Banche globali in crisi (3): l'elenco completo

Anche questa mattina, domenica 7 febbraio, sulle prime pagine dei quotidiani leggiamo articoli dedicati al sistema delle garanzie pubbliche sui depositi, ovvero alla questione tra Italia e UE sui crediti inesigibili e la cosiddetta bad bank, ovvero sulle obbligazioni subordinate e Banca Etruria (ad esempio, sul Corriere della Sera). Noi di Recce'd siano consapevoli che questi argomenti sono importanti per il risparmiatore italiano: e allo stesso tempo, non riusciamo a capire come si possa spiegare qualche cosa dello stato del sistema bancario italiano senza neppure accennare a ciò che sta succedendo nel mondo.

Il risparmiatore italiano viene mantenuto (con ben precise finalità di protezione dei ricavi) in un recinto informativo, per cui è importante solo quello che succede in Italia. Se qualcuno vi suggerisce dove investire in Borsa, in genere si parla di Società quotate sulla Borsa di Milano; e se scrivono un articolo sulle obbligazioni alternative a quelle bancarie, vi citano Autostrade oppure ENEL. Noi di Recce'd giudichiamo assurdo questo restringere gli orizzonti: perché oggi il risparmiatore italiano non incontra alcuna difficoltà, né alcuna barriera informativa, né alcun costo aggiuntivo, se decide di investire fuori dai confini di quella che resta, nel contesto globale, una piccola realtà economica.

Torniamo ora alle banche: non c'è modo di comprendere perché il sistema bancario italiano (tutto intero, non solo Banca Etruria e Banca Marche) sia sotto pressione, tanto da intaccare i rapporti tra il nostro Governo e la UE (di cui, peraltro, il Governo non può fare a meno neppure per un giorno). L'investitore italiano ha solo due scelte: tenersi alla larga dal problema ed ignorarlo del tutto (ma è possibile farlo?); oppure informarsi: e per informarsi, allora, dovrà partire dai nomi che ci sono qui sotto nella tabella.

Nella tabella, ed in particolare nell'ultima colonna, potete leggere di quanto sono aumentati, nelle ultime cinque sedute, i costi dei CDS: i CDS sono contratti che proteggono contro il default, il fallimento, e sono quindi una misura del prezzo che il mercato attribuisce al "rischio di controparte" di queste particolari banche. Leggete bene questi nomi, e poi date un'occhiata anche al vostro portafoglio titoli (ed al vostro attuale consulente).

Tutto questo è molto importante perché nel 2016 le banche sono al centro dei movimenti di tutte le Borse (NON il petrolio: le banche), e tutto il mondo le osserva e ne parla (Italia a parte), e quindi i CDS, il costo di queste assicurazioni, sale rapidamente.

Noi di Recce'd vi abbiamo scritto di questi problemi da almeno due anni, e quindi per non ripeterci vi rimandiamo ai Post precedenti: ripetiamo solo che qualche cosa si è messo in moto, ed è qualche cosa di molto grande. E per fornire un altro (l'ennesimo) esempio concreto, ci basterà citare il titolo di una ricerca pubblicata nel weekend da Deutsche Bank: "The risks from further ECB and BOJ easing".

Proprio Deutsche Bank, la banca di Francoforte, una delle grandi banche globali, la più grande banca d'Europa: proprio loro, i primi e più strenui supporters della politica di QE della BCE, decidono di staccarsi, di prendere le distanze da Draghi a pochissimi giorni dalla riunione BCE di marzo, affermando che "con i tassi a zero ci state strangolando", ed aggiungendo che "gli effetti sono stati esattamente opposti a quelli desiderati". Incredibile: ci sono arrivati anche loro, finalmente, ma soltanto perché costretti dalla forza dei mercati, che hanno iniziato a rimesso le cose al loro posto, riconciliando prezzi e realtà economica . Ecco le parole di Deutsche Bank. 

The BOJ surprised with a move to negative rates last week, while ECB rhetoric suggests additional easing measures forthcoming in March. While a fundamental tenet of these measures, in particular negative rates, has been to push investors out the risk spectrum, we remind that arguably the impact has been exactly the opposite:

  • Declining bond yields have been robustly associated with larger inflows into bonds at the expense of equities. Though a large over allocation to fixed income at the expense of equities already exists as a result of past Fed QEs and a lack of normalization of rates, further easing by the ECB and BOJ that lower bond yields globally will only exacerbate the over allocation to bonds;
  • Asynchronous easing by the ECB and BOJ while the Fed is on hold risks speeding up the dollar’s up cycle, pushing oil prices lower and exacerbating credit concerns in the Energy, Metals and Mining sectors. It is notable that the ECB’s adoption of negative rates in mid-2014 which prompted the large move in the dollar and collapse in oil prices, marked the beginning of the now huge outflows from High Yield. These flows out of High Yield rotated into High Grade, ironically moving up not down the risk spectrum. The downside risk to oil prices is tempered somewhat by the fact that they look cheap and look to be already pricing in the next leg of dollar strength;
  • Asynchronous easing by the ECB and BOJ that is reflected in the US dollar commensurately raises the trade-weighted RMB and increase the risk of a disorderly devaluation by China. The risk of further declines in the JPY is tempered by the fact that it is already very (-29%) cheap, but there is plenty of valuation room for the euro to fall.

Come vedete chiaramente, un fronte si è rotto, la santa alleanza tra grandi banche e banchieri centrali è in pezzi, ed una nuova fase delle economie e già cominciata e rischia di stravolgere l'intero assetto del sistema bancario internazionale. Ne parleremo ancora insieme.

Mercati oggiValter Buffo