Capire perché Draghi se la è cavata al meglio che era possibile (parte 3)

Lascia sinceramente perplessi leggere, sulla stampa internazionale, una serie di commenti critici sulle recenti iniziative di Draghi. Ad esempio, sul Financial Times abbiamo letto più di un commento negativo, che accusava Draghi di avere messo in campo misure tra di loro in contraddizione, oppure misure poco o per nulla efficaci contro l'inflazione. Ad esempio:

There is nothing fundamentally wrong with any of the decisions except that the ECB missed a trick. It could have widened the spread between short-term and long-term interest rates — or, in financial parlance, it could have steepened the yield curve. One method would have been to make a bigger cut in the deposit rate and a smaller increase in the size of asset purchases. Since asset purchases reduce long-term rates, a small increase in purchases would have reduced them by less. There are big problems with a flat yield curve. It is a nightmare for the banks because their business consists of turning short-term savings into long-term loans. When long rates are similar to short rates, banks find it hard to make money. They have to find other ways to generate income. Think also about the deeper meaning of a flat yield curve with all interest rates near zero per cent. Assume you trust Mr Draghi’s commitment to the inflation target. Would you, as a private investor, buy a 10-year corporate bond that yields 0.5 per cent? If inflation really were to reach 2 per cent within two or three years, you would surely make a loss. The only reason you would want to make a long-term investment at these rates is that you do not believe in the target. Long-term rates are low because people believe the ECB has lost the plot on inflation. I, too, believe this.

Nel merito, le critiche sono appropriate: ma mancano del tutto il bersaglio. Per chi non lo avesse capito Draghi ha smesso da giovedì scorso (e lo ha detto) di fare politica economica. "Quello che si poteva fare, lo abbiamo fatto" e "per l'inflazione, ci vorranno anni": più chiaro di così non si può parlare.

Chi critica le decisioni di giovedì, a nostro parere, non le ha capite: quelle misure andavano tutte verso un unico obiettivo, che non è l'inflazione. L'obiettivo è quello di stabilizzare un sistema bancario fragilissimo e sotto attacco: acquistando quelle obbligazioni corporate che i mercati ora non vogliono più. Punto: lì comincia e lì finisce la politica della BCE, che vuole evitare ad ogni costo la crisi bancaria continentale, crisi a cui solo 40 giorni fa siamo arrivati di nuovo molto vicini.

Draghi ha trovato proprio lì il punto di accordo: le banche sono il punto debole della Germania, e solo per questo la Germania gli ha permesso di non ripetere la figuraccia di dicembre. Così si è tirato dietro il suo Board: un bel risultato, il migliore possibile.

Tutto ciò detto, dei tono di 12 mesi fa, sul rilancio dell'inflazione e dell'economia, restano solo le macerie. Quegli obiettivi ora non sono più sul tavolo di Draghi. Chi ancora oggi consiglia di investire sulla base di quelle premesse, o è miope oppure è male intenzionato.

Mercati oggiValter Buffo