(30/11 14:00) Il prossimo anno? Andrà meglio (4)
Il quarto tweet che dedichiamo all’articolo di oggi di Repubblica riguarda l’Italia.
La banca di investimento citata è Credit Suisse.
Credit Suisse, a differenza delle banche citata nei tweet precedenti, utilizza un tono più realistico, ed evita l’ottimismo e la fanfara. Fornisce un quadro dell’Italia 2023 dal quale si ricava, come potete leggere, che NON è sicuro che per l’Italia il 2023 vada meglio del 2022.
Il governo Meloni e i Btp potrebbero finire sotto pressione
E l'Italia? Un focus ce lo dedica Credit Suisse, che stima un'economia in frenata verso la crescita zero dopo l'exploit 2022, e un'inflazione in calo ma ancora al 6% nel 2023. Molto dipenderà dal governo Meloni, che "sarà sottoposto a forti pressioni per conformarsi agli orientamenti fiscali dell'Ue per accedere ai fondi del Next Generation Eu e beneficiare dello scudo anti-spread Bce". L'Eurotower, tra l'altro, passerà nel 2023 dall'acquisto netto alla vendita netta di bond: per il Btp potrebbero essere guai. La ricerca svizzera vede, poi, un mercato immobiliare sotto pressione per l'aumento dei tassi, e Piazza Affari che "dopo la sovraperformance 2022 dovrebbe allinearsi ai mercati sviluppati nel 2023, con deboli aspettative di crescita degli utili bilanciate dalle valutazioni interessanti". Tutto a patto che non si manifestino i rischi, noti e ignoti, di cui tutti gli operatori fanno lunghi elenchi: dalla guerra che non si argina alle recrudescenze Covid (specie in Cina), da una crisi energetica alle catene di fornitura spaccate, fino a nuove crisi sovrane sul debito, già intraviste sulla sterlina a settembre