Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 4)

Nelle ultime ore, ne avete lette e sentite così tante sull'Italia, il suo Governo ed il Ministro dell'economia, immaginiamo, che è impossibile aggiungere qualcosa di nuovo.

Ci proveremo lo stesso, correndo quindi il rischio di ripetere cose già dette, perché rispetto a quello che avevamo scritto nei tre Post precedenti con lo stesso titolo oggi 26 maggio possiamo registrare novità significative, che sono anche conferme di quanto scritto in precedenza.

Recce'd ha scritto fin dal primo giorno di guardare all'Europa, e non all'Italia. Come investitori, sono quelle le reazioni più significative. Avevamo scritto che era giustificato attendersi un effetto a catena, e un primo segnale, seppure per ora piccolo, è arrivato dalla Spagna venerdì 25 maggio.

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Come leggete qui sopra, proprio venerdì 25 maggio lo spread, ovvero il differenziale di rendimento, tra Germania ed Italia (sulla scadenza a 10 anni) ha superato quella che, a sentire Goldman Sachs, è la soglia che fa partire lo "effetto contagio": ovvero, i 200 punti base, ovvero ancora il 2%. Questo tema sarà oggetto della nostra Sezione Operatività del The Morning Brief da lunedì a venerdì prossimi.

Il dato sullo spread è davvero importante?

Noi di Recce'd non amiamo le "soglie psicologiche" come criterio di investimento, ma qui forse è utile fare una eccezione. Vi facciamo notare, ad esempio, che dopo una serie ininterrotta di micro-rialzi che durava da inizio aprile, la settimana scorsa l'indice europeo di Borsa ha chiuso in negativo. Come potete vedere nel grafico che segue.

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Solo una coincidenza?

Non ci sembra. Perché? Per questa ragione, che il precedente micro-rimbalzo era stato spiegato da tutti con l'indebolimento dell'euro, che restituirebbe alle Società quotate spazio per crescere sui mercati esteri. Peccato quindi che proprio la settimana scorsa l'euro abbia toccato il punto più basso degli ultimi sei mesi contro dollaro USA come vedete sotto: ma le Borse sono scese lo stesso.

Qualcosa sta cambiando, molto rapidamente.

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La lezione che arriva dal petrolio (parte 2)
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Per i nostri Clienti, abbiamo espresso in modo esplicito le motivazioni per le quali Recce'd guardava con sospetto al rialzo del prezzo del petrolio.

Questo rialzo, come vedete sotto, si è bruscamente interrotto venerdì. Si è trattato di una reazione alle parole dell'OPEC, ed anche probabilmente al tweet di Trump che leggete in apertura.

Fatti come questi, però, possono generare reazione di prezzo nell'ordine dello 1%-2%. 

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Se invece assistiamo a una reazione che si avvicina al meno 10%, allora significa che il precedente rialzo aveva basi molto fragili. Ovvero: che era stato "montato" da operatori che non erano investitori. E quella era stata, sin dai primi giorni, la nostra sensazione.

In questo noi di Recce'd possiamo renderci utili ai Clienti, e in questo modo sappiamo creare VALORE per chi si affida a noi. Il mercato finanziario internazionale oggi è questo, le cose cambiamo molto rapidamente e la velocità potrà soltanto aumentare nei prossimi mesi. Preparatevi.

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Decifrare gli Emergenti

Chi ha qualche anno di esperienza ricorda numerose Crisi degli Emergenti, e ricorda che spesso sono associate al rialzo del costo del denaro. Quando la liquidità internazionale diminuisce, gli Emergenti pagano un prezzo salato, a causa del fatto che il flusso dei fondi internazionali si rigira e i soldi tornano verso le Economie Sviluppate, e si rigira al tempo stesso anche l'atteggiamento degli investitori, che fino ad un momento prima erano tutti aggressivi ed ottimisti alla ricerca di emozione ed incertezza, ma si scoprono poi sempre, dalla sera alla mattina, prudenti e conservativi.

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Il rialzo dei rendimenti negli Stati Uniti (sopra) ha generato evidenti contraccolpi nel Mondo Emergente: ma sarà bene osservare che il vero e proprio crollo di valute come la lira turca ed il peso argentino fino ad oggi NON ha coinvolto l'insieme delle valute Emergenti, come spiega bene il grafico qui sotto.

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Questo fatto merita attenzione: perché rende la fase di mercato che è in corso molto diversa dalle precedenti Crisi degli Emergenti. 

Il lavoro di Recce'd è di analizzare, partendo da segnali come questi, le ragioni che stanno alla base di questa anomalia, e comprendere se si tratta di un nuovo rischio, oppure di una nuova opportunità (o infine tutte e due le cose insieme).

Tra i fatti che stiamo analizzando, il più significativo è senza dubbio la forza della valuta cinese, non soltanto contro dollaro USA, bensì  anche contro le altre valute Emergenti, come racconta il grafico in basso. 

