Chi rischia più di tutti? Il dollaro USA (parte 4)

Recce'd ha da tempo segnalato i rischi che corre la valuta americana, che da oltre un anno tutti ci presentano come "forte" ma che da oltre un anno non sale più. La riunione di ieri sera della Federal Reserve ha chiarito che la "scommessa sull'economia" fatta in dicembre, e tanto reclamizzata dalla stampa, è di fatto già persa, perché la stessa Fed ha dovuto riconoscere che l'economia USA ha "rallentato" (slowed). Immediatamente, tutti hanno scritto che un rialzo a marzo non ci sarà, e che quindi nel 2016 ce ne saranno solo tre. Ma perché tre? E chi lo di che che poi l'economia usa non rallenti anche nei prossimi trimestri? E qui entra, ovviamente, in questione il cambio del dollaro, il cui rialzo è stato attaccato, in modo esplicito e pesante, ieri dal Capo di Apple Tim Cook: riportiamo qui sotto le sue parole.

“Our results are particularly impressive given the challenging global macroeconomic environment. We’re seeing extreme conditions unlike anything we have experienced before just about everywhere we look. Major markets including Brazil, Russia, Japan, Canada, southeast Asia, Australia, Turkey and the eurozone have been impacted by slowing economic growth, falling commodity prices, and weakening currencies. Since the end of fiscal 2014, for instance, the euro and British pound are down double digits. The Brazilian realis down more that 40% and the Russian ruble has declined more than 50%.” 

La Società con la più elevata capitalizzazione al mondo ci dice che le condizioni sono "estreme come mai in precedenza" e come primo fattore di debolezza mette in luce proprio il cambio del dollaro. Ecco quindi perché a nostro avviso il dollaro non è "forte" ed è invece "debole": perché se la Fed alza ancora i tassi, sostiene il dollaro ma rallenta ulteriormente la crescita economica; mentre se la Fed non alza più i tassi, che cosa altro potrebbe sostenere il dollaro ora che l'economia ha "rallentato"? Il dollaro è in un cul-de-sac.
 

 

Mercati oggiValter Buffo