto, e se il Governo oggi le tiene su come quel tale che metteva un dito nel buco della diga, un forte sconvolgimento nel settore risulta ormai inevitabile. 

E poi? Chi saranno i prossimi? I prossimi saranno i promotori e le loro Reti.

Mercati oggiValter Buffo