Dai Fondi Flessibili ai Fondi Multi Asset: la replica di un fallimento? (parte 1)

Le Reti di vendita in Italia nel 2014 hanno premiato su tutte le categorie di Fondi Comuni quella dei Fondi Multi-Asset, e così è stato anche nella prima parte del 2015: un successo commerciale notevole che merita attenzione. Che cosa si intende per Fondo Multi-Asset? Di certo, abbiamo solo che il gestore è libero di investire anche su altre categorie di asset, oltre che sul tradizionale binomio azioni-obbligazioni. Da qui, secondo le varie Direzioni Marketing delle Case di Fondi (che sono quelle che comandano davvero) deriverebbe per il Cliente investitore una "maggiore diversificazione" che unita alla "maggiore flessibilità" dovrebbe alla fine produrre (si intuisce dalle parole del Marketing) migliori risultati sia di rendimento si di rischio. Di più, non è dato sapere: restano misteriose le ragioni e il timing delle scelte fra le diverse classi: "perché investite in queste nuove classi? quando? in che percentuale?", tutto rimane nella nebbia del marketing, sepolto da frasi generiche del tipo "per diversificare". Questa storia dei Multi Asset ne ricorda un'altra, con cui ha moltissimi punti in comune: dieci anni fa, alla metà degli Anni Duemila, con gli investitori bruciati dalla bolla del Nasdaq, gli stessi Uffici Marketing inventarono i Fondi Flessibili, per rispondere al rifiuto del benchmark da parte dei loro Clienti. I Fondi Flessibili furono un fallimento, perché in realtà i gestori erano gli stessi, i criteri di valutazione erano gli stessi, e le strategie di investimento erano le stesse: i risultati per i Clienti (che hanno pagato ogni anno dal 2,5% al 3% di commissione di gestione, più altri oneri) le vedete nel grafico qui in basso (la linea di colore nero), ovvero un 12% totale negli anni dal 2007 ad oggi. Ancora più significativo della performance è il fatto che, seguendo nel grafico la linea dei fondi flessibili, si vede che salgono quando l'equity sale, e scendono quando l'equity scende (alcuni dati pubblicati dal sito Moneyreport il 14 luglio scorso relativi ai "nuovi" Fondi Multi Asset offrono sul breve termine risultati simili a questi). Si tratta, molto semplicemente, di Fondi bilanciati vecchio stile con in portafoglio con una bassa percentuale di equity, che il risparmiatore poteva farsi da solo molto facilmente. E oggi ci risiamo: una nuova confezione serve per vendere un prodotto vecchio. Non sarà mettendo in portafoglio il 2% di materie prime e lo 1,5% di fondi immobiliari che si modifica la natura di un portafoglio che resterà un portafoglio ad asset allocation statica con il 25% di azioni, il 70% di obbligazioni, e il resto sbriciolato in quote insignificanti sia per la performance sia per il rischio. Ma questo è il solo mestiere che possono, e sanno, fare, le strutture Fabbrica-Rete, e quindi non possono che cercare di attirare l'attenzione del Cliente deluso dai risultati con nuove confezioni per vecchi prodotti, dai quali noi di Recce'd vi consigliamo di stare alla larga. Almeno fino al giorno in cui qualcuno non sarà in grado di spiegarvi, con chiarezza e con frequenza, che cosa stanno facendo questi gestori di Fondi con i vostri soldi, e perché questa volta non dovrebbe finire come finì la storia dei Fondi Flessibili.