La favola del Giappone e la favola della crescita

Dalla riunione di questa mattina della Bank of Japan è uscita un'altra revisione al ribasso delle previsioni per l'inflazione: adesso siamo allo 0,7% per il 2015, ed eravamo partiti solo sei mesi fa dal 2%. Il fatto dimostra che il grado di controllo della Banca Centrale sull'inflazione è zero. E se guardiamo ai dati di ieri per l'inflazione in Germania, sembra che anche in Eurozona la BCE abbia uno scarso controllo dell'inflazione. E se guardiamo alla crescita? In Giappone neppure se ne parla: ormai l'obiettivo è stato abbandonato, la crescita sta a zero. In Eurozona? Tutte le banche di investimento, in coro, raccontano la stessa storia: la crescita arriverà, perché il QE oggi non funziona, ma in futuro ... saranno fuochi artificiali, perché il QE funziona sempre. Già, ma dove? In Giappone no di certo: in Giappone si stanno semplicemente preparando al disastro, che presto o tardi non si potrà più evitare. E negli USA allora? beh, chiunque abbia fatto una  rapida analisi del dato di ieri, per le vendite al dettaglio di giugno, e dei dati dei sei mesi precedenti, non può non avere notato che il tasso di crescita di questa componente del GDP (che conta per il 70% del totale) è pari allo 0,1%. Negli USA la disoccupazione è sotto il 5,5% ma la partecipazione al mercato del lavoro è anch'essa ai minimi dal Dopoguerra. La conclusione, per noi investitori finali, è che il portafoglio dovrà essere orientato in modo tale da anticipare un secondo semestre con più di una sorpresa negativa, sul fronte della crescita economica (ed anche dell'inflazione): tenendo conto che i valori degli indici di mercato, alla metà di luglio, restano ancora orientati a dati per la crescita in aumento, e non in calo come effettivamente li vediamo ogni settimana. Un esempio lampante è che, a fronte di dati disastrosi per inflazione, crescita ed esportazioni, dopo due anni di politica fallimentare le banche di investimento spingono ancora sul Giappone:  devono sdebitarsi verso una Banca Centrale, che garantisce a loro (e non alle aziende oppure alle famiglie: solo alle banche) condizioni estremamente accomodanti di liquidità, grazie alla quali tengono in vita i loro bilanci altrimenti da fallimento. Queste sono osservazioni molto utili sul piano pratico, perché ci permettono di ricordare, ancora una volta, che non è per nulla necessario che l'economia vada bene, per fare andare bene il vostro portafoglio titoli: quell'argomento è una vera e propria favola. La condizione che vi permetterà di performare non è quella: è invece il fatto di non rimanere intrappolati nel "gregge", non sognare ad occhi aperti, non aspettarsi l'improbabile o l'impossibile. Anticipare, sempre.