I temi del 2017 (parte 1): il rischio politico crescerà
Tra due mesi il 2016 sarà finito: ognuno farà le proprie somme, vedrà che cosa ha guadagnato e che cosa ha perso in un anno che è stato ricco di eventi, ricco di opportunità, e per qualcuno ricco anche nei risultati del proprio portafoglio.
Recce'd da oggi e per qualche settimana vi proporrà alcune anticipazioni sui temi del 2017. Si tratta di valutazioni del tutto qualitative: è troppo presto epr dire dove andremo a disinvestire, che cosa invece andremo a disinvestire, quali saranno le opportunità e quali i rischi da inserire nei portafogli.
Ci sono però alcuni temi che si possono, fin da ora anticipare: ed il primo che abbiamo scelto è il ritorno del fattore "rischio politico", un ritorno che ad oggi appare inevitabile.
Persi a discutere di Referendum e Manovra Finanziaria, i quotidiani in Italia sembrano trascurare del tutto il tema che al contrario domina sulla stampa di tutto il Mondo, e che vedete rappresentato bene nel grafico qui sopra: destra e sinistra tradizionali stanno perdendo in modo progressivo il loro peso nel contesto politico, sostituite da forme diverse di contestazione, protesta, ribellione, rifiuto, antagonismo radicale. La stampa internazionale riassume tutte queste definizioni sotto l'etichetta del "populismo", ed associa questo populismo a due altri temi, che sono la "disuguaglianza crescente" e la "crisi della globalizzazione"
In Italia ne abbiamo (noi investitori) una concreta manifestazione nella rischiosa scelta del governo in carica, di alzare la voce con la Unione Europea sul tema gestione della Finanza Pubblica. Manovra politica molto rischiosa, e spiegabile solo dalla necessità di rubare spazio ed argomenti al concorrente politico che è oggi in crescita, ovvero il Movimento Cinque Stelle.
Si tratta solo di un piccolo esempio: la realtà è che dal Sud America all'Estremo Oriente, passando per Brexit e Donal Trump, la spinta del cosiddetto "populismo" aumenta ogni giorno: e noi di Recce'd vediamo nei segnali crescenti di inflazione la miccia che potrebbe fare esplodere la situazione.
Come ci hanno spiegato alcuni Banchieri Centrali negli ultimi mesi, l'inflazione oggi potrebbe ..... fare comodo: il ragionamento è chiaro, l'inflazione è il rimedio senza costo agli eccessi di debito che le operazioni di QE hanno alimentato, un modo per distruggere ricchezza che non è reale ricchezza ma solo carta. E' un modo si uscire da una situazione di empasse senza fare nulla e senza spendere nulla.
Peccato però che esiste anche l'economia reale: e se sale l'inflazione, allora dovranno aumentare anche le retribuzioni. Come molti lettori ricorderanno bene, questo meccanismo di ricorsa prezzi-salari non funziona se non con pesanti frizioni sociali.
Non immaginatevi però le "lotte sindacali" e gli scioperi di massa degli anni Sessanta e settanta: dovete immaginare invece una situazione di crescente "diffuso conflitto sociale" di cui avete avuto esempio, di recente, ad esempio con le vicende di Uber a Londra e di Foodora in Italia. Questo è quanto noi ci aspettiamo di vedere presto, già nel 2017: un forte movimento sociale, che modificherà i rapporti tra Azienda e lavoratore a favore di quest'ultimo, ma in modi nuovi e non secondo i "dettami sindacali".