Le obbligazioni e il rischio nei vostri portafogli (parte 1)
Da decenni, le Reti di Private Banking spiegano ai loro Clienti che:
- se vuoi un portafoglio che rende di più, dovrai comperare più azioni e mettere più rischio in portafoglio (perché sono più volatili nel breve termine)
- se vuoi meno rischio nel portafoglio, vendi le azioni e compra le obbligazioni, che sono "più sicure".
Poi siamo passati attraverso eventi epocali, come la crisi del 2000-2003, e quella del 2007-2009, ed in mondo è cambiato per sempre: ed è quindi più che appropriata una riflessione sulle affermazioni qui sopra. Sono ancora valide? Anche nei piani previdenziali, il consulente consiglia di "mettere più obbligazioni" se si vuole stare più sicuri, ma il problema è proprio questo: è ancora vero che le obbligazioni, nel loro insieme, sono "più sicure" e che in futuro (non in passato!!! attenzione, questa distinzione è cruciale) ridurranno la volatilità dei vostri portafogli?
Come sapete tutti, Recce'd nasce nel 2007 come iniziativa che vuole portare al Cliente investitore strategie di portafoglio performanti e a basso costo, con modalità del tutto innovative, ma soprattutto che vuole offrire un "porto sicuro" (safe harbour) agli investitori che si trovano schiacciati tra mercati sempre più fragili, strutture bancarie e non in profonda trasformazione e Autorità monetarie sempre meno efficaci e sempre più spiazzate dagli eventi.
E quello che trattiamo in questo Post è un esempio perfetto di questa nuova situazione: perché le vecchie "regolette pratiche" oggi non funzionano più, ed in particolare non è più vero che mettere più obbligazioni in portafoglio "protegge dalla volatilità". Noi di Recce'd sosteniamo al contrario che sono una gestione attiva di TUTTO il portafoglio (azioni, obbligazioni, valute, cash, materie prime e alternativi) protegge dalla volatilità, e che NESSUNA delle diverse classi di attività oggi può più essere considerata "sicura" a prescindere da tutto, dopo sette anni di "politiche monetarie non convenzionali".
Nelle ultime due settimane abbiamo dato numerose informazioni, esempi e dettagli di questa situazione attraverso il nostro quotidiano The Morning Brief, che viene spedito alle sette del mattino ai nostri amici registrati: ma non potevamo certo prevedere che proprio ieri il Wall Street Journal, che è il più autorevole quotidiano finanziario al mondo, pubblicasse con massima evidenza un articolo dal titolo "The New Bond Market: Bigger, Riskier and More Fragile Than Ever". Scrive il WSJ:
Long associated with safety and predictability, bonds appear vulnerable as never before to price reversals and trading disruptions that could spill over and threaten financing for businesses and individuals.
Aggiungendo poi, sulla incredibile crescita delle dimensioni di questo mercato negli ultimi sette anni:
The U.S. bond market is among the biggest financial markets in the world, with $39.5 trillion outstanding at mid-2015, the Securities Industry and Financial Markets Association says. That is equivalent to 1½ U.S. stock markets and nearly twice the aggregate size of the five largest foreign stock exchanges (in Japan, China and Europe), says the World Federation of Exchanges.
Per queste ragioni, e molte altre che abbiamo già in parte anticipato nel Morning Brief e nei Post precedenti, saremo costretti a tornare ancora su questo argomento a breve.