Detrox. La geo-economia irrompe nella gestione del portafoglio titoli

 
 

Quando mai abbiamo assistito a un record di prezzo registrato simultaneamente da asset "risk-on" (azioni) e da asset "risk-off" (obbligazioni)?

Amici lettori, voi oggi 5 ottobre 2025 in che modo rispondete a questa domanda?

Nel nuovo Post, oggi spieghiamo in che modo rispondiamo noi.

In questo momento, sui mercati finanziari internazionali, la sola certezza … è l’incertezza.

L’incertezza, la totale mancanza di punti di riferimento, la assenza di scenari solidi all’interno dei quali collocare le proprie scelte e sviluppare una strategia di investimento.

E’ questo, oggi, il tratto principale. Il segno della Nuova Era.

Gli strumenti tradizionali, per la composizione della asset allocation e per la gestione del portafoglio sono sempre necessari, ma non sono più sufficienti. Vanno integrati, completati, decisamente ampliati.

Perché da sei mesi i rendimenti delle obbligazioni sono invariati (e così anche i prezzi, ovviamente)? Perché da sei mesi i livelli dei cambi tra le maggiori valute sono invariati? Per quale ragione le Borse europee non vedono entrare un solo euro di nuovi investimenti dal mese di marzo 2025? E perché invece negli Stati Uniti la Borsa sta salendo? Anzi, per essere più precisi: perché salgono unicamente i titoli legati ad AI?

Quali informazioni ci forniscono, questi comportamenti assurdi, sia a noi gestori professionali di portafoglio, sia a tutti voi investitori?

Nelle ultime settimane, abbiamo illustrato ai nostri Clienti ogni mattina, nel nostro bollettino quotidiano The Morning Brief, in che modo la gestione del portafoglio può e deve tenere conto di questo stato delle cose, e in che modo si può profittarne. Negli ultimi mesi, ne abbiamo accennato alcune volte anche qui, nel nostro Blog, ed in particolare nella nostra serie Detox.

In questo nuovo Post, della serie Detox, illustreremo ai nostri lettori la rilevanza di fattori come la geo-politica, e più in particolare la geo-economia, nelle scelte di portafoglio che noi e voi facciamo ogni giorno (anche quando decidiamo di NON modificare i portafogli titoli e la asset allocation: ricordate che anche quella è una scelta operativa).

Inizieremo regalando ai nostri lettori una definizione precisa: che cosa si intende quando si parla di geo-economia.

La geoeconomia (talvolta geo-economia) si riferisce comunemente a quadri analitici utilizzati per valutare le proprietà spaziali strategiche delle economie nazionali o i mezzi economici di governo di determinati territori in relazione ad altri. La geoeconomia funge anche da discorso e pratica strategica in politica estera, dove è principalmente ispirata da tradizioni realiste e mercantiliste. Sottolinea come gli Stati possano sfruttare il potere economico, le reti finanziarie e le catene di approvvigionamento per perseguire gli interessi nazionali, influenzare altri paesi e plasmare l'ordine globale. Tuttavia, la geoeconomia non ha una definizione universalmente condivisa e il suo utilizzo varia a seconda dei contesti accademici, politici e giornalistici. Alcuni la vedono come un quadro alternativo alla geopolitica, mentre altri la trattano come un approccio complementare o subordinato.

La coniazione del termine geoeconomia e la distinzione tra geoeconomia e geopolitica sono state a lungo erroneamente attribuite a Edward Luttwak, un grande stratega e consulente militare americano, che rese popolare il termine alla fine della Guerra Fredda. Tuttavia, come ha dimostrato la ricerca storica, ci sono stati numerosi tentativi di stabilire la geoeconomia come un campo di ricerca distinto, uno strumento di politica estera e un programma politico dall'inizio del XX secolo, in particolare in Germania e negli Stati Uniti. La prima elaborazione completa della geoeconomia risale al 1925 e fu pubblicata dallo scrittore nazional-conservatore tedesco Arthur Dix.




Come vedete, si tratta di una definizione che abbraccia un campo molto ampio di temi e di conoscenze.

