(30/11 14:30) Il prossimo anno? Andrà meglio (1)
Abbiamo commentato la settimana scorsa, nella pagina che state leggendo, ed utilizzando due decine di tweet, una articolo del Corriere della Sera di otto giorni fa: che, in tutto e per tutto, recuperava e pubblicizzava lo Outlook che in questi giorni viene portato in giro prima da tutte le banche di investimento in corso, e poi da tutto l’esercito di financial advisors, di private bankes, di wealth managers.
Tutti la vedono allo stesso modo: e anche La Repubblica oggi li aiuta, supportando questo tipo di scenario 2023 (lo scopo è: tenersi tutti “amici” e di buon umore). L’articolo, che commentiamo in una serie di quattro tweet, è nei contenuti la fotocopia di quello del Corriere della Sera di otto giorni fa.
E quindi? E quindi nel 2023 “tutto andrà meglio”. E come potrebbe essere diversamente?
Ma non basta! Per tenere alto il morale delle truppe, avremo addirittura nel 2023 non uno solo, ma ben tre “picchi”! Che anno meraviglioso, il 2023. Tre picchi tutti insieme!
Poi trovate anche (era inevitabile) il suggerimento di “concentrarsi sul lungo termine”: come abbiamo spiegato diffusamente (anche nel Blog del recente weekend) si tratta di una tradizione, ma pure di una sciocchezza.
Che anno aspettarsi per l'economia
Le condizioni finanziarie e politiche per risalire arriveranno dopo i tre "picchi" dei monti di sventura eretti 10 mesi fa, quando il rimbalzo di economie e Borse post Covid fu stroncato da un'inflazione a due cifre e dalla guerra. Il picco dei tassi d'interesse, vicino negli Usa (non ancora in Europa); quello speculare del carovita, che le banche centrali provano a spegnere aumentando i tassi, ma che solo una recessione globale, da tutti attesa nei prossimi sei mesi, farà planare verso l'obiettivo del 2%.
I tre picchi ancora da raggiungere prima della schiarita
Il picco, infine, del dollaro, che nel 2022 ha toccato la parità con l'euro, ma già è ai minimi da due mesi, e può scendere ancora dando fiato ai mercati emergenti, gli unici con promettenti prospettive macro. "I tre picchi sono all'orizzonte, ma devono essere ancora raggiunti - scrive il gestore giapponese Robeco - . L'ultima tappa di una ripida salita comporta difficoltà a breve termine, poiché spossatezza e resa prevalgono. Ma una volta superati i picchi le prospettive di tutte le classi d'investimento miglioreranno molto". Le perdite recenti possono far da base ai prossimi guadagni, si sa: ma la tempistica d'ingresso fa la differenza tra guadagnare o perdere. Per questo Vanguard, tra i primi gestori mondiali, consiglia di seguire la regola aurea: "La situazione macro è ancora difficile, è bene concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine e attenersi ai principi di un portafoglio globalmente diversificato di azioni e bond".