Un rendimento coi tassi a zero: stabile, positivo e controllato (parte 1)

La politica dei tassi ufficiali negativi ha creato, come tutti noi sappiamo, una situazione senza precedenti, ovvero che un terzo di tutte le obbligazioni in euro in circolazione rende a scadenza un tasso negativo. Il che, tradotto in pratica, significa che l'investitore paga, invece di essere remunerato, per effettuare un prestito.

Abbiamo già scritto e spiegato in precedenza che si tratta di una grave distorsione del mercato. Che si tratta di un assurdo per un investitore finale. Che si tratta di qualche cosa che può accadere solo e soltanto perché esistono categorie di investitori (Istituzionali) che sono costretti ad acquistare obbligazioni. Che le Banche Centrali sfruttano a loro favore questa situazione. E che così facendo creano una grave distorsione ai mercati finanziari, distorsione che eserciterà una influenza negativa per i prossimi cinque-dieci anni.

Tutto questo lo avevamo già detto: e tuttavia, ci sembra non de tutto inutile tornare sul tema, perché molti amici e Clienti ci ripropongono questo problema. Come garantire al portafoglio un rendimento dignitoso e stabile? A questa domanda noi offriamo sempre la medesima risposta, che si può riassumere così:

  1. le obbligazioni erano da sempre parte di un portafoglio titoli con una loro quota di rischio: il rischio non è mai stato pari a zero, in nessun momento del passato (e non è necessario richimare in causa le Parmalat per dimostrarlo: ci sono mille esempi)
  2. è quindi del tutto sbagliato affermare che con le obbligazioni si "stabilizzava" il rendimento del portafoglio in un modo tale da "non pensarci più": la stabilità dipende dalla probabilità di rimborso, e quella varia nel tempo e va quindi seguita ed aggiornata sempre (anche nel caso dei BTp, come tutti sanno)
  3. negli ultimi anni, proprio a causa delle ampie distorsioni dei mercati, le obbligazioni hanno perso del tutto il loro ruolo di "rifugio", ed oggi sono titoli come qualsiasi altro strumento finanziario
  4. affermare che, nei prossimi mesi ed anni, le obbligazioni presenteranno un profilo rischio/rendimento più protettivo, più conservativo, rispetto ad azioni, valute e materie prime è qualcosa che noi in Recce'd non condividiamo: ci sembra una valutazione superficiale e grossolana
  5. noi stimiamo al contrario che nei prossimi anni sia proprio il mondo delle obbligazioni ad essere esposto al rischio di sconvolgimenti profondi

In ragione di tutto questo, riteniamo utile ripetere che la sola strada, il solo metodo, la sola via per arrivare ad un rendimento stabile, controllato e positivo è quella di affidarsi NON ad uno strumento, NON ad un "prodotto finanziario", bensì ad una strategia di investimento evoluto. Una strategia di investimento a rendimento assoluto.

Una strategia di investimento che non si limiti a guardare quello che fanno i maggiori indici di mercato e subirne gli alti e bassi (come accade con la asset allocation su cui continuano ad insistere le Reti di private banking e le Reti di vendita di "prodotti finanziari").

Detto in parole ancora più semplici: il mercato, con i suoi alti e bassi, seleziona i gestori e i consulenti più capaci da quelli meno competenti. dagli improvvisati e dagli "orecchianti". Gli anni in cui tutto saliva sono per fortuna finiti per sempre. Selezionate bene, quindi, le mani in cui vi mettete. Non esiste un prodotto finanziario, una merce, una commodity, una scatola chiusa, che risolve questo problema: non esiste nella finanza una scelta fatta "una volta per tutte, e non ci penso più".

Esistono solo opportunità che variano nel tempo, e uomini più o meno competenti, e scelte più o meno vincenti, e analisi più o meno superficiali.

Ed è così che si fa la differenza: ed è così che Recce'd oggi fa la differenza. Dopo avere studiato, progettato, testato e realizzato, lungo l'arco di dieci anni.

Chi cerca e propone ai Clienti soluzioni "da supermercato", come chi pensa di potere "mettere in piedi una risposta in tre mesi", o è ingenuo oppure sta cercando di ingannarvi. 

Mercati oggiValter Buffo