Non è il territorio di nostra competenza. E non rientra tra i temi abituali affrontati da noi di Recce’d nel Blog.

E tuttavia, in tempi eccezionali occorre fare cose eccezionali: occorre adattarsi, essere flessibili, ampliare l’orizzonte delle proprie conoscenze.

Ecco spiegata la ragione per la quale oggi Recce’d vi scrive di temi diversi, insoliti: non vi parleremo di acquistare oppure vendere le Borse (lo abbiamo fatto sette giorni fa), e neppure di Titoli di Stato ed obbligazioni, e neppure di valute , o di materie prime.

Riprenderemo questi argomenti la settimana prossima, nei nuovi Post.

Oggi restiamo sulla geo-economia: se qualcuno, tra i nostri lettori, pensasse che si tratta di bla-bla senza costrutto, generico e privo di incidenza sulla realtà, lo mettiamo in guardia: con un simile atteggiamento, si rischia di … finire travolti dalla piena che trascina tutto a valle.

Leggiamo quindi una seconda, e più dettagliata, definizione di geo-economia.

La geo-economia si riferisce all'uso di mezzi economici per raggiungere obiettivi di politica estera e di sicurezza nazionale, integrando economia, geopolitica e strategia.

I paesi utilizzano strumenti economici come sanzioni, sussidi, controlli sulle esportazioni e screening degli investimenti per acquisire potere, difendere la sovranità e indurre cambiamenti comportamentali in altri stati e aziende. Questa pratica riconosce che l'interdipendenza economica può comportare rischi per la sicurezza, inducendo un passaggio dall'attenzione alla cooperazione economica reciproca tipica del periodo post-Guerra Fredda a un approccio più orientato al conflitto, in cui la forza economica è uno strumento di governo.

Concetti e pratiche chiave

  • Politica economica: Utilizzo di attività economiche, come prestiti, commercio o accesso alle risorse, per fare pressione su altri paesi o aziende affinché agiscano nel modo desiderato.

  • Proprietà spaziali strategiche: Analisi delle caratteristiche economiche di un territorio in relazione ad altri territori per comprenderne l'importanza strategica e il potenziale di influenza.

  • Bilanciamento: Gli Stati possono impegnarsi in un "bilanciamento economico" filtrando gli investimenti esteri o sviluppando capacità interne per preservare il loro relativo potere economico rispetto ad altre nazioni.

  • Bandwagoning: L'opposto del bilanciamento, in cui gli Stati cooperano su commercio e investimenti per allinearsi con un partner potente.

  • Riduzione del rischio e resilienza: Una crescente attenzione alla sicurezza economica e alla capacità delle economie nazionali di resistere agli shock esterni, che porta a misure di localizzazione dei dati e al disimpegno selettivo dalle catene di approvvigionamento.

  • Sfruttamento dell'interdipendenza come arma: L'idea che i paesi possano usare i loro legami economici e la reciproca fiducia a proprio vantaggio, a volte minacciando di ritirare input o accessi cruciali.

Esempi di strumenti geoeconomici

  • Sanzioni: Sanzioni economiche contro un paese o un'entità per imporre un cambiamento di politica.

  • Controlli sulle esportazioni: Restrizioni alla vendita di beni o tecnologie specifici ad altri paesi, spesso per motivi di sicurezza nazionale.

  • Dazi e ricarichi: Imposizione di dazi sulle merci importate o aumento del costo dei prodotti scambiati per generare entrate o esercitare pressione sui partner commerciali.

  • Sussidi: Sostegno governativo alle industrie nazionali per aumentarne la competitività o assicurarsi risorse strategiche.

  • Selezione degli investimenti: Norme che consentono a un governo di esaminare e potenzialmente bloccare gli investimenti esteri in settori strategici.

Geoeconomia vs. Geopolitica tradizionale

  • Sebbene entrambe coinvolgano dinamiche di potere, la geoeconomia si concentra specificamente sull'uso del potere e degli strumenti economici, piuttosto che sui mezzi militari, per raggiungere fini politici.

