(11/06 17:50) RIS: sta forse per "risate"? (1)
Tra chi ci segue e ci legge, solo una piccola minoranza è stata informata a proposito di RIS, “la Retail Investment strategy, che rappresenta un tassello essenziale nella costruzione della Capital Markets Union”.
Ed è un fatto gravissimo: perché priva l’investitore di una serie di essenziali informazioni.
Ma che cosa è RIS? Leggiamo la definizione ufficiale, che presenta RIS come un:
pacchetto legislativo che mira a garantire il migliore interesse del cliente e promuovere la partecipazione degli investitori retail ai mercati finanziari Ue. Il pacchetto prevede modifiche a Mifid 2, IDD e alle direttive Ucits e Aifm. Inducement non vietato totalmente, ma aumenta la trasparenza
Come ogni lettore potrà facilmente immaginare, c’è stata una forte opposizione a questo pacchetto, in particolare dall’Italia: la lobby che rappresenta i promotori finanziari si oppone ad OGNI iniziativa che vada nella direzione di proteggere gli investitori. Le Autorità di Vigilanza su tutti questi temi fingono di non vedere: esercitano la “benigna negligenza”, di fronte a gravissimi problemi, già documentati dai media, e quindi di pubblica conoscenza. Perché? Decidete voi lettori.
Il pacchetto legislativo che si chiama RIS quindi oggi in pratica non modifica nulla, e la lobby dei promotori finanziari fa e farà ogni possibile sforzo per rallentarne la introduzione.
E tuttavia, RIS è un metro utilissimo, per un investitore che voglia rispondere alla domanda: “oggi, io in che situazione mi trovo”?
E’ proprio qui, su questo punto, che ci sarà da ridere, e da ridere a crepapelle: riuscite ad immaginare di quanto dovrebbero cambiare, le pratiche delle Reti di promotori finanziari, per arrivare agli standard che RIS prevede? Che capriole, che equilibrismi, che convulsioni, e che grasse risate!
Leggendo i tre punti che seguono, vi farete spiegare niente meno che dalla Commissione Europea in che modo VOI, che siete Clienti delle Reti di promotori finanziari, oggi siete trattati (pagando per di più un ampio compenso in commissioni).
Voi, che state leggendo, dovete rendervi conto che oggi NON arrivate neppure a questi MINIMI standard di servizio (a differenza dei Clienti di Recce’d):
… il pacchetto prevede inoltre che i clienti debbano ricevere, almeno una volta l’anno, una panoramica chiara del rendimento degli investimenti che compongono il loro portafoglio, e impone meccanismi obbligatori di risk warning per aiutare gli investitori retail a evitare di assumere rischi eccessivi per il loro profilo.
… per affrontare il problema degli eventuali conflitti di interessi nella distribuzione dei prodotti di investimento, le norme vietano gli incentivi alle vendite che si limitano all’esecuzione dell’ordine (cioè quelle in cui non è fornita alcuna consulenza) e prescrivono che la consulenza finanziaria debba corrispondere all’interesse degli investitori retail.
Nel caso in cui gli inducement siano presenti, il pacchetto mira a introdurre maggiori garanzie e requisiti di trasparenza, anche sull’impatto che gli eventuali incentivi possono avere sul rendimento finale dell’investimento.
Che ridere! Pensate: la “consulenza finanziaria” di queste Reti di promotori finanziari costretta ad operare in un modo che “corrisponde agli interessi degli investitori retail” … questa fa davvero ridere fino a soffocare!