Il Grande Errore del 2015. E poi il Grande Errore del 2016.

Non ci sono dubbi: il Grande Errore del 2015, per i gestori di portafoglio (professionali e individuali) fu quello di andare dietro, esattamente un anno fa, a chi sosteneva che l'annuncio di QE da parte di Draghi (22 gennaio 2015) avrebbe risolto i problemi dell'intero pianeta, e che quindi sarebbe stato facilissimo guadagnare, semplicemente andando "lunghi di tutto a manetta". Chi è andato dietro a quell'ottimismo di maniera ha poi visto sciogliersi i guadagno nella seconda parte dell'anno, ha perso soldi su una parte delle posizioni, e si è alla fine ritrovato in una trappola all'inizio del 2016.

Guardiamo allora al 2016: perché già a fine gennaio si presenta uno di quei momenti che si possono definire "decisivi". Non è più tempo di aspettare, di stare a vedere, di lasciare le cose come stanno: è già il momento di decidere.

Secondo Recce'd, che ve lo dice da almeno due mesi, le strategie di portafoglio del 2016 devono tenere conto della fine di un'epoca, dell'aumento della volatilità, e della fine delle garanzie illimitate dalle Banche Centrali. Il Grande Errore del 2016, che potremo verificare solo a fine anno, sarà quello di restare comodi a pensare che "non è successo nulla, non è cambiato nulla" anche se i mercati un segnale forte, anzi fortissimo lo hanno già mandato.

Le tre Banche Centrali maggiori, con le loro parole (altre parole ...) hanno alimentato il rimbalzo di fine mese, che è una grandissima opportunità, ma per fare ordine nelle idee e pulizia radicale nei portafogli. Niente come questo mese di gennaio 2016 può confermare meglio che la capacità delle Banche Centrali di guidare i mercati al rialzo non c'è più, che la loro credibilità è di breve periodo e che i mercati ormai vanno per conto loro. Gli effetti delle dichiarazioni di gennaio di BCE, Fed e BoJ dureranno solo poche sedute.

Lo scriviamo oggi, molto chiaramente: i mercati azionari, delle obbligazioni e delle valute saranno guidati, nei prossimi mesi, da tre fattori sui quali le Banche Centrali oggi non hanno alcuna influenza: e sono fattori pubblici, molto evidenti, e sotto gli occhi di tutti. Quindi nessuno potrà dire di "non essere stato avvisato".

PRIMO FATTORE: nel 2016 il rischio "recessione" non è pari a zero; lo scrivono tutti, è sulle prime pagine dei giornali. Non fate finta di non averlo visto. “Oil is a barometer of global economic growth expectations, which have been revised downward several times in recent months. Most of the anxiety about this trend focuses on China, which in 2015 experienced its slowest pace of growth in a quarter century and is expected by many to slow even more this year.”

SECONDO FATTORE: il rischio legato alle valutazioni dei mercati ormai lo hanno segnalato tutti: anche quegli "estremisti dell'ottimismo" che solo sei mesi fa vi spingevano a comperare ancora; una banca globale come JP Morgan, che fonda quasi tutte le sue strategie su un continuo rialzo degli indici, è stata costretta a scrivere proprio nell'ultima settimana che lo spazio di rialzo per lo S&P 500 arriva, nelle migliore delle ipotesi, a 2200 punti, mentre quello di ribasso arriva ai 1400 punti. Ma chi mai, al mondo, accetterebbe di fare una scommessa del genere, partendo dai 1940 punti di venerdì 29 gennaio? “If a recession is unfolding, the historical playbook suggests that a bottom in U.S. equities may still be far off. Through their January 2016 lows, the Russell 2000 and S&P 500 had fallen 23% and 13%, respectively, from their 2015 highs—far less than the average and median drops in these indices in the past five economic downturns (37% and 34% for the Russell 2000, respectively, and 32% and 27% for the S&P 500).”

TERZO FATTORE   volatilità e fenomeni di illiquidità saranno caratteristiche permanenti per i mercati finanziari, nel 2016 e negli anni seguenti; da qui arriveranno le opportunità, anziché dalle dichiarazioni dei banchieri centrali; chi ha beneficiato della "marea che salendo porta in alto tutte le barche (anche quelle sfasciate)" per tre anni deve rassegnarsi, è stato bellissimo (per loro)  e facilissimo, ma adesso è finita e per avere performances sarà necessario guadagnarsela lavorando giorno dopo giorno. Anche se, va detto, ci saranno opportunità eccezionali: " ... there will be “exceptional opportunities” to make money in 2016 because of divergent monetary policies and as four years of low market volatility comes to an end. A slowdown in global growth appears to be accelerating and if the trend continues central banks could find it increasingly difficult to support capital markets. Some exceptional opportunities are likely to present themselves in this environment of regime shift and dislocation."

Mercati oggiValter Buffo