  • L'ascesa della geoeconomia segnala un allontanamento dalla globalizzazione ottimistica della fine del XX secolo, in cui l'interdipendenza economica era vista come una via verso la pace e la cooperazione.

  • Al contrario, evidenzia come le relazioni economiche possano diventare una nuova arena per la rivalità tra stati e la proiezione di potere.


Questo non è soltanto bla-bla: lo potete riscontrare facilmente, mettendo a confronto ciò che avete appena letto e le prime pagine dei quotidiani dell’ultima settimana.

Non fatevi confondere le idee dai “consulenti” che in realtà sono venditori interessati. Loro vi dicono nel loro esclusivo interesse, che “tanto non succede mai nulla, tanto non cambia mai nulla, tanto in qualche modo si tirerà avanti”. Loro sono gli stessi che voi spiegavano tre anni fa che “la guerra in Ucraina a fine anno sarà finita”.

Recce’d al contrario, e nel vostro esclusivo interesse, vi segnala che succede di tutto, che il Mondo è in una fase di profonda e violenta transizione, e che questa transizione, inevitabilmente, coinvolgerà tutti i mercati finanziari, e in qualche caso li travolgerà.

Guardate l’Argentina: dagli Stati uniti, ha ottenuto una scialuppa di salvataggio, quando il prezzo dei loro titoli di Stato ha toccato 35 (su 100). Europa e Stati Uniti a quale scialuppa di salvataggio potrebbero aggrapparsi, domani?

Fermatevi a riflettere. Stiamo parlando dei vostri risparmi, dei vostri BTp, dei vostri Bund, dei vostri investimenti in Borsa. proprio di quello.


Come dicevamo poco fa, il Mondo, tutto intero è attraversato oggi da tensioni che non hanno precedenti dopo il 1945, e che ci confermano che siamo già entrati in una fase nuova, in una Nuova Era, che Recce’d annunciava anche qui nel Blog fin dal 2022. Come avete letto sui quotidiano ed ascoltato al TG,, vengono rimesse in discussione sia le aree di influenza politica e militare, sia i flussi commerciali di merci e servizi, sia le modalità con le quali vengono tenute sotto controllo le iniziative delle Aziende private (quotate e non).

In alcuni casi, si ridefinisce persino lo spazio di influenza del cittadino: in determinate realtà, autocratiche, quanto conta ancora il voto degli elettori?

Ripetiamo che non si tratta di bla-bla, come abbiamo già detto: si tratta di un fattore influente e forse decisivo, che noi investitori dobbiamo urgentemente tradurre in scelte di portafoglio.

Non si tratta di bla-bla per mascherare la confusione (che in ogni caso risulterebbe giustificata dai fatti) noi di Recce’d ogni mattina dialoghiamo in modo molto concreto con tutti i nostri Clienti:

Noi lo facciamo perché nel presente contesto è indispensabile rivedere e modificare non soltanto la asset allocation, e non soltanto la strategia di gestione, ma pure lo stesso processo di gestione, e precisamente:

  • quali dati dobbiamo seguire?

  • e come li dobbiamo selezionare?

  • da quali fonti li dobbiamo raccogliere?

  • con quale metodo li dobbiamo trasformare, oggi, in valutazioni per le azioni, per le obbligazioni, per le valute e per le materie prime?

  • come dobbiamo prendere le nostre decisioni oggi?

Come ci auguriamo di avere chiarito, oggi il vostro pensiero, la vostra attenzione, e le vostre valutazioni NON debbono concentrarsi sul dollaro USA da comperare oppure vendere, sulle Borse su cui andare LONG oppure SHORT, sul petrolio che è da comperare oppure da vendere.

Oggi, tutti gli investitori debbono mettersi al lavoro sul contesto generale: sul quadro geo-politico ma soprattutto sul quadro geo-economico.si tratta di un processo, di un lavoro in corso: non di un risultato già acquisito

Non c’è, non è mai stato scritto il “libro di testo”, un “libro di scuola” per situazioni come quella di oggi.

