Quel pasticcio brutto delle obbligazioni, parte 2
Pochi giorni fa abbiamo segnalato i crescenti rischi per chi investe in obbligazioni. Ieri poi ci è arrivato un aiuto dal personaggio più insospettabile: Jamie Dimon, infatti, è l'uomo che più di ogni altro, insieme con l'Istituzione che lui guida da anni (J. P. Morgan) ha beneficiato del sussidio alle grandi banche garantito dalle politiche di QE. Proprio per questo, suona sorprendente che proprio Jamie Dimon esca in pubblico a denunciare la fragilità del mercato obbligazionario: il fatto ci fa temere che le cose siano anche più compromesse di quanto noi abbiamo immaginato. Nella sua lettera agli azionisti, pubblicata oggi tra gli altri da Bloomberg, Dimon ha preso a spunto una oscillazione dello 0,4% sul rendimento dei Treasuries (avvenuta lo scorso 15 ottobre) per mettere in guardia azionisti e pubblico sui rischi del mercato obbligazionario con parole drammatiche: The Treasuries move was “an event that is supposed to happen only once in every 3 billion years or so,”. I rischi che Dimon vede sono una diretta conseguenza delle politiche delle Banche Centrali: e non sono solo rischi di prezzo (il problema della "bolla") ma soprattutto rischi di liquidità, come noi abbiamo evidenziato in questo Blog solo due giorni fa. Vediamo le parole di Dimon:
Dimon, 59, cited the incident as he waded into a debate about whether bank regulations implemented after the 2008 financial crisis exacerbate price declines by limiting the ability of Wall Street banks to make markets. It’s just a matter of time until some political, economic or market event triggers another financial crisis, he said, without predicting one is imminent. A future crisis could be worsened because there “is a greatly reduced supply of Treasuries to go around.”