Parliamo di soldi veri: le performances
La nostra strategia RNI ha generato, nel primo semestre 2015, una performance positiva e superiore al 5%, pur mantenendo per l'intero semestre una posizione negativa sulle Borse, per ragioni ampiamente dettagliate nei nostri documenti (The Morning Brief, quotidiano; e The Portfolio Edge, settimanale) e nel nostro Blog. Come abbiamo generato performance? Grazie alle posizioni in valuta, in materie prime, e sulle obbligazioni (lo SHORT sul Bund tedesco da marzo in avanti). Sappiamo che molti private bankers a fine semestre (giugno 2015) andranno dal Cliente a mostrare performances più elevate del 5%, spiegando che l'investimento sulle Borse in Europa è stato un successo grazie a Draghi. Questi sono argomenti di vendita, e invece a voi conviene guardare i fatti: al vostro consulente mostrate il grafico qui sotto, che racconta quale è stata la performance delle Borse in Europa nell'ultimo anno. Il grafico vi dice che quello che avete guadagnato sulla Borsa di Milano (oppure sull'EuroStoxx) nel 2015 lo avevate perso nel 2014, quindi siete tornati semplicemente in pari con i vostri soldi (e fine febbraio eravate ancora sotto!). Per 12 mesi, l'investimento in azioni europee è stato "dead money", per usare un'espressione degli americani, una scelta perdente. Il nostro portafoglio modello RNI aveva invece messo a segno, nel 2014, un risultato dello 8,65%, a cui si aggiunge il 5% di quest'anno, per un totale vicino al 15% sugli ultimi 18 mesi: vi invitiamo a fare un confronto con i risultati dei vostri investimenti. E vi invitiamo ad allungare ancora l'orizzonte: se tornate ai valori del 2010, cinque anni fa, vedrete che le Borse in Eurozona hanno reso in totale tra il 10% (Milano) ed il 15%, con una media quindi del 2% annuo, come un BOT (nonostante tutti i record di Wall Street, e nonostante gli eccessi del QE) , ed una volatilità annua molto pesante, compresa tra il 15% ed il 20%. Molti investitori, in questi ultimi anni, si sono sentiti ripetere che sarebbe arrivata la manna dal cielo (nella forma del QE di Draghi): tenendovi fermi, i vostri consulenti vi hanno fatto perdere tempo ed opportunità. Al contrario, la nostra strategia RNI nello stesso periodo ha garantito un rendimento del 7% medio per cinque anni, che cumulato significa più del 40%. E non basta: il dato ancora più forte è che la volatilità del nostro portafoglio RNI è rimasta sempre tra il 6% ed il 7% (in termini di deviazione standard annualizzata), che è la stessa volatilità di un portafoglio obbligazionario. Anche qui, vi invitiamo a fare i confronti e se poi ne avete voglia di farci sapere attaraverso i nostri indirizzi e-mail. Ma soprattutto, pensate al vostro futuro: perché se è andata così negli ultimi cinque anni, quando i mercati sono stati supportati in modo senza precedenti dagli eccessi di liquidità, cosa potrà succedere da qui al 2020 ai vostri portafogli? Volete davvero affidarvi a chi aspetta il prossimo QE?