Quando la sola certezza è l’incertezza.

E proprio qui, viene esaltato il modello di servizio che Recce’d propone

Recce’d ha da oltre un decennio proposto sul mercato un modello di servizio che nelle attuali condizioni è l’unico possibile se si intende preservare il proprio risparmio ed allo stesso tempo ottenere un rendimento stabile e duraturo (e NON dipendente dalle bolle finanziarie, scommettendo i propri denari sul nero oppure sul rosso come si fa al Casinò).

Soprattutto, non affidando il proprio risparmio a fasulle “visioni di lungo periodo”, su una asset allocation statica, su inutili e pericolosi paragoni con il passato. Si sta riscrivendo la Storia: la vostra gestione deve, necessariamente essere dinamica, il vostro confronto con i mercati finanziari deve diventare più frequente, il modo nel quale voi fare le vostre valutazioni deve essere adeguato ai tempi, il vostro “consulente” deve essere presente ogni giorno.

In poche righe abbiamo appena riassunto ciò che Recce’d garantisce ai propri Clienti.

Come detto, e ripetuto più volte, a proposito del tema di questo Post: non si tratta di bla-bla, si tratta invece di questioni pratiche e di scelta: anzi, si tratta della più pratica di tutte le questioni, oggi 5 ottobre 2025.

Tutti lo vedrete presto, nelle nuove turbolenze che colpiranno i mercati finanziari. Noi però, come nostro dovere professionale, dobbiamo mettere in guardia con anticipo i nostri Clienti di queste situazioni, proprio come fanno i metereologi quando anticipano al pubblico cicloni, uragani e tempeste.

Così che i nostri Clienti ne possano approfittare, proteggendo e mettendo in sicurezza il loro risparmio ed allo stesso tempo guadagnando ciò che è possibile guadagnare dalle VERE, AUTENTICHE opportunità di investimento di questo 2025.

Opportunità che sono davvero enormi, come detto solo sette giorni fa anche qui nel Blog. E che NON sono “AI”, come abbiamo motivato anche qui nel Blog sette giorni fa, e poi dettagliato con analisi ed approfondimenti operativi per tutta la settimana appena conclusa nel nostro The Morning Brief.

Con l’articolo che segue, vi illustriamo con chiarezza che non si tratta di bla-bla, ma di una concreta questione di operatività e di scelte di investimento. E sempre utilizzando questo articolo che chiude il Post, vi indichiamo con chiarezza dove sta, oggi, 5 ottobre del 2025, l’occhio del ciclone che sta arrivando. Sta scritto proprio qui sotto.

Noi di Recce’d torneremo certamente a trattare questo tema, anche qui nel Blog. Ma ne leggerete sempre più spesso anche sulla prima pagina del vostro quotidiano, e lo sentirete poi anche al GR ed al TG.



L'autore è presidente del Queens' College di Cambridge e consulente di Allianz e Gramercy.

Un affascinante tiro alla fune si sta svolgendo sul mercato dei titoli di Stato statunitensi, indicatore di una tendenza più ampia: la crescente influenza della "geoeconomia".

All'inizio di settembre, molti trader e analisti erano convinti che la curva dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi si sarebbe irripidita, ovvero che i rendimenti a più lunga scadenza sarebbero aumentati più rapidamente di quelli a breve termine, per tenere conto del maggiore rischio di detenere i titoli per un periodo più lungo. Dopotutto, il debito e i deficit statunitensi erano elevati, senza prospettive immediate di un'inversione di tendenza. L'inflazione era bloccata al di sopra dell'obiettivo della Federal Reserve ed era probabile che aumentasse ulteriormente. E c'erano segnali che gli investitori stranieri stavano cercando di ridurre gradualmente le loro storiche posizioni "sovrappeso" in titoli del Tesoro statunitensi.

