(24/01 09:30) Piccolo spazio pubblicità (6)

Considerazioni finali di Recce’d, che viene in aiuto dei lettori del Corriere come anche degli altri quotidiani:

  1. lasciamo per ora da parte la questione del criterio di selezione degli intervistati

  2. il rialzo delle Borse europee nelle prime settimane di gennaio è solo uno spunto

  3. lo scopo di questo articolo è, in primo luogo, “spargere ottimismo” e spingere a “comperare la merce” venduta dagli “amici”; ovvero fare pubblicità ai Fondi Comuni di investimento

  4. un investitore, privato oppure istituzionale, deve tenere a mente che le singole posizioni hanno importanza soltanto per il contributo che producono nell’ambito del proprio portafoglio; fare vedere numeri relativi a singole situazioni, quasi sempre marginali nell’ambito dei veri portafogli titoli dei veri investitori, per il lettore che vuole capire come investire significano zero

  5. anche Recce’d ha nei propri portafogli modello posizioni che hanno “fatto +90%”, ma questo dato, esaminato da solo, non ha significato, non informa, non dice nulla, e non aiuta a capire

  6. esiste una vera e propria montagna di studi, che dimostrano che i Fondi Comuni di investimento (negli Stati Uniti, in Europa, ed in Italia) non sono capaci di fare meglio dei loro indici di riferimento: questo è stato documentato negli ultimi 5 anni, 10 anni, 20 anni, 30 anni, 40 anni; l’articolo del Corriere ci mette in evidenza alcune situazioni fortunate (va detto che non ci viene detto di quale “categoria” si parla) , ma la categoria nel suo insieme ha sempre e solo “mangiato” i soldi di chi ci ha investito, ha fallito nei suoi scopo, ed andrebbe archiviata per sempre.

  7. ed infine, parliamo di dati riscontrabili: negli ultimi 23 anni (dal febbraio 2000 al gennaio 2023) l’indice Fideuram dei Fondi Comuni Azionari ha prodotto, per chi ha investito in questa “categoria” un rendimento pari a ZERO: lo vedete nel grafico; ripetiamo: in 23 anni; questo dato evidentemente il Corriere della Sera lo ha ritenuto “poco importante”.

Valter Buffo