La santificazione della BCE (e della Banca d'Italia)
A chi ha fatto comodo, negli ultimi anni, il processo di beatificazione, prima della Banca d'Italia e oggi della BCE? Vediamo di capirlo. Vediamo di capire (è decisivo per le vostre scelte di investimento attuali e future) perché la stampa nazionale ed i TG in Italia presentano sempre la Banca Centrale come un supereroe da fumetti, di acciaio ed invincibile, mentre basta superare i confini nazionali per rendersi conto che da almeno un anno e mezzo, in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, passando per Francoforte e Londra, si è aperto un dibattito forte e serrato, sul ruolo, i poteri, ed i recenti fallimenti delle Banche Centrali (ed i relativi costi). Negli Stati Uniti, questo è un tema importante del dibattito presidenziale: ne avete mai sentito parlare dai nostri media?
La santificazione di Banca d'Italia ha radici che vanno molto indietro nel tempo: in effetti, venticinque anni fa, nel 1992, la Banca d'Italia di Ciampi salvò l'Italia da una dissoluzione che sarebbe stata prima di tutto politica, e poi anche economica.
In Italia, si sa, prevalgono i furbi sugli intelligenti: ed infatti da allora sono stati i furbi ad impadronirsi dell'argomento Banca d'Italia, che da allora viene speso a destra e sinistra, sia nel mondo politico, dove sembra che siamo sempre in attesa del "salvataggio della Banca d'Italia" (oppure della BCE, nella versione più recente) sia nell'industria del risparmio, dove spesso si fa credere al Cliente che se una Istituzione (banca, SGR, SIM) è vigilata dalla Banca d'Italia, il risparmiatore non corre alcun rischio.
Vi conviene di approfondire, su entrambi i piani.
- Sul piano politico, l'utilizzo spregiudicato dell'argomento "emergenza e BCE" ha permesso per anni di procedere con politiche che nella sostanza non hanno inciso su livello e qualità della spesa pubblica. In buona sostanza, ha permesso di "tirare avanti come prima".
- Nell'ambito dell'industria del risparmio, la "autorizzazione della Banca d'Italia" è stata purtroppo utilizzata anche come una barriera all'ingresso, che di fatto ha ridotto la competizione ed ha permesso a molte Istituzioni del settore, anche di grandissime dimensioni, di realizzare in molti ambiti un (ricco) confitto di interesse con i risparmiatori, fatto che è stato nel 2015 oggetto anche di un (generico, purtroppo) rilievo della CONSOB. La convenienza di queste barriere all'ingresso ha creato una situazione per la quale quegli intermediari che ne beneficiano non parleranno mai in modo critico della Banca Centrale: fino a negare l'evidenza, come tutti hanno visto solo 12 mesi fa.
Sarà bene quindi che i risparmiatori riflettano bene: la autorizzazione di Banca d'Italia a SGR, SIM e banche non è una autorizzazione di merito, ma piuttosto una autorizzazione amministrativa. La Banca d'Italia vigila sui vostri investimenti, ma non nel merito: fornisce linee guida, che quando si rivelassero non rispettate, allora produrrebbero sanzioni.
Facciamo un esempio concreto ed attuale: se la vostra GPM bilanciata, oppure il vostro Fondo Comune obbligazionario, oggi sono pieni di carta di scarsa qualità, di obbligazioni ad alto rischio e scarso rating, ad esempio, la Banca d'Italia andrà nel merito di queste scelte solo dopo, se ci sarà una crisi.
Il discorso va anche oltre il portafoglio titoli. La Banca d'Italia vigilava anche sulle 13 banche venete di cui scrive oggi, in prima pagina, il Corriere della Sera (articolo da cui abbiamo ricavato il grafico sotto), banche tutte vicine al fallimento: è una istituzione diversa dal Papato, anche se sta a Roma, perché non è infallibile.
L'investitore, quindi, è chiamato anche a prendere sempre in considerazione la solidità dell'intermediario a cui si affida, ed anche la trasparenza dei criteri che vengono utilizzati da chi ha in gestione il suo portafoglio: in molti casi, è facile rilevare se si stratta di persone che hanno le competenze necessarie, oppure se sono persone improvvisate ed usano criteri di gestione non adeguati, persone scelte non sulla base della professionalità ma di criteri di convenienza personale. Caso nel quale conviene intervenire subito, oggi, per proteggere il patrimonio.