Ma questa visione unanime è stata messa in discussione dai commenti di funzionari governativi che affermavano di voler "piegare la curva", ovvero abbassare i tassi ben oltre le scadenze molto brevi che la Fed può controllare direttamente, al fine di rendere i mutui più accessibili, un obiettivo politico chiave dell'amministrazione Trump. Questo obiettivo potrebbe essere perseguito attraverso le operazioni di gestione delle passività del Tesoro o i vari strumenti che la Fed ha implementato in passato (come l'"Operazione Twist", che ha venduto debito a breve termine e acquistato titoli a più lungo termine, e gli acquisti diretti di asset).

Vedremo cosa prevarrà, ma la potenziale influenza di fattori non commerciali nel determinare la forma della curva dei rendimenti sembra determinante in un momento in cui ci sono state preoccupazioni sull'indipendenza politica della banca centrale. La nomina dell'economista Stephen Miran al consiglio della Federal Reserve è vista da alcuni come l'istituzione di un secondo presidente de facto per la banca centrale, dato che molti lo considerano il rappresentante delle opinioni del successore dell'attuale presidente Jay Powell, chiunque esso sia. (Miran ricopre la carica di presidente della Fed mentre è in congedo dal suo incarico di presidente del Consiglio dei consulenti economici degli Stati Uniti).

Il braccio di ferro si verifica anche in un momento in cui molte forze politiche stanno influenzando maggiormente le politiche economiche.

Altri esempi, solo quest'anno, includono la crescente strumentalizzazione del commercio e della finanza e il loro utilizzo per esercitare pressioni sia sugli alleati che sugli avversari su questioni non economiche; la diffusione della politica industriale per raggiungere obiettivi come la sicurezza di catene di approvvigionamento cruciali; e l'uso di controlli sulle esportazioni di tecnologie avanzate per limitare lo sviluppo militare ed economico di un rivale.

Questa tendenza non è isolata agli Stati Uniti; si sta verificando sempre più a livello globale. È la prova di come gli obiettivi politici e geopolitici interni stiano influenzando maggiormente le politiche economiche. E questa è una svolta radicale rispetto ai molti decenni in cui l'economia ha avuto un'influenza determinante sulla politica interna e sulla geopolitica.

Un'epoca in cui due convinzioni convenzionali hanno ancorato l'economia globale.

  • La prima era il "Washington Consensus", che sottolineava la deregolamentazione interna, la liberalizzazione commerciale, la responsabilità fiscale, la privatizzazione e la riforma fiscale.

  • La seconda era la globalizzazione, ovvero la sempre più stretta integrazione tra commercio e flussi di capitali. Entrambe si basavano sul presupposto che il libero mercato e l'efficienza economica avrebbero portato naturalmente alla prosperità per tutti.

Si fondavano su un fondamento di logica economica, in cui la politica e la sicurezza nazionale erano considerate fattori secondari piuttosto che centrali.

Tuttavia, la loro efficacia è stata compromessa da una scarsa attenzione alle disuguaglianze e alle altre vulnerabilità che potevano creare. Consigliato: The Long View, John Plender. La doppia FOMO che guida i mercati statunitensi. La crescente influenza della geoeconomia crea un ambiente più volatile per policymaker, aziende e operatori di mercato, con una gamma molto più ampia di potenziali risultati da considerare. Basta guardare cosa è successo nei mercati finanziari quest'anno.

Quando mai abbiamo assistito a un record di prezzo registrato simultaneamente da asset "risk-on" (azioni) e da asset "risk-off" (obbligazioni)?

Questo apparente paradosso non è facilmente comprensibile se non attraverso una lente geoeconomica.

È una delle numerose rotture delle correlazioni tradizionali, che si basavano su una netta separazione tra forze di mercato e azioni politiche.

È un mondo più complesso, con alcune regole chiave del gioco nei mercati e nell'economia che vengono riscritte in tempo reale. I leader aziendali e gli investitori devono integrare molto di più i fattori geopolitici e politici interni nelle strategie, riconoscendo che la gamma di potenziali risultati è molto più ampia e inusuale.

Dopotutto, come ha ironicamente affermato un collega la scorsa settimana, l'unica cosa certa oggigiorno è l'incertezza, e anche questa tende a diventare ogni giorno più insolita.

Valter Buffo