Whatever it takes: a chi è servito? (parte 1)

Molti amici e Clienti ci domandano perché è stata ingaggiata da anni una fuorisa battaglia contro i mercati, per schiacciarne la naturale volatilità e per fare salire tutto, un rialzo generalizzato che anche agli investitori meno informati, ovvero più distratti, risulta alla lunga poco chiaro, poco convincente, e sospetto.

Ci sono più risposte, alcune delle quali le avrete forse già lette, negli anni passati, proprio in questo Blog. Tutte le risposte convergono però su di un solo punto di analisi, ovvero che le politiche del QE sono state dirette, in modo esplicito, a salvare una industria delle banche e del risparmio vecchia, costosa, rigida, non efficiente, facendo salire il valore degli attivi (ovvero, dei Titoli di Stato detenuti dalle banche) e dei loro Fondi Comuni (portati tutti su dalla marea come le barche al molo).

Un ulteriore conferma arriva da una recente analisi del (notissimo) problema dello underfunding dei Fondi Pensione negli Stati Uniti. Un problema che per il momento rimane e rimmarrà fuori controllo, fino a che i suddetti Fondi Pensione continueranno ad investire i loro attivi seguendo la asset allocation tradizionale proposta dalle banche di investimento che sono loro consulenti (e costosissime).

Il punto è il seguente: i Fondi Pensione devono bilanciare performances attese ed uscite attese. le uscite attese sono fisse, determinate, sono le prestazioni che saranno dovute agli aderenti a questi Fondi.

Le entrate invece sono le performances di portafoglio: e per bilanciare le entrate con le uscite, da oltre venti anni tutti i Fondi pensione ricorrono a un piccolo trucchetto, ovvero dichiarare attese di performance del tutto NON realistiche. Ancora oggi, nel 2017, i Comitati di Investimento dei Fondi pensione basano la loro allocazione "strategica" su previsioni di rendimento della parte azionaria dei loro portafogli del 7,5% oppure dello 8% anno dopo anno.

Sono numeri che non hanno alcun senso: ma allora perché questi signori, nei Comitati di Investimento (pagatissimi) non cambiano queste attese di rendimento?

La ragione è semplice: come vedete sopra, oggi il 27% degli impegni presi dai Fondi Pensione non trova corrispondenza nel valore dei loro attivi: non ci sono i soldi. Dichiarare obbiettivi di rendimento più bassi vorrebbe dire accettare che, in futuro, per fare fronte agli impegni pressi dai Fondi Pensione sarà necessario un salvataggio da parte dello Stato. Esatto: proprio come accade in Italia, sarà necessario togliere soldi dalle tasche dei più giovani per pagare la pensione alle generazioni meno giovani.

U.S. funds assume an average return of 7.6%. If they were to assume the return on a low-risk U.S. government bond, it would be only 2.5% or 3%. That is why some experts who analyzed recommendations made by the Pension Task Force of the Actuarial Standards Board believe U.S. state and local government pensions could be underfunded by $5 trillion. Put another way, if those pension funds tried to buy annuities from insurance companies to fund the future benefits they have promised, they would be short $5 trillion. That’s why the Pension Task Force recommended that pension funds switch to using a “market rate of return”— which would be, for guaranteed future benefits, the much lower return on an annuity or government bond.

Political resistance to making this change is very strong. It would mean that governments — i.e. taxpayers — would have to contribute up to three times as much as they do now. Consequently, the funds continue assuming an unrealistically high return. They hire consultants and money managers who happily acquiesce, tacitly implying they can achieve it. Trouble is, they can’t. But both consultants and investment managers — particularly the hedge-fund managers that consultants recommend — charge absurdly high fees. These fees come out of pension funds’ coffers and, ultimately, from taxpayers, unless they default on the promises to retirees.

Se a queste considerazioni aggiungete quelle del Post precedente (Meet John Bogle, parte 3), sul forte calo delle performances degli indici nei prossimi decenni, e mettete il tutto insieme alla asset allocation tradizionale 30/70, capite perchè questo elemento risulterà uno dei maggiori, e forse il maggiore, condizionamento alla politica monetaria, negli Stati Uniti ma pure nel resto del Mondo.

Forse è bene ricordare le cifre in discussione: i Fondi Pensione negli Stati Uniti ad oggi hanno passività (prestazioni garantite) per 8,63 mila miliardi di dollari, dei quali 2,33 mila miliardi (come stima minima) oggi risultano unfunded. Se vi serve un termine di paragone, il debito pubblico degli Stati Uniti oggi ammonta a circa 10,5 mila miliardi di dollari.

Anche se nessuno ve lo racconta, questi sono i fattori che oggi condizionano, in modo decisivo, il rendimento futuro dei vostri portafogli di investimento: e non la "politica del dollaro forte" della Amministrazione Trump, e meno che mai le Elezioni in Francia oppure in Italia.

Mercati oggiValter Buffo