Il fantastico Fondo Comune "Core Selection Brand Top Dividend Income Absolute Arbitrage"

Ci capita, quasi ogni giorno, di confrontarci con risparmiatori italiani che sono clienti delle Reti, ed in particolare di alcune Reti di vendita molto grandi e molto note. Di queste Reti di promotori e bankers, i quotidiani ed i settimanali hanno documentato, in più occasioni negli ultimi anni, gli innegabili e in molti casi spudorati conflitti di interesse: e da ultima, ne ha scritto persino CONSOB nel luglio scorso. Abbiamo un'ampia raccolta di documenti, e chi fosse interessato non ha che da chiedere.

La nuova moda, l'ultima moda di queste Reti, è quella di proporre (spingere) ai loro Clienti Fondi Comuni il cui nome e la cui descrizione (sempre breve, sempre sintetica) non consentono al Cliente che investe di comprendere 1) quali sono gli obiettivi del Fondo; e 2) in quali strumenti e mercati investe.

L'obiettivo (della Rete, non del Fondo) è sempre uno solo: tenere il Cliente, il più a lungo possibile  su prodotti finanziari che al Cliente costano dal 3% al 5% (più le eventuali commissioni di ingresso; più le eventuali commissioni di performance). E quindi: avanti a proporre "nuovi" Fondi del tipo "Core Selection Brand Top Dividend Income Absolute Arbitrage" il cui nome dice assolutamente nulla, e che poi vengono illustrati al Cliente con documenti commerciali, in tre righe, con termini che il loro Ufficio Marketing ha appena copiato dalla brochure di qualche Fondo HEDGE (ma che ovviamente non sono Fondi HEDGE, e neppure i loro "parenti poveri": c'entrano nulla). Quando sarebbero da sottoscrivere? In quali situazioni di mercato sono vantaggiosi? Rispetto a quali altri Fondi? E quando sarebbero invece da liquidare? E sulla base di che cosa generano la loro performance? E che cosa invece ne mette a rischio il patrimonio? Assolutamente nulla viene risposto, a queste precise domande. Zero: il promotore banker ne sa nulla (perché è impossibile saperlo).

Cosa sono in realtà questi Fondi "nuovi"? Il promotore banker utilizzerà questa formula: sono "come le obbligazioni, ma rendono di più". In pratica che significa questa frase? In pratica vuole dire nulla, assolutamente nulla: sono parole prive di senso pratico, se "rende di più" allora non è un'obbligazione, punto e a capo. Non diciamo sciocchezze, almeno. Questa è solo un formula commerciale, una propaganda a tappeto sulla quale nessuno, ma proprio nessuno, oggi vigila in modo attivo in Italia. Tutti aspettano: che succeda qualche disastro, come è già successo per le "obbligazioni subordinate" (vendute da tutti come qualche cosa che "garantisce un rendimento" (una balla spaziale), per poi dire dopo che "era necessario spiegare meglio, ma ... anche il risparmiatore ha le sue colpe".

In tutto questo noi di Recce'd vediamo un (altro) segnale della obsolescenza delle Reti e del loro approccio commerciale di vendita, della obsolescenza del "prodotti commerciali" da fare digerire al Cliente, e in poche parole della fine di un'epoca. Forse vinceranno la battaglia, ma hanno perso la guerra: i Clienti, invece, sono ancora in tempo, da oggi stesso, a liberarsi dalla schiera dei perdenti.

Mercati oggiValter Buffo