Quel pasticcio brutto delle obbligazioni
William Dudley è a capo della Fed a New York, ed è anche il più "morbido" di tutti i membri del Board: la "colomba" per eccellenza. Eppure anche lui, lo scorso 27 marzo, si è sentito di rendere pubblica una preoccupazione che è forse la più grande, in questo momento, all'interno della Fed: perché i rendimenti delle obbligazioni non salgono, visto che l'economia "sta bene"? E perché le aspettative del mercato sono così tanto distanti dalle previsioni ufficiali della Fed? E' stato osservato la settimana scorsa che "The market is calling for 2 percent rates in 2018, almost half what the Fed sees." Per questo Dudley ha lanciato un allarme: "Dudley, who is vice chairman of the policy-setting Federal Open Market Committee, said in a Feb. 27 speech “it would be appropriate to choose a more aggressive path of monetary policy normalization,” if bond yields stay too low after the U.S. central bank starts raising rates.". I dati di venerdì scorso, per l'occupazione negli USA, hanno reso ancora più evidente questo problema, a cui Bloomberg ha dedicato proprio oggi un'analisi. Anche questo episodio ci dimostra che le Banche Centrali non sono onnipotenti, e sanno di non esserlo: per noi investitori finali, il problema è come operare sul portafoglio in obbligazioni, ora che le Banche Centrali stanno per perdere il controllo del mercato obbligazionario.