Banche italiane: perché non ne usciremo mai

Lascia senza parole il commento pubblicato oggi 14 dicembre 2016 sul principale quotidiano nazionale in merito alle banche italiane.

Si parte con l'affermzione di quello che oggi risulta l'ovvio:

Non aver capito quanto fosse urgente dare stabilità alle nostre banche è stato forse il maggior limite del governo di Matteo Renzi.

Non male: peccato che il Corriere lo scriva oggi. Sei mesi fa, invece, esattamente nella medesima posizione, in prima pagina, c'erano articoli che spiegavano come, grazie al Fondo Atalente, si sarebbero risolti tutti i problemi del settore. Ma andiamo avanti, con una seconda ovvietà:

(...) investitori internazionali disposti a mettere cinque miliardi di euro nella banca senese. Non si sono trovati in tre anni: perché si dovrebbero trovare in due settimane, entro il temine fissato dal braccio della Bce responsabile per la vigilanza bancaria?

Anche qui: d'accordo sulla conclusione, ma perché mesi fa tutti finsero di credere all'esistenza di questi "investitori intenazionali"? Passiamo adesso ad un punto un po' meno banale:

(...) quando l’Unione Europea propose la direttiva sul bail-in, governo, Parlamento, Consob, Banca d’Italia, tutti la accettarono senza fiatare e soprattutto senza spiegare ai risparmiatori che dal giorno dopo alcuni loro investimenti sarebbero stati meno sicuri.

Questo è più interessante: per due ragioni. primo, perchè si chiamano per nome e cognome i responsabili finalmente. Che responsabilità hanno in questa (ed altre) vicende Banca d'Italia e CONSOB? Parliamone, finalmente! E secondo: perché finalmente ci si ricorda del punto centrale di tutta la vicenda, che è proprio il modo in cui sono stati "usati" i risparmiatori e gli investitori. Andiamo avanti ed affrntiamo le questioni più delicate:

Se la banca offre loro azioni al valore di borsa attuale (circa 20 euro) essi, con poco più di 2 miliardi, divengono proprietari del 48% circa della banca. Ciò significa valutare il Monte 4,8 miliardi. Il patrimonio netto del Monte (dopo le svalutazioni e la conversione) vale circa 9 miliardi, quindi essi comprano azioni a 0,53 volte il valore degli attivi. Un buon affare?

Questa è una affermazione molto, ma molto, azzardata: acquisire azioni della Banca Monte dei paschi NON SIGNIFICA mettere le mani sul "patrimonio netto", diventare proprietari di quel patrimonio, bensì affidare i propri soldi ad un management vecchio, opaco, scelto con i soliti criteri che hanno prodotto questo disastro, e incaricato da chissà chi di fare chissà cosa. Un management che, di ciò che resta di quel patrimonio, potrà fare ciò che vuole. Stendiamo poi un pietoso velo sulla valutazione dei 9 miliardi, che è risibile. Ma chi diavolo la ha prodotta? la Banca stessa? La Banca d'Italia? La BCE quando ha fatto i famosi stress-tests? Ma non è arrivato il momento di piantarla? E andiamo ancora avanti:

Se si arriverà ad un intervento dello Stato è importante che questo non si limiti a Siena.

Ecco, questa è proprio bella: un salvataggio coi soldi pubblici dell'intero settore. Come sempre, "per salvaguardare i risparmiatori". Ma figuratevi: se il salvataggio fosse fatto per salvaguardare i risparmiatori, vi sembra che si proporrebbe di buttare altri soldi in aziende senza un futuro, dopo che solo tre mesi fa il Presidente del Consiglio affermo che in Italia occorre dimezzare banche e bancari (250 mila esuberi, disse Renzi)? Ed ora, chiusiamo con la migliore di tutte:

La crisi bancaria irlandese ha richiesto misure pari al 30% del Pil; quella spagnola il 10%; le crisi delle banche scandinave negli anni Novanta costarono il 9% del Pil in Finlandia, i 4% in Svezia. Ma questi denari sono poi stati in gran parte recuperati quando lo Stato, dopo aver stabilizzato le banche, le ha rivendute.

Quale persona di generale buon senso, e priva del tutto di competenze specifiche, azzarderebbe un paragone tra la crisis bancaria globale del 2009 e quella delle banche italiane degli ultimi 20 anni? Ma che cosa c'entrano? A chi potrebbe risultare sensato un paragone tra Italia, Irlanda, Finlandia e Svezia? Che senso ha riempire di illusioni i lettori, raccontando una favola in base alla quale le azioni di Banca MPS potranno poi essere rivendute con un utile?

Non ne usciremo mai.

 

 

Mercati oggiValter Buffo