Mettiamo questi dati alla vostra attenzione, e proseguiamo nel lavoro alla ricerca di nuove opportunità.

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Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 3)
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Nel giugno del 2016, qualche giorno prima del Referendum Brexit, scrivemmo in un Post:

Conclusione: come guadagnare con Brexit? Dando a Brexit la sua giusta importanza, che si concentra nella volatilità del breve termine (grafico qui sotto) piuttosto che sulle performances a fine anno.

Oggi, a qualche ora dalla formazione di un Governo che i media definiscono anti-sistema in Italia, diciamo a chi ci legge che la situazione è opposta. La calma apparente osservata sui mercati finanziari internazionali nelle ultime settimane lascerà in modo graduale il posto a cambiamenti molto profondi per i mercati medesimi.

Questo è il vero test per l'euro. Un test di efficienza, di flessibilità, e di tenuta nel tempo. Un test che potrebbe anche NON essere superato.

Brexit al confronto era una piccola vicenda di burocrazia.

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Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 2)

Ad oggi venerdì 18 maggio noi in Recce'd abbiamo la sensazione che ci sia un aspetto della vicenda in corso che è sfuggito a tutti: ai quotidiani, alle tv, ai mercati finanziari.

Ed è invece l'aspetto di maggiore importanza per noi investitori.

Pochi giorni fa, il Financial Times pubblicava l'immagine che segue.

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L'immagine qui sopra racconta il calo del differenziale tra Italia e Germania e lo spiega con un "miglioramento delle prospettive". Cosa che era allora, e rimane oggi, del tutto falsa. Questo andamento era, più semplicemente, la reazione alle insistite dichiarazioni di Draghi sulla necessità di "prolungare lo stimolo monetario". Insomma, la molla che spinge alla "caccia ai rendimenti sui mercati finanziari".

In Italia è in formazione un Governo che, se varato dal voto delle camere, metterà in discussione proprio questo. Il Governo in formazione dispone di un ampio mandato popolare per mettere in discussione ciò che dice la BCE. Notate che, a differenza del caso Grecia, in Italia per il momento non si teme il fallimento delle finanze pubbliche, e l'economia non è sull'orlo del collasso.

Quindi: il nuovo Governo ha spazio di manovra. Può, almeno nel breve termine, agire. E può affermare che la "dottrina BCE" non funziona. Per molti anni si è ripetuto che con le politiche monetarie ultra espansive (e quindi tenendo sotto zero i tassi di interesse) si sarebbe favorito prima il riordino delle finanze pubbliche e poi la ripresa economica (come conseguenza): questo Governo ha il mandato per dire che non è vero, che non funziona così. Può dire che con i tassi più alti, lo spread più ampio, e un deficit di bilancio più ampio si ... tira avanti lo stesso, magari facendo altre cose nel frattempo.

Una scelta che ci porterà al disastro? Oppure le ca faranno? Dipende. Noi non sapiamo dire oggi come si evolveranno le relazioni tra l'Italia e la Russia, oppure tra Merkel e Putin (e Trump), oppure tra Macron e Merkel, tra gli Stati Uniti e la Unione Europea. Su questo, la visibilità è zero, e lasciamo l'ingrato compito ai politologi. La  sola cosa di cui siamo certi, invece, è che potrebbe innescarsi un processo a catena, perché in Eurozona l'area dello scetticismo sulle scelte fatte negli ultimi anni è molto ampia e si estende ben oltre i confini italiani. Se passa anche solo il 30% di ciò che dicono Di Maio e Salvini, cosa succederà in Francia? In Spagna? in Belgio? Nei Paesi dell'Est Europa?

Questo, per noi di Recce'd, è il punto per noi investitori: guardare, con grande attenzione, a ciò che succede in Europa, piuttosto che alle scelte del Governo in Italia. Una reazione a catena, giunti a questo punto, a noi sembra molto probabile, e paradossalmente l'Italia potrebbe trovarsi in una posizione relativa migliore rispetto ad altri Paesi.

Non siamo, come sanno bene i lettori, a favore di politiche di bilancio dissennate che aumentano i pesi sulle spalle delle generazioni future.

Ma allo stesso tempo, a differenza della gran parte degli organi di informazione italiani (fino ad oggi) abbiamo mantenuto la capacità di vedere i punti deboli e la sostanziale irrazionalità delle politiche economiche adottate negli ultimi anni.

Il grafico che chiuse il Post racconta questa irrazionalità. Il costo del debito, in Italia, si trova ai minimi di ogni tempo. Mentre il debito italiano sta ai massimi di ogni tempo rispetto al PIL. 

Un assurdo, senza spiegazione, senza motivazione. A chi conviene? A chi serve? A chi fa comodo? Che interessi soddisfa?

Siamo certo che neppure Draghi, ormai, riesce a comprendere che senso abbia una situazione come quella del grafico. Situazione assurda, dalla quale prima si esce, e meglio sarà per tutti. Quella corda è stata tirata fin troppo.

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