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Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del cambiamento? (parte 5)

Nel terzo Post di questa serie, abbiamo chiarito che esiste una differenza abissale tra Brexit e ciò che sta per realizzarsi (salvo sorprese dell'ultimissimo) in Italia.

Brexit, al confronto, era una modesta vicenda di burocrazia. Oggi invece dobbiamo affrontare un cambiamento di portata più ampia, che potrebbe investire l'intera Eurozona.

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Il cambiamento non è soltanto profondo, ma è anche molto rapido: ad esempio, il ruolo e soprattutto la capacità di influenza della BCE vengono immediatamente chiamati in causa, come spiega il grafico sopra.

Qui stiamo operando una verifica decisiva: se la politica del "whatever it takes" di Draghi funziona ancora, e se ha mai funzionato in passato.

E vi segnaliamo che se le Agenzie di rating decidessero come sembra (sotto) di rivedere al ribasso il rating dell'Italia, la BCE si troverebbe costretta a NON acquistare più sul mercato il debito pubblico italiano. 

Perché i titoli del debito pubblico italiano, vecchi e nuovi, diventerebbero tutti "junk bonds".

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Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 4)

Nelle ultime ore, ne avete lette e sentite così tante sull'Italia, il suo Governo ed il Ministro dell'economia, immaginiamo, che è impossibile aggiungere qualcosa di nuovo.

Ci proveremo lo stesso, correndo quindi il rischio di ripetere cose già dette, perché rispetto a quello che avevamo scritto nei tre Post precedenti con lo stesso titolo oggi 26 maggio possiamo registrare novità significative, che sono anche conferme di quanto scritto in precedenza.

Recce'd ha scritto fin dal primo giorno di guardare all'Europa, e non all'Italia. Come investitori, sono quelle le reazioni più significative. Avevamo scritto che era giustificato attendersi un effetto a catena, e un primo segnale, seppure per ora piccolo, è arrivato dalla Spagna venerdì 25 maggio.

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Come leggete qui sopra, proprio venerdì 25 maggio lo spread, ovvero il differenziale di rendimento, tra Germania ed Italia (sulla scadenza a 10 anni) ha superato quella che, a sentire Goldman Sachs, è la soglia che fa partire lo "effetto contagio": ovvero, i 200 punti base, ovvero ancora il 2%. Questo tema sarà oggetto della nostra Sezione Operatività del The Morning Brief da lunedì a venerdì prossimi.

Il dato sullo spread è davvero importante?

Noi di Recce'd non amiamo le "soglie psicologiche" come criterio di investimento, ma qui forse è utile fare una eccezione. Vi facciamo notare, ad esempio, che dopo una serie ininterrotta di micro-rialzi che durava da inizio aprile, la settimana scorsa l'indice europeo di Borsa ha chiuso in negativo. Come potete vedere nel grafico che segue.

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Solo una coincidenza?

Non ci sembra. Perché? Per questa ragione, che il precedente micro-rimbalzo era stato spiegato da tutti con l'indebolimento dell'euro, che restituirebbe alle Società quotate spazio per crescere sui mercati esteri. Peccato quindi che proprio la settimana scorsa l'euro abbia toccato il punto più basso degli ultimi sei mesi contro dollaro USA come vedete sotto: ma le Borse sono scese lo stesso.

Qualcosa sta cambiando, molto rapidamente.

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La lezione che arriva dal petrolio (parte 2)
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Per i nostri Clienti, abbiamo espresso in modo esplicito le motivazioni per le quali Recce'd guardava con sospetto al rialzo del prezzo del petrolio.

Questo rialzo, come vedete sotto, si è bruscamente interrotto venerdì. Si è trattato di una reazione alle parole dell'OPEC, ed anche probabilmente al tweet di Trump che leggete in apertura.

Fatti come questi, però, possono generare reazione di prezzo nell'ordine dello 1%-2%. 

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Se invece assistiamo a una reazione che si avvicina al meno 10%, allora significa che il precedente rialzo aveva basi molto fragili. Ovvero: che era stato "montato" da operatori che non erano investitori. E quella era stata, sin dai primi giorni, la nostra sensazione.

In questo noi di Recce'd possiamo renderci utili ai Clienti, e in questo modo sappiamo creare VALORE per chi si affida a noi. Il mercato finanziario internazionale oggi è questo, le cose cambiamo molto rapidamente e la velocità potrà soltanto aumentare nei prossimi mesi. Preparatevi.

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Decifrare gli Emergenti

Chi ha qualche anno di esperienza ricorda numerose Crisi degli Emergenti, e ricorda che spesso sono associate al rialzo del costo del denaro. Quando la liquidità internazionale diminuisce, gli Emergenti pagano un prezzo salato, a causa del fatto che il flusso dei fondi internazionali si rigira e i soldi tornano verso le Economie Sviluppate, e si rigira al tempo stesso anche l'atteggiamento degli investitori, che fino ad un momento prima erano tutti aggressivi ed ottimisti alla ricerca di emozione ed incertezza, ma si scoprono poi sempre, dalla sera alla mattina, prudenti e conservativi.

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Il rialzo dei rendimenti negli Stati Uniti (sopra) ha generato evidenti contraccolpi nel Mondo Emergente: ma sarà bene osservare che il vero e proprio crollo di valute come la lira turca ed il peso argentino fino ad oggi NON ha coinvolto l'insieme delle valute Emergenti, come spiega bene il grafico qui sotto.

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Questo fatto merita attenzione: perché rende la fase di mercato che è in corso molto diversa dalle precedenti Crisi degli Emergenti. 

Il lavoro di Recce'd è di analizzare, partendo da segnali come questi, le ragioni che stanno alla base di questa anomalia, e comprendere se si tratta di un nuovo rischio, oppure di una nuova opportunità (o infine tutte e due le cose insieme).

Tra i fatti che stiamo analizzando, il più significativo è senza dubbio la forza della valuta cinese, non soltanto contro dollaro USA, bensì  anche contro le altre valute Emergenti, come racconta il grafico in basso. 

Mettiamo questi dati alla vostra attenzione, e proseguiamo nel lavoro alla ricerca di nuove opportunità.

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Come investitori, come dovremo accogliere il Governo del Cambiamento? (parte 3)
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Nel giugno del 2016, qualche giorno prima del Referendum Brexit, scrivemmo in un Post:

Conclusione: come guadagnare con Brexit? Dando a Brexit la sua giusta importanza, che si concentra nella volatilità del breve termine (grafico qui sotto) piuttosto che sulle performances a fine anno.

Oggi, a qualche ora dalla formazione di un Governo che i media definiscono anti-sistema in Italia, diciamo a chi ci legge che la situazione è opposta. La calma apparente osservata sui mercati finanziari internazionali nelle ultime settimane lascerà in modo graduale il posto a cambiamenti molto profondi per i mercati medesimi.

Questo è il vero test per l'euro. Un test di efficienza, di flessibilità, e di tenuta nel tempo. Un test che potrebbe anche NON essere superato.

Brexit al confronto era una piccola vicenda di burocrazia.

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