Coronavirus ed altri virus (parte 2)
Come abbiamo fatto già sette giorni fa, anche oggi ci dichiariamo incapaci di affrontare nel modo che è appropriato il tema coronavirus. Tema serissimo, che va giustamente lasciato a chi di queste cose ne capisce.
Noi in Recce’d “ne capiamo”, ma di altre materie.
Ad esempio, ci è chiarissimo quale è il motivo della reazione (ampia, e significativa) dei mercati di Borsa alle notizie sull’epidemia.
Da almeno cinque mesi, sui mercati si è diffuso un altro virus: il virus diffuso dalle banche globali di investimento e generato nei laboratori segretissimi della Federal Reserve.
Si tratta di un virus che genera allucinazioni nel pubblico degli investitori, che si fa convinto (chissà perché, poi? non ci sarebbe ragione) che ormai gli uomini delle Banche Centrali dispongono di un potere assoluto, e non scalfibile, sui destini dei mercati finanziari.
Cosa che ovviamente è del tutto falsa, come dimostrano in modo concreto gli ultimi 20 anni di storia dei mercati.
Ma il virus si diffonde, con le banche globali di investimento come agenti che governano la diffusione, e le Reti di promotori finanziari come distributori del contagio.
Come detto si tratta di allucinazioni: allucinazioni dannose, in quanto portano il grande pubblico degli investitori a fare le scelte più sbagliate all’interno del loro portafogli.
Poi che cosa accade? Perché questa piacevole illusione non dura per sempre?
Presto detto: accade che la realtà dei fatti ricorda a tutti che ci sono situazioni che non possono essere risolte con “immissioni di nuova liquidità nel sistema bancario”, e tanto meno con il QE.
Accade anche che la realtà dei fatti ricorda a tutti che non sempre si possono “dirigere” le Borse pubblicando dei Tweet: ed infatti, come tutti avrete notato, certi Tweet da una decina di giorni sono del tutto scomparsi.
A quel punto, ognuno dovrà valutare se le scelte fatte sono le migliori, nel proprio interesse.