Grecia: prima di conoscere l'esito del voto

Scriviamo questo appunto domenica 5 luglio, prima di conoscere l'esito del voto

C’è il rischio concreto che lasciare votare i greci sia una scelta tanto sbagliata quanto fu sbagliato lasciare fallire Lehman Brothers. Solo un semplicione potrebbe pensare che la Grecia ha tenuto in scacco la UE per tre mesi facendo leva solo sulle proprie forze politiche ed economiche: la realtà ben diversa, e lo vedremo proprio in queste prossime sedute di mercato. Questo voto ha già messo in moto processi che non potranno rientrare in poche settimane.

Allargando la riflessione oltre i mercati finanziari, ci sembra molto utile quanto sul quotidiano La Stampa scrive oggi Mario Deaglio:

dopo l’avventura greca, l’Europa non potrà più essere la stessa. Che abbia successo, con la messa a punto del programma pluriennale di cui sopra, oppure che la situazione scivoli nel caos, questa è la fine dell’Europa «razionale» delle burocrazie. Il «caso Grecia» segna l’irrompere sulla scena di scelte politico-sociali scomode, che si era cercato per vent’anni di evitare, pone le premesse per un ritorno a un vero «far politica» a livello europeo, a occuparsi di esseri umani più che di numeri, a ragionare davvero sul futuro.  In questo senso, la crisi greca arriva al momento appropriato, ossia quando l’Europa ha perso la sua storica posizione centrale nell’economia globale, il cui fulcro si è spostato dall’Atlantico al Pacifico e, proprio per questo suo decentramento, rischia di guardare con troppa attenzione l’albero Grecia e di dimenticarsi della foresta Mondo.