Dieci anni di indici negativi (parte 5): il rischio obbligazioni

Questa settimana avete visto, nello stesso giorno (mercoledì 24 febbraio), il rendimento del decennale Treasury degli Stati Uniti toccare lo 1,60%, livello minimo di rendimento (e quindi massimo di prezzo) degli ultimi 12 mesi, e il debito pubblico del Brasile ribassato a livello di spazzatura (junk) da Moody's, la sola delle tre Agenzie che ancora non aveva tagliato al livello minimo il rating di quel Paese.

Il contrasto è forte: una crisi del debito come quella brasiliana in passato di era prodotta solo in una fase in cui la liquidità veniva sottratta dai mercati, mentre in questi anni, mesi, giorni tutti si affannano a garantire liquidità in abbondanza.

Il contrasto è molto efficace per illustrare che la "politica monetaria accomodante" di Fed, BCE e BoJ non è sufficiente, da sola, ad evitare il default, il mancato rimborso delle obbligazioni. Anche di quelle Sovrane, ovvero emesse da Stati sovrani , come il Brasile.

Per questo, nel precedente Post di questa serie, abbiamo sottolineato quale è stata la performance del'indice dei Titoli di Stato a 10 anni: si tratta di una performance abnorme, e per questo paradossale, e per questo insostenibile. Perché paradossale? Perché negli anni che vanno dal 2008 ad oggi il debito degli Stati è cresciuto al folle ritmo del 10% annuo, mentre le economie reali crescevano quando andava bene del 3%, ma in molti casi non crescevano del tutto. I debiti sono esplosi, i rendimenti sono crollati: e possiamo dire grazie, per questa anomalia rischiosissima, ai calcoli (sbagliati) dei funzionari delle Banche Centrali.

Dunque, nei prossimi 10 anni (almeno) questa categoria di titoli soffrirà tutti i costi di un aggiustamento che non è più prorogabile: non solo le performances non potranno più essere quelle viste in quel grafico citato sopra, ma addirittura c'è il rischio di qualche sostanziale dissesto. Sarà utile tenere a mente qualche numero: il debito pubblico in Giappone ammonta a 10 mila e cinquecento miliardi di dollari, e dimensioni doppie ha il debito federale negli Stati Uniti. In Italia, il debito pubblico si avvicina ai 2500 miliardi di dollari ai cambi attuali.  In Brasile tocca i 1500 miliardi, in Spagna 1350 miliardi di dollari. In Cina ... beh, in Cina chi lo sa davvero?

Molti investitori oggi tengono obbligazioni in portafoglio per proteggersi, dalla volatilità e dalle perdite. Siamo certi che le obbligazioni, nei prossimi anni, non potranno offrire alcuna protezione dalla volatilità. Sulle perdite, per il momento sospendiamo il giudizio.


Mercati oggiValter Buffo