Perdenti di successo (2): le grandi banche globali
Fanno un mucchio di soldi, si dice di solito. E stiamo parlando delle grandi banche globali, di qua e di là dell'Atlantico: banche che, però, da qualche trimestre fanno meno soldi di prima. Come si spiega? E come venivano fatti, questi "mucchi si soldi"?
Leggiamo stamattina da Bloomberg le riflessioni dell'amministratore delegato (italiano) del colosso UBS:
UBS Group AG Chief Executive Officer Sergio Ermotti said the wealth-management unit’s performance failed to fully recover in the first quarter from the previous three months with “challenging” conditions continuing into this year. “Market volatility has also affected our wealth management clients, and while client activity has recovered somewhat from the lows we saw in the fourth quarter, transaction-based revenues have not rebounded to levels typically seen in previous first quarters,”. While savings plans remain a priority, UBS “must keep an even keener eye” on costs, he said. The wealth-management unit, the lender’s largest, had pretax profit of 344 million Swiss francs ($348 million) in the fourth quarter, down 47 percent from a year earlier, with 3.4 billion francs in net new money outflows.
Fate bene attenzione: potrebbero apparire banalità, ed invece sono un fortissimo segnale: Ermotti spiega che per fare più utili nella gestione del risparmio la sua grande banca globale (come le altre banche globali) ha NECESSITA' di un rialzo degli indici dei mercati finanziari.
Da anni in Recce'd sosteniamo proprio questo: ovvero che la scelta, da parte delle Autorità monetarie, di distorcere i mercati finanziari facendone salire gli indici aveva obiettivi ben precisi, nel senso di beneficiare le grandi banche del "cartello" internazionale, ed evitando così alle medesime banche operazioni di aumento di capitale che sarebbero state irrealizzabili. Lo stesso fece poi Draghi qualche anno dopo, con le banche europee, acquistando i Titoli di Stato.
Le parole del CEO di UBS sono, a nostro modo di vedere, la pubblica ammissione delle difficoltà, per non dire del fallimento, di un modello di business basato sul gigantismo, da un lato, e dalla attiva collaborazione delle autorità monetarie, dall'altro. Le notizie sulle indagini che hanno di recente colpito il Wealth Mangement di Credit Suisse in Italia ed altri Paesi, ma anche quelle dei drastici tagli del personale (a titolo di esempio: in Morgan Stanley, in Societé Generale, in Goldman Sachs) sono le conferme di questa tendenza al ripiegamento.
Sono i segnali concreti di un mondo che cambia. Cambiate anche voi.